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Come aprire un'azienda agricola a Napoli

Come diventare imprenditore agricolo

Un’azienda agricola è ormai il sogno di molti napoletani, soprattutto se si ha già la fortuna di possedere un pezzetto di terra non troppo lontano dalla città. Capire come fare e districarsi tra i vari adempimenti burocratici tuttavia non è facile. Innanzitutto la normativa distingue tra due figure molto diverse

1) Coltivatore diretto: è un piccolo imprenditore (art. 2083 c.c.), che

  • si dedica direttamente e abitualmente alla manuale coltivazione dei fondi, o all'allevamento e al governo del bestiame in qualità di proprietario, affittuario, usufruttuario, enfiteuta (art. 2 della L. 26.10.57 n. 1047);
  • dedica almeno 104 giornate annue alla gestione dell'azienda;
  • personalmente o per il tramite dei propri familiari fa fronte autonomamente ad almeno un terzo del fabbisogno lavorativo annuo occorrente per la gestione dell'azienda.

2) IAP o imprenditore agricolo professionale in quanto ha le conoscenze e le competenze professionali richieste dall'art. 5 del regolamento CE 17.5.99 n. 1257:

- dedica alle attività agricole di cui all'art. 2135 c.c., direttamente o in qualità di socio di società, almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo;

- ricava dalle attività medesime almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro

(entrambi i requisiti sono ridotti al 25% per chi opera in zone svantaggiate).

Possono essere IAP le società di persone, cooperative e di capitali, anche a scopo consortile, qualora lo statuto preveda quale oggetto sociale l'esercizio esclusivo delle attività agricole e siano in possesso dei requisiti prima elencati.

I requisiti per il riconoscimento della qualifica di IAP vanno accertati per titoli ed esami.

E’ evidente che la scelta tra le due tipologie di azienda - coltivatore diretto o imprenditore agricolo - dipende da tantissimi fattori come l’entità dell’investimento che si intende o si può sostenere, la specifica tipologia di attività agricola che si vuole avviare, il target del mercato cui si punta, la necessità di mezzi e manodopera. E' molto diverso, infatti, coltivare prodotti di stagione da vendere a km 0 in un piccolo orto da produrre vino pregiato in grossi quantitativi da promuovere sul mercato internazionale. Decisamente opportuno, quindi, consultare un professionista, ad esempio un commercialista, per predisporre un budget e capire - anche sotto l'aspetto fiscale e previdenziale - a cosa si va incontro.

Per iniziare l’attività sarà in ogni caso sempre necessario

1) richiedere la Partita Iva all’Agenzia delle Entrate

2) iscriversi alla Camera di Commercio, nella sezione congrua con il profilo imprenditoriale scelto

3) attivare una posizione all’INPS.

Se poi si intende svolgere la vendita diretta dei prodotti agricoli, servirà l’autorizzazione sanitaria dell’Asl territorialmente competente

Per informazioni ci si può rivolgere a

CCIAA Napoli

Coldiretti

Confagricoltura

Regione Campania

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