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Famiglia

Quando parlare di sesso ai tuoi figli

Per 1 su 4 degli abitanti della nostra regione è necessario parlare di sesso con i figli fin da quando vanno alle elementari

Il web ha spalancato le porte d'accesso a qualsiasi tipo di informazione. Eppure, nel secondo Millennio, parlare di sesso con i propri figli è ancora un tabù. Si ha difficoltà ad affrontare l’argomento, si rimanda o si tende ad evitare del tutto.

Solo per il 22% degli abitanti della nostra regione, infatti, è importante aprire un dialogo con i figli sulla questione fin dai primi anni di scuola elementarecome base di un futuro buon dialogo e, soprattutto, per il loro successivo, sano sviluppo. I dati emergono dall'ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare (Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica).

Se la difficoltà a comunicare con i figli resta una barriera per il 35% del campione, fortunatamente l'indagine della Reale Mutua evidenzia anche una sempre maggiore attenzione alla prevenzione: oltre 2 campani su 3 sono infatti consapevoli dell'importanza, nell'adolescenza, non solo della prevenzione femminile ma anche di quella maschile, e per 1 su 3 è importante che i ragazzi effettuino controlli dall'andrologo.

Permane, tuttavia, nel complesso, una scarsa informazione sulla questione del sesso nell'adolescenza e in particolare sulle possibili problematiche di salute maschili (40%).

“L’adolescenza è una fase molto importante per la crescita della persona - spiega Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo - dal nostro Osservatorio sul welfare è comunque emersa una crescente sensibilità verso il tema della prevenzione e della salute per questa età. In questo, le famiglie ricoprono un ruolo centrale, che è importante sostenere”. Un'età fragile: difficoltà e rischi dell’adolescenza Il rischio più temuto da quasi uno su due (44%) degli intervistati è l'uso da parte dei figli di sostanze stupefacenti,seguito da quello di episodi di bullismo (26%) e dall'utilizzo eccessivo, fino alla dipendenza della tecnologia (21%). Per contrastare i rischi, i genitori reputano importanti le esperienze di gruppo (62%), lo sport perché trasmette valori positivi e l'educazione in genere. Quasi uno su tre (31%) degli intervistati considera indispensabile la figura dello psicologo per ascoltare e aiutare a superare situazioni di disagio e difficoltà. Per il 29% del campione, infine, anche i social network sono un veicolo dalle potenzialità educative: favoriscono le interazioni e la condivisione tra coetanei (41%), fanno passare messaggi di sensibilizzazione (31%) e aprono canali di ascolto per gestire disagi e problematiche giovanili (29%).

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