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Famiglia

Pidocchi: tutto quello che non sai

Come comportarsi in caso di infestazione

I pidocchi sono tra i parassiti ancora oggi più diffusi in Italia. Minuscoli e altamente infestanti, colpiscono principalmente i bambini in età scolare, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 3 agli 11 anni. Si nutrono esclusivamente di sangue umano, rilasciando un liquido che causa intenso prurito: gli animali domestici o di strada, quindi, non sono fonte di trasmissione. 

L'infestazione Si manifesta con irritazione e intenso prurito nella zona interessata dall'infezione - testa, pube o ascelle - che a sua volta può essere causa di  dermatiti e infezioni da stafilococchi.  

Esistono tre diverse specie di pidocchi:

testa (Pediculus capitis), di gran lunga il più diffuso, quasi indistinguibile da quello del corpo, in Italia ormai piuttosto raro

corpo (Pediculus humanus), molto raro, può rappresentare un serio problema sanitario in quanto è un vettore di altre malattie, anche gravi

pube (Phthirus pubis), che ha una forma decisamente più schiacciata (da cui il nome comune "piattola").

Le uova  Le femmine del pidocchio del capo depositano le uova, chiamate lendini, di colore chiaro con forma ovale e lunghezza di circa 1 mm, attaccandole alla radice dei capelli con una sorta di colla naturale resistentissima. Il pidocchio del pube le attacca sui peli del corpo, in particolar modo nel pube e sotto le ascelle. Il pidocchio del corpo invece, attacca le uova sulla fine peluria degli indumenti, in particolare su quelli di lana.

Le uova di tutti i pidocchi maturano e schiudono in 7 giorni liberando le ninfe. Nel corso di un mese, una femmina può deporre sull'ospite dalle 80 alle 300 uova.  

Combattere l’infestazione da pidocchi o pediculosi

In commercio sono disponibili numerosi prodotti contro la pediculosi: polveri, creme, mousse, gel, shampoo. Prima di procedere all'acquisto è sempre preferibile consultare il pediatra di famiglia per ottenere informazioni e consigli sul trattamento più idoneo.

In ogni caso, allo stato, non è possibile prevenire la pediculosi: usare prodotti antiparassitari a scopo preventivo non rende immuni dall'infestazione, ma, al contrario, è una pratica tanto inutile quanto dannosa.

Se sospettate che il vostro bambino abbia la pediculosi innanzitutto 

  1. Ispezionate accuratamente il cuoio capelluto del vostro bambino, in un ambiente ben illuminato (meglio la luce diretta del sole o una lampada a luce bianca), aiutandovi con una lente di ingrandimento per individuare eventuali "ospiti" e/o uova. Ricordate che a differenza della forfora, le lendini restano ancorate alla base dei capelli.
  2. Accertata la presenza di pidocchi e uova, consultatevi con il pediatra di famiglia o il farmacista di fiducia sull'antiparassitario specifico più idoneo alle esigenze del vostro bambino. I prodotti più efficaci sono quelli a base di piretroidi sintetici (permetrina, fenotrina, deltametrina e sumitrina), il malathion (non indicato però nei bambini di età inferiore a 6 anni) e le piretrine naturali (che, però, non uccidono tutte le uova e la cui applicazione deve pertanto essere ripetuta dopo 7-10 giorni). 
  3. Quando effettuate il trattamento, seguendo le istruzioni del prodotto, armatevi di pazienza: districate bene i capelli (un buon balsamo sarà certamente d'aiuto) con la solita spazzola e quindi passate ripetutamente un pettine a denti molto fitti ciocca per ciocca, partendo dalla radice del capello: l'operazione è indispensabile per rimuovere le lendini. Per facilitare l'eliminazione delle uova, spruzzate ripetutamente sui capelli, partendo dalla radice, una soluzione al 50% di acqua e aceto: è efficacissima per diminuire l'adesione delle uova al capello e al tempo stesso proteggerlo dallo stress del pettine . 
  4. Per eliminare i rischi di una re-infestazione, è importantissimo lavare e disinfettare abiti, cappelli e lenzuola (ad almeno 60°C, e stirate bene con il ferro ben caldo) come anche pettini, spazzole, accessori per capelli e fermagli (in acqua bollente con sapone, lasciandoli a bagno per almeno un'ora). Se pensate che l'infestazione possa essersi estesa anche ad oggetti che non possono essere lavati, conservateli per 2 settimane in sacchetti di plastica chiusi e sigillati.
  5. Infine, ripetete il trattamento, a seconda del prodotto specifico utilizzato, dopo 2, 7, 8 o 10 giorni.

Pidocchi: vero o falso?

  • Le ispezioni settimanali, in particolare sulla nuca e dietro le orecchie, anche quando il bambino non ha sintomi, servono: vero, infatti consentono di individuare precocemente il problema.
  • Tutti i prodotti per trattare l’infestazione si applicano allo stesso modo: falso, dal momento che per assicurarne l'efficacia è necessario seguire rigorosamente le istruzioni riportate, facendo particolare attenzione al tempo di posa e alle modalità di risciacquo.
  • Se si utilizza un trattamento specifico, passare il pettine a denti stretti è inutile: falso, l'operazione è necessaria per eliminare eventuali lendini  sopravvissute.
  • L’aceto e la maionese sono ottimi sostituti degli antiparassitari: falso, anche se l’aceto (in soluzione al 50% con semplice acqua) è molto utile per staccare più facilmente le uova dai capelli.
  • Posso prevenire la pediculosi con un prodotto specifico: falso, infatti ad oggi non esistono prodotti preventivi.
  • In caso di infestazione da pidocchi non è necessario tagliare i capelli: vero
  • I pidocchi sopravvivono solo sulla testa umana: falso. Nell’ambiente i pidocchi sopravvivono circa 48 ore (se fa freddo decisamente meno). Le uova invece sopravvivono oltre le due settimane, e se non eliminate possono facilmente riavviare l’infestazione.
  • Il pidocchio del capo è indice di scarsa igiene: falso. In realtà  vengono attaccati più facilmente i capelli molto puliti e quelli chiari e sottili. Alcuni studi dimostrano invece che l’attecchimento delle uova è più difficile sui capelli unti.
  • Il pidocchio salta da una testa all'altra: falso. Questi parassiti non sono in grado di spostarsi autonomamente: per il contagio è necessario il contatto diretto fra capelli (ad esempio abbracciandosi, baciandosi, dormendo vicini) oppure il contatto con biancheria e/o effetti personali contaminati (come pettini, spazzole, fermagli, sciarpe, cappelli, asciugamani, cuscini…).

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