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Bike sharing, Napoli finalmente in bici. Ma il futuro del progetto è in dubbio

L'associazione CleaNap ha presentato in conferenza stampa i dati relativi al primo mese della sperimentazione. Numeri molto incoraggianti, ma il termine del progetto è stato fissato dal ministero soltanto al prossimo maggio. Cosa succederà poi?

Bike Sharing Napoli, il progetto sperimentale per introdurre nel capoluogo partenopeo un sistema di mobilità sostenibile altrove già particolarmente diffuso, traccia un suo primo bilancio a poco più di un mese dal via. Ottimi risultati fin qui, anche se a fronte di un futuro ancora molto incerto.
“Il bike sharing è un sistema mobilità alternativo ecosostenibile basato sulla condivisione della bicicletta – spiega Cristiano May dell'associazione CleaNap, responsabile del progetto, intervenuto oggi in conferenza stampa a Palazzo San Giacomo – Per essere chiari, prendere in prestito una bici per spostarsi da punto a punto, non per una passeggiata”.

Funziona così: ci si iscrive sul sito del progetto – questo tramite una carta di credito o debito – e poi o attraverso l'app, o attraverso una smart card da richiedere per posta, si può gratuitamente usufruire del servizio. Cento bici in dieci stazioni, ciascuna delle quali può essere presa in prestito per massimo mezz'ora.
“L'Italia è una delle nazioni in cui il bike sharing è maggiormente diffuso – ha proseguito May – La ricerca al centro del progetto è: 'la città di Napoli è adatta?'”. I primi dati sono incoraggianti: il numero di iscritti ad oggi è di 4mila, e la cifra cresce in modo esponenziale. A prendere in prestito le bici del progetto più uomini che donne, più giovani (il 75% degli utenti ha tra i 18 e i 40 anni), persone di Napoli città come della provincia.

“Il percorso più battuto – spiega ancora May – è stato fino ad oggi quello che porta dalla Stazione Centrale all'Università, con un tempo di percorrenza di 10 minuti. Con la macchina servirebbe molto più tempo. L'obiettivo è proprio quello di rendere facile gli spostamenti nell'ultimo miglio, quel tipo di distanze per cui prendere la bici conviene rispetto ad usare l'automobile. Questo vuol dire meno auto, meno motorini, meno traffico, viaggi in metropolitana senza calca. Ed al di là di tutti i pregiudizi – conclude il rappresentante di CleaNap – Napoli vuole provare, i presupposti perché Bike Sharing Napoli diventi un vero e proprio servizio ci sono tutti”.

Bike sharing Napoli, un primo bilancio del progetto

Per l'amministrazione cittadina, alla conferenza, era presente il vicesindaco Tommaso Sodano. “Bike Sharing Napoli è il progetto di CleaNap, un'associazione di giovani – ha esordito Sodano – Abbiamo dovuto aspettare molto per problemi burocratici, ma ci siamo”. “Conosco tantissime persone che ne sono entusiaste, che hanno vinto anche le solite preoccupazioni amplificate dagli organi di stampa: i percorsi accidentati, le buche. La costruzione di una prima pista ciclabile è stato uno stimolo per far tornare la bici a Napoli – prosegue il vicesindaco – e questo progetto aiuterà ancora di più. Tutte le nuove strade verranno realizzate con la pista ciclabile, pochi anni ed a Napoli ce ne saranno 100 km”.

CleaNap è nata nel 2011 come invito a riprendersi le piazze sottratte ai cittadini dalla cattiva gestione dei rifiuti solidi urbani – spiega Emiliana Mellone, presidente dell'associazione a cui si deve Bike Sharing Napoli - Cambiato il contesto, abbiamo proseguito nell'obiettivo di voler migliorare la vivibilità cittadina. Nel 2012 abbiamo vinto il bando del Miur raccogliendo la sfida di introdurre la mobilità sostenibile in città, da lì Bike Sharing Napoli”. Che da oggi si arricchisce di due iniziative. “Bike Sheriff”, dedicata agli esercenti che vogliono supportare il progetto diffondendo materiale informativo; ed il “#Bikesharingnapoli Contest” su Instagram, nato in collaborazione con la community di @foto_napoli: un concorso di fotografia per il quale si possono immortalare le proprie “esperienze al manubrio” usando poi gli hasthtag #bikesharingnapoli #foto_napoli.

Ma quale futuro per Bike Sharing Napoli? Al di là dell'impegno dei ragazzi di CleaNap e delle buone intenzioni del Comune di Napoli, maggio è il termine che il ministero ha fissato per la sperimentazione. “Il governo è in ritardo nell'analisi della questione – spiega Sodano – diamo per scontato che dopo maggio ci sarà una proroga di ulteriori sei mesi”. “Il bando però era chiaro – prosegue il vicesindaco – Coloro che hanno fatto il progetto non possono continuare a gestirlo. Confidiamo che l'associazione trovi i mezzi per farne un'attività imprenditoriale giovanile, ad esempio occupandosi anche del car sharing. Sarebbe un peccato dover ricominciare tutto da capo. Ad ogni modo, se non si dovesse trovare un accordo col Miur utilizzeremmo, visto che si tratta di mobilità, l'Anm”. “Sarebbe una sconfitta se stazioni e bici dovessero essere restituiti al ministero – conclude Cristiano May – vogliamo trovare una soluzione in sinergia col Comune oppure, come succede altrove, trovare sponsor privati”.

Bike sharing Napoli, tutte le ciclostazioni

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