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Qualità dell'aria, resta critica la situazione in Campania

I dati diffusi dall'Istat relativi alla qualità dell'aria per le polveri sottili evidenziano miglioramenti al nord e al centro Italia, ma un peggioramento nella nostra regione

Secondo i dati diffusi dall'Istat relativi alla qualità dell'ambiente urbano, in Italia si conferma il trend di miglioramento della qualità dell'aria per le polveri sottili: rispetto al 2012 diminuisce da 52 a 44 il numero di capoluoghi dove il valore limite per la protezione della salute umana previsto per il PM10 viene superato per più di 35 giorni.

Miglioramenti si riscontrano al Nord (da 37 a 32) e, in proporzione, soprattutto al Centro (da 9 a 6).

Purtroppo la stessa cosa non si può dire per la nostra regione: nel Mezzogiorno, come evidenziano i dati Istat, c'è un peggioramento in Campania (da 2 a 4 dei capoluoghi della regione).

"Per l’insieme dei capoluoghi di provincia - si legge sul rapporto Istat -, sono attive in media 1,5 centraline fisse per il monitoraggio dell’aria ogni 100 km2 di superficie comunale, e 1,8 ogni 100 mila abitanti (valori in calo dal 2012).

Le densità più elevate si rilevano a Pescara (17,5 centraline per 100 km2), ad Aosta e La Spezia (circa 14), a Sondrio, Trieste e Cagliari (tra 8 e 10), a Mantova, Bergamo, Udine, Napoli e Avellino (tra 6 e 8). Ad Aosta, La Spezia, Sondrio e Mantova (tutte di media dimensione demografica), si riscontrano le dotazioni più elevate rispetto alla popolazione residente (più di 7,5 centraline ogni 100 mila abitanti).
Tra le città più grandi (tra 100 e 150 mila abitanti) valori elevati delle dotazioni si hanno a Pescara, Siracusa e Cagliari (tra 4 e 5 centraline). Nel 34% dei capoluoghi nel 2013 ha invece operato meno di una centralina di monitoraggio (calcolando l’indicatore in rapporto alla superficie). Si rileva meno di una centralina ogni 100 mila abitanti a Foggia, e in 7 grandi comuni14 (Torino, Milano, Verona, Bologna, Roma, Napoli e Messina)".

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