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Rapporto Ecomafia 2014: ancora maglia nera alla Campania per i reati ambientali

I dati di Legambiente confermano la Campania come core business nazionale. Un triste primato che vale sia per il ciclo illegale del cemento che per quello dei rifiuti. Ecco tutti i numeri

"Un mostro di cemento e rifiuti morde la Campania":  in vetta alla classifica italiana per i reati ambientali c'è ancora la nostra regione. I dati del Rapporto Ecomafia 2014 di Legambiente sono impietosi e confermano la Campania come core business nazionale. Un primato che vale sia per il ciclo illegale del cemento che per quello dei rifiuti.

I NUMERI del "dizionario dell'Ecocidio 2014": "Il 16% dei reati ambientali nel paese si registrano della nostra regione. 88 clan con un giro d'affari di circa 4,5miliardi di euro, 4.703 reati accertati, 13 reati al giorno, 4123 tra persone denunciate e arrestate e 1339 sequestri effettuati. La provincia di Napoli prima in Italia per numero di reati con 2569 infrazioni".

È questa l'istantanea impietosa di una regione "da troppo tempo in balia dell'ecomafia e in generale della criminalità ambientale, che non è spiegata solo dalla Terra dei fuochi e dai suoi drammi, ma anche dai mille risvolti ecocriminali che in tutta la regione continuano a trovare uno dei territori d'elezione. Di particolare rilievo, al riguardo, è lo sforzo investigativo compiuto in provincia di Napoli, diventata la prima in Italia come numero di illeciti (2569), seguita da Salerno (1193)" scrive ancora Legambiente.

"L'ecomafia - denuncia Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- è sempre lo stesso mostro che continua a mordere il paese e a ucciderne la bellezza. Troppo pericolosamente, come raccontiamo da più di 20 anni. E mentre comincia a mostrare qualche segno di cedimento, per merito di un'attività repressiva costante, nonostante i limiti di personale e risorse, e un'opinione pubblica oggi più attenta e consapevole dei rischi, la classe politica di casa nostra rimane pericolosamente immobile. Le pagine di questa nuova edizione di Ecomafia lo dimostrano drammaticamente. Senza una lotta efficace contro le varie forme di criminalità ambientale non ci potrà mai essere nessuna svolta green in Campania, né il rilancio della nostra economia sotto il segno dell'efficienza, dell'innovazione e della sostenibilità."

NON SOLO MAFIE: un "palcoscenico", quello dell'illegalità ambientale, che è sempre stato affollato da una vera e propria "imprenditoria ecocriminale che si avvale di professionisti e funzionari pubblici corrotti, colletti bianchi, banchieri, uomini politici e delle istituzioni. L'obiettivo è sempre lo stesso, privatizzare i beni comuni per fare affari, violando ogni legge e principio di buon senso". Un dedalo criminale che mette le mani in ogni settore, "nella gestione legale dei rifiuti, nelle pianificazioni urbanistiche, nelle filiere agroalimentari, nel campo dei beni culturali e della tutela del patrimonio boschivo e in genere di ogni ecosistema".

IL CICLO DEI RIFIUTI: 953 i reati accertati, quasi il 17% sul totale nazionale con 115 persone tra denunciate e arrestate e 412 sequestri. La provincia di Napoli guida la classifica regionale con 538 infrazioni, segue Salerno con 179. Terza la provincia di Avellino con 113, segue Caserta con 68 e chiude Benevento con 55.

TERRA DEI FUOCHI: non manca, nel rapporto, un focus sulle area a rischio contaminazione tra Napoli e Caserta, la cosiddetta "Terra dei Fuochi, "dove - si legge nell'anteprima del documento - la sospensione dei campionamenti sui suoli a rischio sembra l'ulteriore prova della mancata organizzazione e pianificazione della politica". Troppe domande senza risposte, ancora troppo poca la trasparenza. Necessario un cambio di rotta e la messa in campo, repentina, di azioni concrete. "Quello che stiamo vedendo ancora una volta va nella direzione contraria. Occorre invece procedere in maniera spedita: rafforzando l'attività di repressione dei fenomeni di smaltimento illegale, dando piena attuazione ai programmi di prevenzione sanitaria e di analisi epidemiologica (buona parte dei comuni interessati sono ancora senza Osservatorio sui tumori), procedendo alla delimitazione e alla successiva bonifica delle aree contaminate" si legge ancora.

IL "CICLO" DEL CEMENTO: "Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati, abusivismo. Leggendo i decreti di scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa si compone il mosaico della "Cemento Spa", che in dieci anni ha realizzato circa 60.000 case abusive, pari a oltre nove milioni di metri quadrati di superficie cementificata. Un assegno in bianco da mettere nella cassaforte dei clan e una manna per i colletti bianchi del mattone. I numeri delle forze dell'ordine sono un'ulteriore conferma: con 838 reati accertati (oltre il 15% del totale nazionale), 952 persone denunciate e 300 sequestri, la Campania guida la classifica nazionale dei reati legati al ciclo del cemento. La provincia di Napoli, con 350 infrazioni,406 denunce e 199 sequestri detiene la leadership assoluta. Segue Salerno con 203 infrazioni, 238 denunce e 54 sequestri. Terza la Provincia di Avellino con 159 infrazioni , 189 denunce e 16 sequestri. Chiudono la provincia di Caserta con 77 infrazioni, 79 denunce e 22 sequestri e Benevento con 49 sequestri, 40 denunce e 9 sequestri".

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