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Il Neapolitan Brain Group sempre più riferimento per la ricerca in campo clinico

Attivo da quattro anni il Neapolitan Brain Group ha visto partecipare alle sue riunioni circa 200 tra medici e ricercatori di base: tantissimi i giovani

La figura del medico scienziato è davvero scomparsa, come ha scritto qualche mese fa il New England Journal of Medicine, forse la più prestigiosa rivista medica internazionale? Napoli non la pensa così. E' infatti proprio nella nostra città che, nel 2015, è nato il Neapolitan Brain Group - NBG, un gruppo decisamente non convenzionale, che ha l'obiettivo di promuovere il confronto e la collaborazione tra medici prevalentemente dediti alla clinica e ricercatori di base: 8 le riunioni organizzate in questi 4 anni,  alle quali hanno partecipato attivamente circa 200 tra medici e ricercatori di base, giovani in formazione delle diverse Università ed Enti di Ricerca della Campania quali tirocinanti e tesisti, specializzandi, dottorandi, borsisti post-dottorato per discutere risultati e idee di ricerca.

“Con la creazione del Neapolitan Brain Group abbiamo cercato di incoraggiare e rendere più stabili le relazioni scientifiche tra clinici e ricercatori, investendo in particolare sulle giovani leve, con la speranza di avere un futuro con più ricerca nei programmi formativi” spiega il prof. Ennio Del Giudice, Presidente NBG.

La nuova riunione del Gruppo è stata fissata il 12 dicembre presso il Telethon Institute of Genetics And Medicine (Tigem) diretto dal Prof. Andrea Ballabio: è il primo meeting organizzato congiuntamente da Tigem e NBG e ha un programma decisamente articolato, con sessioni in cui clinici e ricercatori di base si confronteranno sui contributi personali che ciascuno è potenzialmente in grado di fornire alla comprensione e al trattamento delle patologie. 

Particolarmente ampio lo spazio riservato ai giovani ricercatori: infatti, una delle finalità del gruppo NBG è appunto quella di promuovere in maniera decisa la partecipazione attiva dei ricercatori più giovani per stimolarne le doti scientifiche e di confronto produttivo con i pari e con i colleghi più esperti e più anziani.  “La nostra ricerca spazia dall’interpretazione dei meccanismi molecolari delle malattie genetiche sino alla sperimentazione clinica di strategie terapeutiche innovative - spiega il Prof. Ballabio - risulta dunque evidente quanto le fasi della ricerca e della clinica siano strettamente collegate tra loro a doppio filo, in maniera imprescindibile”.

Nel corso della giornata saranno presentati più di 50 nuovi contributi di ricerca nel campo delle neuroscienze: come lingua ufficiale del meeting è stato scelto l’inglese, anche per consentire una completa partecipazione ai ricercatori stranieri presenti nei laboratori della nostra regione, come appunto accade nel caso del Tigem. Tutti i contributi che compongono il programma provengono da Centri regionali sia universitari che afferenti al CNR (es.: Università di Napoli Federico II, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Università di Salerno, Tigem, CEINGE, IBBR, IBB, ISPAAM, ISASI, ICB) e alcuni anche da centri fuori regione (es.: Neuromed, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma, European Brain Research Institute EBRI, Roma).

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