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Lezioni universitarie in realtà virtuale: parte da Napoli la didattica "esperienziale"

Per essere presenti in aula restando comodamente a casa

Il lockdown per l'emergenza Covid-19 ha portato alla sospensione di tutte le attività scolastiche e universitarie. Il distanziamento sociale, resosi necessario al fine di evitare possibili contagi, richiede alla didattica a distanza di fare quel passo di qualità per far sì che l'esperienza diventi performativa per tutti gli studenti. Anche i più analogici hanno la necessità di diventare digitali.

Carlo Alberto Zaccagnini, project manager di Citynews, ricordando l'esempio di Second Life e Facebook Spaces si è ritrovato a visitare AltspaceVR. "Ho installato Altspace e ho provato a fare un giro ma ho subito avuto una strana sensazione perchè, da subito, mi sono reso conto che qualcosa di diverso c'era dagli altri mondi poichè questo non aspirava minimamente al realismo nè con gli avatar (personaggi) nè con le ambientazioni. I 'pupazzetti' ricordavano la grafica della Nintendo wii e le ambientazioni, salvo le inutili sedie e gli inutili tavoli, erano posti un po' folli. Finalmente c'era poco realismo e tanta attenzione al dialogo tra persone. La prima cosa che colpisce è l'audio spaziale che contribuisce massicciamente a sentirsi immersi, pur senza visore, all'interno delle stanze perchè si percepiscono distintamente le provenienze delle voci infatti, se qualcuno ti chiama, ti giri immediatamente nella giusta direzione senza guardarti intorno nemmeno un attimo oppure, è possibile avvicinarsi ad una persona per ascoltarla meglio nel caso in cui il volume risultasse troppo basso", ci spiega.

Esperienza reale

"Si tratta di un mondo virtuale fruibile sia tramite un normale pc che tramite dei visori immersivi come ad esempio gli oculus. L'esperienza è bella, godibile e immediata e la mancanza di realismo nella grafica contribuisce a sentirsi in un posto 'astratto'. Ho coinvolto un collega e abbiamo pensato: 'Siamo tutti chiusi in casa da un mese, entrambi facciamo formazione, lavoriamo in ambito digitale, la didattica a distanza è obbligatoria e abbiamo una voglia matta di provare sul campo questa piattaforma'. Da lì è stato tutto molto rapido e in una settimana avevamo pronto un sistema di streaming live, un sistema di regia in grado di assemblare in tempo reale grafica e video, due docenti e una classe di giovani universitari che si sono prestati all'esperimento e, soprattutto, un ateneo tanto innovativo dall'accettare tutto questo! E così è avvenuta la magia, lunedì abbiamo tenuto insieme la prima lezione universitaria in realtà virtuale! Per quanto ne sappiamo è la prima volta nella storia (almeno in Italia). Era una lezione del professor Gianluca Arnesano dell'Università degli Studi di Napoli "Parthenope", in relazione all'esame di Digital Marketing del corso di Marketing e Management Internazionale che aveva me come ospite che, nello specifico, ho parlato ai giovani studenti dell'ecosistema di Google. Due ore di lezione virtuale in un ambiente virtuale con tanto di alzate di mano con domande, risposte e una presentazione 'proiettata' su uno schermo gigante. In aula eravamo 55 e quasi altrettanti ci seguivano in diretta streaming su youtube, i ragazzi sono stati tutti contentissimi e hanno chiesto al professor Arnesano di ripetere l'esperienza anche con le successive lezioni ma la cosa che più mi ha colpito è che alla fine della lezione una ventina di ragazzi si sono trattenuti a scambiare due chiacchiere con noi e, in modo del tutto naturale, ci siamo ritrovati a chiacchierare all'esterno dell'aula su un terrazzo virtuale. L'esperienza è stata straordinaria e penso che nel futuro della formazione qualcosa stia cambiando, essere presenti 'fisicamente' pur rimanendo a casa propria è qualcosa che nessuno di noi aveva mai provato prima nel profondo, siamo spesso stati delle facce messe in mosaico su uno schermo ma non ci siamo mai mossi veramente in un ambiente utilizzando atteggiamenti umani come, ad esempio, disporsi ordinatamente nella sala o mettersi in circolo intorno ad una persona che parla, queste cose non sono necessarie in un ambiente virtuale perchè se anche ci mettessimo con la faccia verso il muro sentiremmo lo stesso però, semplicemente, non lo facciamo perchè portiamo con noi dei costumi umani anche quando siamo composti di pixel. C'è ancora molto da studiare, da provare e da imparare e sia io che Gianluca stiamo già pensando a come creare nuovi eventi, nuovi spazi e nuove modalità di interazione con il pubblico e non è tanto scontato perchè qui tutto cambia e nessuno sa ancora come la cosa evolverà", conclude Zaccagnini.

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Location bella e ispirazionale

Gianluca Arnesano, docente dell'Università degli Studi di Napoli "Parthenope": "In questo periodo difficile e critico tutti hanno dovuto riorganizzarsi o lasciarsi riorganizzare. Alcuni settori ed alcune persone però hanno una vocazione speciale per provare ad innovare, migliorare o aggiungere un tassello in più. Abbiamo ricreato una location bella e ispirazionale in cui fare didattica ma soprattutto stare assieme. Chiaramente tale soluzione di docenza in realtà virtuale non è esclusiva ma integrativa perchè le lezioni precedenti si sono tenute in videoconferenza 'tradizionale' e così saranno anche molte delle prossime. Quelle post-Covid invece torneranno poi ad essere svolte regolarmente in aula. Questa della realtà virtuale è stata una sperimentazione che si ripeterà e che impiegheremo anche in molti altri ambiti anche extra accademici però, in questo caso, è stata un'esperienza integrativa e non esclusiva e mi ha insegnato alcune cose":

  1.  Le persone vogliono vedersi per intero ... no ai faccioni.
  2. L'eccellenza è contagiosa". Non serve avere una medaglietta, un certificato o un attestato; se hai a che fare con persone eccellenti prima o poi una idea buona viene anche a te.
  3. Se l'ostacolo è vicino ed è basso è facile lanciare il cuore oltre l'ostacolo. Le innovazioni incrementali sono le più diffuse e sono quelle che cerchiamo di portare nel nostro lavoro. Cercare di migliorare un processo o un servizio è doveroso ma quando le condizioni non sono più le stesse bisogna che l'incremento sia tanto. Bisogna lanciare il cuore oltre l'ostacolo ed occore che l'ostacolo sia alto.
  4. Dobbiamo lasciarci entusiasmare dai più giovani.
  5. Bisogna Osare! se non ora quando? In qualsiasi settori ci si trovi ad operare è questo il momento per fare qualcosa, prendere una posizione e osare.
  6.  Il post evento è più bello dell'evento: non andiamo agli eventi per ascoltare relatori, o almeno non solo. Andiamo per relazionarci e per intrattenerci a commentare e riflettere assieme su cosa ascoltato. La cosa più carina ed umanizzante di ieri è stato quando dopo lezione ci siamo spostati fuori ed abbiamo continuato a chiacchierare come faremmo in una lounge o in uno spazio esterno di un evento. Slegati dalle gerarchie, disposti in circolo come staremmo nella realtà e uniti dall'interesse comune. Ecco questo momento non potrà darcelo nessun servizio di streaming e nessun webinar.

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