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Come cambierà l'insegnamento dopo la pandemia da Coronavirus

Danilo Iervolino, presidente dell'Università Telematica Pegaso, parla del futuro dell'insegnamento alla luce dell'esperienza dell'isolamento anti-contagio

Danilo Iervolino, presidente dell'Università telematica Pegaso, ai primi posti tra le preferenze degli universitari italiani, spiega quale potrà essere il futuro dell'insegnamento universitario alla luce dell'esperienza dell'isolamento anti-Coronavirus che tutto il mondo sta vivendo:

"Il nostro obiettivo è, da sempre, di mettere lo studente al centro, per questo siamo diventati il più grande ateneo telematico di Italia. Anche in questa contingenza così difficile per il nostro Paese e per il Mondo, siamo vicini ai nostri iscritti puntando sulla potenza della tecnologia, sulla qualità della didattica e della ricerca e sulla migliore metodologia didattica per accompagnarli con successo al traguardo finale. Lo abbiamo fatto 14 anni fa, rivoluzionando il settore della formazione, continuiamo a farlo oggi con l’istituzione degli esami di profitto e della discussione della tesi online.

In tempo di pandemia, non è necessario scegliere tra la difesa della salute e la realizzazione dei propri obiettivi. I nostri studenti possono tranquillamente coniugare le due esigenze. Basta essere in possesso di un pc, di una webcam, di una buona connessione internet e della scansione di un documento di riconoscimento. Lo studente entra in piattaforma dove trova tutti gli appelli utili, si prenota e sostiene l'esame nei giorni e negli orari indicati. A fine prova, non deve far altro che attendere la convalida della verifica.

E’ bene, soprattutto in un momento di sbandamento come quello che viviamo, aprire una finestra di riflessione sull’intero sistema universitario. Oggi anche le università stanziali individuano nell’e-learning un’opportunità per aiutare ad azzerare le distanze – siano esse temporali, territoriali o generazionali - tra docente e discente, ma è necessario ragionare tutti insieme sui principi che hanno promosso questa metodologia, sui cardini principali sui quali essa si fonda, sugli evidenti riverberi sulla società.

L'e-learning, insomma, non è non deve essere considerato come la pedissequa trasposizione del vecchio modello di studio in presenza sull’online, ma vive e si regola mediante metriche codificate. È necessario avere strumenti tecnologici adatti a una didattica erogativa e interattiva, c'è bisogno di una metodologia ad hoc, attraverso il supporto di figure specializzate, ben inquadrata in quella del tutor, e poi bisogna avere contenuti certificati e scientificamente validi. La vera rivoluzione di pensiero, però, deve avvenire nel processo di valutazione, perché le regole di ingaggio cambiano e devono essere parametrate al tempo e al contesto. La persona e, segnatamente lo studente, non deve essere giudicata individualmente ma essere valutata a seconda del gruppo, dell’influenza e dell’ingranaggio che essa stessa rappresenta nella propria comunità, nel proprio territorio, nel proprio lavoro".

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