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Scampia: il Comune sfratta il centro educativo per bambini e disabili

L'accusa della consigliera Roberta Giova del Gruppo La città: "Un gesto vergognoso"

“Con che coraggio l’Amministrazione comunale ha deciso di sfrattare improvvisamente un centro educativo per ragazzi a rischio ed una piscina dove svolgono attività riabilitative anche ragazzi con disabilità, senza prima offrire loro uno straccio di soluzione alternativa?"  La consigliera Roberta Giova del gruppo “La Citta” di Napoli non usa mezzi termini e, in un comunicato al vetriolo, accusa: "E' un gesto a dir poco vergognoso. E per di più a Scampia, un quartiere già di per sé difficile, dove i servizi educativi territoriali scarseggiano e dove realtà come quelle sono di fondamentale importanza. Il Comune, prima di mettere alla porta decine e decine di bambini e ragazzi, con modalità, a giudicare dalla cronaca dei fatti, alquanto sconcertanti, perché non si è attivato per garantire il prosieguo delle attività altrove?".

Per limitare i disagi e consentire almeno ai ragazzi del centro educativodi proseguire in qualche modo alcune attività, Giova spiega di aver inviato una nota alla Protezione Civile con cui chiede la disponibilità di moduli abitativi temporanei.

“L’educativa territoriale - spiega Giova - svolge un ruolo essenziale nella crescita evolutiva e relazionale dei minori, soprattutto quando opera su territori difficili e di frontiera, come accade per il centro di Scampia. Parliamo di un centro che per anni ha fornito sostegno educativo ed assistenza a tanti bambini e ragazzi che ora, all’improvviso, così come la piscina, il Comune ha deciso di chiudere. Premesso che non solo i disciplinari di funzionamento escludono che il servizio possa essere sospeso all’improvviso, senza programmare locali temporanei alternativi, mi chiedo come possono gli Assessori alle Politiche sociali e allo Sport consentire tutto questo? Solo ora che il guaio è fatto, con tutte le ripercussioni negative che ovviamente si stanno riflettendo sui minori e sulle loro famiglie, ancora increduli di fronte a tanto pressapochismo, da Palazzo San Giacomo arrivano le prime timide promesse di risoluzione. Ma intanto questi bambini dove andranno? Ancora non è dato saperlo.” 

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