I quattro monologhi “Senza Niente”
Dal 18 al 20 dicembre, la Sala Teatro Ichos ospita Teatro Magro, gruppo teatrale di ricerca con sede a Mantova e diretto da Flavio Cortellazzi. In scena, quattro monologhi seriali Senza Niente che presentano il punto di vista della realtà di chi lavora in teatro.
Un progetto che dichiara la disorganicità della cultura italiana, da più parti ignorata e lasciata nel silenzio più assordante. Il tema della crisi del teatro prende forma proprio attraverso la prospettiva, lo stile di vita, delle figure professionali che lavorano nel/col teatro: L’ATTORE, IL PRESIDENTE, L’AMMINISTRATORE, IL REGISTA. Un teatro che racconta e si racconta senza ricette preconfezionate, ma prendendo le distanze dall'oggetto della narrazione e contemplando il reale con sguardo critico, che stimola riflessioni e smuove le coscienze con eleganza, facendo nascere sulle labbra dello spettatore un sorriso dal retrogusto amaro.
Venerdì 18 | ore 21.00
Senza Niente 1
Senza Niente 2
Sabato 19 | ore 21.00
Senza Niente 3
Senza Niente 4
Domenica 20 | ore 19.00
Tutti e quattro i monologhi
info e prenotazioni:
Ichòs Zoe Teatro
3357652524 ; 081275945.
Mail: promozione@ichoszoeteatro.it
SENZA NIENTE – L’Attore
regia Flavio Cortellazzi
con Alessandro Pezzali
Un monologo nel quale il confine tra attore e personaggio diventa labile, così come è labile il limite tra finzione e realtà. Una pièce teatrale sincera, che rispecchia la società in cui viviamo, perché l’attore “è rimasto davvero senza niente”.
Un attore ben consapevole del proprio ruolo, ma frustrato dal sistema che non valorizza il teatro, aberrandolo alla schizofrenia di generi e di livelli qualitativi discutibili, denuncia una classe politica totalmente disattenta alla cultura. Cultura che invece deve tornare ad essere partecipazione rispettosa, diventando faro di pensiero, massima interprete della civiltà di un territorio. Cultura che deve scrollarsi di dosso la fragile dimensione amatoriale, abbandonando esibizioni d’effetto.
Fare l’attore non è una passione, è una professione.
«Senza Niente 1 è stato concepito in prove con caldo da inferno, atmosfera di una pianura estiva che devastava tutto, ma l'opposto che ci eravamo fissati di eseguire in scena doveva nascere, doveva contrastare la temperatura: muscoli sciolti, testa lucida e sudore. Nasceva lo spettacolo, il rito, l' impossessarsi di un potere, la possessione di un materiale drammaturgico che fosse una ‘solo-performance’, concepire un testo teatrale che desse forma a tutto quello che avevamo visto e che da dentro detesti/odi/crea rigetto/offesa/imbarazzo/ira, ira che non vedi come peccato capitale, ma che bevi per dissetarti e decidere. Lavoro che suda invasione, urla dalla gola umida, atti mossi da istinti bestiali, stanchezza fisica che e' stanchezza dell'occhio stanco dell'orrore di un teatro vacuo e fuori dal tempo.» (A. Pezzali)
Senza Niente ha debuttato il 19 luglio 2011. Ha partecipato a Kilowatt Festival Sansepolcro 2012 e a Roma Fringe Festival 2012 (Alessandro Pezzali migliore attore al Fringe)?
SENZA NIENTE 2 – Il Presidente
regia Flavio Cortellazzi
con Marina Visentini
Esistono figure di rappresentanza nel mondo culturale che sono quotidianamente divise tra arte ed economia, in bilico. Che si devono fare spazio tra i meandri delle istituzioni, delle amministrazioni pubbliche. Le difficoltà e le nevrosi di un Presidente, privato, e per questo provato.
Essere a capo di un’impresa culturale in cerca di emancipazione, inserendosi in un ambiente ostico nel quale è fondamentale procurare commesse, intrattenere pubbliche relazioni, mostrarsi imprenditore e manager competente. Un’attrice che racconta cosa vuol dire essere presidente, o un presidente che si racconta come attrice? Una persona competente, le cui capacità non si misurano con l’identità di genere, ma solo col metro del merito. Nonostante il momento contingente, di arte e di bellezza si può vivere.
«Mi chiedo sempre come posso prepararmi al meglio per interpretare il mio monologo. Dovrei trattarmi bene concentrarmi prendermi gli spazi necessari per ritrovarmi, ma poi tutto il resto, l’ordinario prende il sopravvento e mi arrendo all’idea che il teatro non riesce più a prendersi il tempo che si merita.” MARINA 2: “Finito il monologo molte persone mi guardano con una certa pena, come se fossi un’eroina stanca e mi chiedo sempre quale idea si fa di me il pubblico che se ne va frettolosamente senza avvicinarsi rubandomi un’immagine di cui non ho il controllo.» (M. Visentini)
SENZA NIENTE 3 – L’Amministratore
regia Flavio Cortellazzi
con Andrea Caprini
Una figura apparentemente estranea al mondo dell’arte. Tuttavia in grado di tradurre l’opera artistica in termini economici. Termini spesso incomprensibili e oscuri. Rendicontazione. Interessi. Budget operativi. Piani strategici. Un percorso a ostacoli ineluttabile per la sopravvivenza di un’impresa culturale.
Se i conti non tornano, il piatto piange. E anche l’amministratore.
L’artista deve vivere di qualche cosa, non solamente di gratificazione. Se l’artista si considera un professionista, deve far valere i suoi diritti di lavoratore e pretendere compensi spesso non quantificabili. Come un atleta che affronta una gara: affaticando ogni muscolo, ogni sinapsi, indirizzando ogni sforzo ad un risultato non sempre prevedibile.
Sfortunatamente i numeri non mentono. La matematica non è un’opinione. E allora emerge qualche certezza cui aggrapparsi. Teatro Magro è un’impresa a tutti gli effetti e per sopravvivere, o meglio, vivere bisogna fare i conti. Un contabile serve.
?«Ogni volta che vado in scena mi sembra sempre alla fine di rimanere senza niente, vuoto, svuotato. Quando vanno via tutti, voglio essere l'ultimo ad uscire dalla sala. Gli altri mi aspettano fuori, sono lento, mi cambio, mi lavo, riordino. Voglio assaporare da solo gli ultimi istanti. Mi piace quella sensazione di potere. Piccola. Innocua. Gli altri che aspettano fuori. La rockstar (di un piccolo paese).» (A. Caprini)
SENZA NIENTE 4 – Il Regista
regia a cura di Teatro Magro
con Flavio Cortellazzi
Con il contributo di NEXT – “laboratorio delle idde per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo”
Il regista sogna di giorno. Produce e seleziona le idee.
La sera il regista è sul palco. Il pubblico guarda il regista in scena, oppure il regista guarda il pubblico in scena? Il regista ha presente tutto, presta attenzione a ciascuno.
Quando la creatività è ultima, allora significa che siamo rimasti proprio senza niente.
Il regista veicola idee, messaggi, valori culturali ed estetici, è colui che dirige registicamente l’attore o gli attori, valorizzandone i talenti e le peculiarità. Il regista oggi più che mai ha dei doveri. In crisi perpetua, alla ricerca di un equilibrio tra idea e contesto socioculturale, il regista lotta contro il tempo, perché il tempo è denaro, perché ad un’idea non si può dare un tempo di stagionatura, e nemmeno una data di scadenza.
?«Io mi sento opinione comune dei miei attori, da sempre. Io mi sento di dirlo, e perché sia possibile ho bisogno di uno spazio e di un pubblico. La necessità ora che nasce è data dal fatto che bisogna essere per arrivare. Basta l'ornamento, basta la maniera, basta. Tutto quello che ci sta intorno è solo periferico. Come nella città è il centro che pulsa, che interessa, e stabilisce il resto. Voglio far vedere il centro, perché si possa capire che cos'è questa bellissima professione, che non è solo lavoro, ma idea, sentimento, attività. Professione è anche dichiarare, dimostrare, oltre ad essere un mestiere. Fatto artigianalmente, intellettualmente, meticolosamente, nel piccolo, per farlo conoscere al grande. Bisogna dirigere, dirigersi. Attenzione, è teatro, e il patto stabilito da sempre è che ci crediate. Vi conduco io. Poi fate voi.» (F. Cortellazzi)
Recensioni:
"Un monologo "puro", come si evince dal titolo stesso dello spettacolo: un attore di fronte al suo pubblico. Per di più un attore che racconta l'attore, il mestiere, o meglio, i mille modi di essere attori. Una carrellata interminabile ed esilarante di generi teatrali, presi sotto osservazione, senza altre parole oltre a quelle strettamente necessarie per caratterizzare ogni personaggio."
[«Krapp's Last Post»]
"I due monologhi, poggiati interamente sulla bravura interpretativa dei due interpreti solisti, convincono tanto nei contenuti che nella presenza attoriale e analizzano in modo impietoso il teatro d’oggi [...]"
[«Traiettorie.org»]
"Ecco, allora, che dietro alla macchietta dell’amministratore, che Caprini incarna con estrema aderenza a quello che potrebbe essere lo stereotipo di una figura del genere, emerge l’attore che arranca, che conosce le difficoltà del suo mestiere."
[«Scene Contemporanee»]
Teatro Magro
Teatro Magro nasce a Mantova nel 1988, sotto la direzione artistica del regista Flavio Cortellazzi.
Sviluppa la propria attività in ambiti diversi, presentando un'offerta culturale, divulgativa, sociale ed educativa, variegata e multidisciplinare. Denuncia lo stereotipo e il luogo comune, la retorica attraverso un taglio ironico che mantiene alto il livello di attenzione e l'osservazione critica della realtà.
Ogni creazione è il risultato di un lavoro collettivo in cui soci e collaboratori uniscono le proprie competenze e percorsi formativi, in modo sinergico, mettendo in campo processi d'innovazione, prestando attenzione alla contemporaneità, con uno stile immediatamente riconoscibile, essenziale e pulito, che arriva dritto al contenuto: "magro".
Sito web: www.teatromagro.com
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