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Oscura immensitá al Bellini

RECENSIONE DI OSCURA IMMENSITÁ AL BELLINI

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

Oscura immensitá al Bellini

Termina al Bellini "oscura immensitá" con successo di pubblico e di appalusi per Alessandro Gassmann che non si smentisce nemmeno come regista. Bravo, preciso, attento alle sfumature, ai dialoghi, all´intimo della persona che cambia modo di essere e di pensare in ogni momento. E gli affermati Giulio Scarpati e Claudio Casadio, nella parte di Silvano Contin e Raffaello Beggiato.

La magia del teatro é questa. Ti catapulta in uno scenario immaginario e fa rivivere la vita quotidiana. Sono, infatti, le emozioni, i sentimenti rabbia, i turbamenti che danno voce alla storia dei due personaggi in scena: Silvano Contin, padre e marito, rispettivamente, di Enrico e Clara, uccisi durante una rapina e Raffaello Beggiato, il colpevole del duplice omicidio insieme ad un complice riuscito a sfuggire ed a restare impunito.

Entrambi, da quel tragico evento, si rinchiudono si isolano: l'uno nel proprio dolore, che non ammette perdono; l'altro nella piccola cella di uno squallido carcere. Per entrambi il tempo si è fermato, irrimediabilmente; Contin, costretto a guardare sempre al passato, all'esatto momento in cui la sua famiglia è stata improvvisamente distrutta; Beggiato, invece, guarda al futuro poiché se la sua richiesta di grazia verrá accolta, potrà vedere elusa la sua condanna all'ergastolo e provare a ricostruirsi una esistenza, in un paese lontano.

Posti sullo stesso piano narrativo e scenico, ma mai messi nella condizione di incontrarsi, Contin e Beggiato, vivono il dolore, il buio di una esistenza compromessa secondo distinzioni nette, con la possibilità che i ruoli si invertano, così che il "buono" diverrá capace di ottenere vendetta macchiandosi esso stesso di un crimine, e il "cattivo" rinuncia a fare i nomi di chi era con lui addossandosi unicamente le colpe.

 

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