"Sigillo": mostra di Ugo Simeone
Giovedì 08 giugno 2017 alle ore 17:00 si inaugura la mostra di Ugo Simeone dal titolo Sigillo.
L'esposizione, che resterà visitabile fino al 7 luglio 2017, presenta cinque immagini fotografiche, allestite su dibond, della misura di 77 x 78 cm ciascuna. Le immagini, dal titolo Plettro, Tetrade, Atrio, Area e Armonia, sono parte di una teoria immaginifica, che compone una polifonia.
Polifonia visiva-silenziosa. Sono disegni fotografici liberamente tratti dalle Cosmometrie di Giordano Bruno. Scrive Antonello Scotti, propositore del progetto per Spazio NEA: "Sono figure amorfe, come amorfo può essere un pensiero remoto che accomuna tutti noi: quale forma ha l'universo, di quanti mondi è composto l'universo? Su un campo nero assoluto si configurano globi grinzosi che sembrano formarsi sotto i nostri occhi, organizzati in un ordine, mai casuale, sempre attraverso rapporti compositivi ferrei. Seguendo schemi di forze vettoriali che sostengono il campo dove si formano gli oggetti della visione. Il nero non è un dato estetico, né un dato preconfezionato: il nero qui, si presenta come luogo antinomico: come luogo della quiete, come luogo del fervor naturale. Antinomia di forze verso quell'area imponderabile, dove l'ispirazione poetica trova la sua casa. Casa che ospita, che informa di sé gli oggetti i quali non sono dispiegabili attraverso teorie estetiche, ma forse attraverso la contemplazione; pratica estatica per una possibile comprensione dello stare dell'uomo nel mondo, nei mondi. La fotografia è qui un dispositivo, con la quale poi, attraverso la camera chiara, il fotografo con il sapere profondo di pittore a velatura, costruisce dal fondo atavico un colore indefinito. Un colore che sortisce dal sapere riconoscere le illimitate materie che compongono la formazione degli oggetti del cosmo, dell'esistenza. Oggetti-figure che prefigurano l'attesa di una visibilità che non mostra. Figure composte di stratificazione di disegni fotogenici delle memorie di cui tutti noi portiamo inconsciamente le forme. Forme le quali compongono figure dissimili: figure icastiche. Astrazioni di eventi-luoghi ai quali non si può dare un nome perché non contemplate in nessun sistema segnico, in alcun sistema di comunicazione. Immersi in una crudele quiete di ghiaccia materia, sia il tempo che lo spazio restano in una soluzione sospesa, invisibile agitatrice di memorie arcane. Per comprendere nella sua totalità il Sigillo è necessario il distacco dal sensibile, la nascita di un fuoco interiore…, l'acuirsi dei sensi interni (memoria e immaginazione) che accendono il lume razionale, che si illumina e vede le trame divine".
Questa esposizione è la seconda di una rassegna dal titolo Territorio e impronta che prevede la presenza, fino ad ottobre 2017, nella Sala delle "mura greche" della BRAU Biblioteca di Area Umanistica - Università Federico II di Napoli, di quattro mostre di artisti appartenenti a generazione diverse, i quali in vario modo utilizzano il mezzo della fotografia come dispositivo visuale. L'idea di percorso espositivo proposta per il Complesso di S. Antoniello a Port'Alba è, attraverso l'arte visiva, parte integrante di un progetto più ampio dell'Area Arte Bellini, brand già annunciato a ottobre 2015, che connota l'aria del centro storico come distretto delle arti. Negli intenti si vuole costruire un appuntamento annuale, facendo così della BRAU Biblioteca di Ricerca Area Umanistica un luogo di incontro culturale aperto all'arte nella sua accezione più ampia. Questo, anche, per la costituzione di una collezione la quale si formerà nel tempo, attraverso donazioni di opere degli artisti invitati. L'obiettivo è aprire un dialogo trasversale, tra la migliore produzione nelle arti visuali e le discipline umanistiche. Intessere così un intreccio di interlocuzione tra i giovani studiosi che frequentano la biblioteca e gli artisti invitati a presentare le proprie opere. Un dibattito continuo sul farsi dell'arte al di fuori delle dinamiche di mercato.
Questo primo percorso, prevede quattro mostre, di quattro artisti, di generazioni differenti, i quali utilizzano lo strumento della fotografia, come pensiero fotografico. Quindi fanno del fotografare, sia un momento di traccia del reale, che impronta di un pensare. I lavori inediti, sono di fatto pensati per il luogo, per dialogare con l'ambiente memoriale rappresentato dal luogo stesso. Dopo "Mefite" di Salvatore Esposito (4 maggio - 1 giugno 2017) e Ugo Simeone (8 giugno - 7 luglio) con "Sigillo", seguiranno a settembre e ottobre Andrea Bove e Marco Rossetti.