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Napoli, cento luoghi d'arte aprono le porte per «Open House»

Il 26 e 27 ottobre il primo festival dell'architettura per raccontare la Napoli storica, ma anche quella moderna e contemporanea. L'Ordine Architetti: "sinergia vincente"

Raccontare la Napoli storica ma anche quella moderna e contemporanea è l'intento di «Open House», primo festival dell'architettura in programma domani e domenica, 26 e 27 ottobre. Durante il fine settimana, napoletani e turisti potranno andare alla scoperta di circa cento luoghi e percorsi. Ad aprire le proprie porte ai visitatori saranno, solo per citare alcuni esempi, il Complesso monumentale di San Nicola da Tolentino, il Convitto Vittorio Emanuele II, la Fondazione Foqus, la chiesa dei SS. Demetrio e Bonifacio, il Complesso dello Spirito Santo, ma anche il Mann e il Madre con percorsi dedicati, il teatro Mercadante, alcuni cantieri come il cantiere Pignasecca, il cantiere della stazione metro Municipio, la centrale operativa della linea 1 della metropolitana. E ancora gallerie, studi di architettura e aree verdi come il Parco del Poggio e il giardino e ipogeo di Babuk.

«Siamo entusiasti nel sostenere questa iniziativa di respiro internazionale alla sua 1° edizione a Napoli dopo Roma, Milano, Torino. Un fenomeno in vertiginosa crescita nel quale l’Ordine degli Architetti ha creduto fin dall’inizio come opportunità per i propri iscritti nel prendere parte attiva al dialogo tra architettura, istituzioni, città, strizzando l’occhio alle più importanti città del mondo; Infatti è stata proprio un architetto della città metropolitana di Napoli, Sara Scapicchio, responsabile del Programma, con cui Openness, con il suo Direttore Stefano Fedele, il Co-Direttore Alessandra Thomas, e tutta la squadra, a portare Open house a Napoli», dichiarano il Presidente Leonardo Di Mauro ed il Consiglio degli Architetti PPC di Napoli e Provincia.

L’Ordine degli Architetti ha abbracciato e sostenuto attivamente l’iniziativa con il Vice Presidente Domenico Ceparano: «Come in tutte le città del circuito Open House, il dialogo con gli Ordini degli Architetti è un’occasione importante, sia per mettere in evidenza, raccontare e far toccare con mano ai cittadini progetti, proposte, visioni dell’architettura e dei sui protagonisti sul territorio; sia per costruire uno scambio costante durante tutto l’anno sul tema della città che verrà».

Nella conferenza stampa, tenutasi nei giorni scorsi alla presenza della consigliera dell’Ordine degli Architetti di Napoli Giuliana Andretta, si è ribadita la volontà e l'idea di «avviare un cammino che restituisse ai Napoletani la capacità di sognare la loro città del futuro, rinnovasse il senso di appartenenza e ne evidenziasse le potenzialità in essere».

L’Ordine nel prestare la sua attiva collaborazione anche in vista dell'edizione 2020, con il Dipartimento di Formazione ed Internazionalizzazione coordinato dal consigliere Antonio Coppola e dal vice arch. Francesca Natale, è riuscito per la prima volta ad inserire il circuito Open house con i suoi itinerari di visita negli eventi meritevoli di crediti formativi previsti per gli stessi architetti, inoltre diversi iscritti hanno dato la loro disponibilità quali volontari nelle attività che si svolgeranno in questi due giorni. 

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