Madama Butterfly in scena al San Carlo
Dal 25 maggio al primo giugno, al Teatro di San Carlo in scena Madama Butterfly, tragedia giapponese in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dedicata alla regina d'Italia Elena di Montenegro e tratta dalla tragedia Madame Butterfly di David Belasco, a sua volta tratta dal racconto Madame Butterfly di John Luther Long
Direttore | Gabriele Ferro
Regia | Ferzan Ozpetek
Costumi | Alessandro Lai
Interpreti
Madama Butterfly / Cio Cio-San, Aleksandra Kurzak / Amarilli Nizza
F. B. Pinkerton, tenente della marina degli Stati Uniti, Piero Pretti / Luciano Ganci
Suzuki, servente di Cio Cio-San, Anna Malavasi / Alessandra Visentin
Sharpless, console degli Stati Uniti a Nagasaki, Claudio Sgura
Goro, nakodo, Massimiliano Chiarolla
Lo zio Bonzo, Luciano Leoni
Il Principe Yamadori, Paolo Orecchia
Kate Pinkerton, Rossella Locatelli
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Nuova Produzione del Teatro di San Carlo
Spettacolo in Italiano con sovratitoli in Italiano e in Inglese
Durata: 3 ore circa con intervallo
Nonostante il clamoroso fiasco della prima (Madama Butterfly in due atti andò in scena al Teatro alla Scala il 17 febbraio 1904) dovuto alla sua portata innovativa che guardava agli sviluppi più recenti del teatro musicale europeo, Puccini così scrisse a un amico a proposito di Madama Butterfly: “Con animo triste ma forte ti dico che fu un vero linciaggio… ma la mia Butterfly rimane qual è, l’opera più sentita e suggestiva che io abbia mai concepito”. Per la nuova produzione di questa grande opera delle piccole cose, il Teatro San Carlo ha scelto lo sguardo di Ferzan Ozpetek che torna a Napoli dopo i successi de La Traviata (in teatro) e Napoli Velata (al cinema). L'opera mette al centro l'uomo, come, in effetti, accade anche nel cinema del regista turco. E la musica? «E' il linguaggio dell' inesprimibile e dell' inespresso, dice anche il non detto - afferma Ozpetek –. È la musica a redimere i personaggi, è una bellezza che sublima. Anche nel cinema la musica è fondamentale, come il silenzio. La densità degli stati d' animo è fluida, come l'acqua che passa attraverso stati diversi. Ci si commuove solo quando la nostra anima si muove con le emozioni dei personaggi. Mi piace pensare che ciò che resta fuori dall'inquadratura non si perda nel nulla. Si può dire anche senza dire. La realtà del cinema è oltre l' immagine, riprende la dinamica fluida dell'interiorità».
Foto@L.Romano