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Domenica, 28 Aprile 2024
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Fernanda Pinto ospite di Next Generation (NA)

Nel terzo appuntamento del format crossmediale, l’assessore al Lavoro e alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli, Chiara Marciani, intervista la content creator Miriam Landi

Nuovo appuntamento con la seconda edizione di Next Generation (NA), progetto crossmediale di 4 puntate organizzato dall’Assessorato al Lavoro e alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli, con la direzione scientifica del SocietingLAB in collaborazione con l’Osservatorio Giovani del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Il format è portato avanti con mezzi di comunicazione digitali e con il supporto di prestigiosi partner media quali Repubblica, NapoliToday, radio Kiss Kiss e Videometro.tv.

Sulla scorta del successo ottenuto dalla prima edizione - che lo scorso anno ha raggiunto più di 2 milioni di giovani - Next Generation (NA) si propone di avviare una campagna di consapevolezza volta ad avvicinare l’amministrazione comunale alle reali esigenze dei giovani di Napoli nella convinzione che, troppe volte, le istituzioni non riescono ad intercettare tensioni, sogni e desiderata delle nuove generazioni. Questo vuoto è spesso riempito da un uso non sempre critico delle piattaforme social che spesso sono “abitate” da personaggi che, seppur popolari, non sempre mostrano stili di vita e prospettive edificanti, soprattutto per chi non ha ancora strumenti critici forti e consolidati.

A partire da questi ragionamenti, anche quest’anno sono stati individuati 4 influencer positivi: Miriam Landi, Jacopo Cardillo (Jago), Fernanda Pinto e Carola Moccia (La Niña). La parola influencer viene utilizzata proprio nella volontà di risignificarne il senso, guardando non solo alle metriche di vanità (numero di like e follower sui social), ma al reale impatto trasformativo che giovani come loro, nel proprio agire pubblico, possono avere sui loro coetanei (e non solo).

Le puntate di Next Generation vedono l’assessore Chiara Marciani intervistare i quattro giovani ospiti le cui storie emblematiche sono spesso storie collettive e che possono indicare preziose vie di fuga verso una visione rinnovata della Città.

Il 5 gennaio, il format ha visto come ospite l'attrice e content creator Fernanda Pinto. Di seguito, l'intervista integrale:

Marciani
Buon pomeriggio a tutte a tutti e bentrovati a una nuova puntata di Next Generation Napoli, un format pensato dall'assessorato ai Giovani del Comune di Napoli con l'intento di avvicinare la pubblica amministrazione ai giovani e fare in modo che ci possa essere un'immagine di Napoli che accolga e sappia dar voce alla prossima generazione. Una nuova edizione di Next Generation, dopo quella dello scorso anno, che ha messo in contatto la nostra amministrazione con più di 2 milioni di giovani e che, soprattutto, ci ha dato l'opportunità di stabilire quelle che dovevano essere le politiche giovanili, insieme a quelle che sono stati i suggerimenti e le suggestioni, appunto, nate con la prima edizione di Next Generation.

Una nuova edizione con un contributo anche nuovo, grazie anche a un’ospite di eccezione: Sara Penelope Robin, che è stata un ospite nella prima edizione e che quest'anno ci farà compagnia con domande, suggerimenti e anche qualche provocazione. Non mi dilungo oltre perché sono molto contenta di presentarvi la nostra nuova ospite e per farlo guardate insieme a me un video.

Ciao Fernanda e benvenuta a questa nostra puntata di Next Generation Napoli. Tutti ti conoscono per la tua esperienza con la web factory di Casa Surace, una casa di produzione con un 400 milioni di visualizzazioni. Adesso tutti ti stiamo apprezzando in una produzione teatrale qui a Napoli, che appunto ha dato modo di conoscere anche questo tuo altro aspetto. Partiamo, però, dall'inizio.

Come ti sei avvicinata al mondo della recitazione? Come sei entrata a far parte del team di Casa Surace?

Fernanda Pinto
Innanzitutto buongiorno. Grazie per avermi invitata. Sono molto onorata di questo invito. Come è iniziata? In realtà è iniziata un po’ per caso. Non volevo fare l'attrice, non è quel sogno di bambina come dicono alcuni “ho iniziato a due anni”. No. In realtà io cantavo, mi piaceva molto cantare, quindi volevo fare la cantante. Poi però a scuola, insomma, c'era questo corso di teatro pomeridiano al liceo, tra l'altro.

Quindi ero già più grande, 14/ 15 anni, forse anche 16. Iniziai questo corso di teatro, da lì mi piacque molto. Poi ho cominciato un po’ a girare con questa piccola compagnia, questo nostro maestro ci portava un po’ in giro a fare gli spettacoli, quindi mi appassionai un po’ questa vita da nomade che tuttora conduco e che mi piace. In realtà io ho iniziato con un processo un po’ inverso perché a 16 anni mi sono ritrovata per caso a fare un provino con il pensiero che le prove di questo spettacolo si facessero a Napoli. in realtà si facevano a Roma, quindi non sono andata a scuola per un breve periodo. Quindi è iniziato quel processo inverso, cioè lavorando. Ed è stata la mia prima esperienza in un musical. Quindi in realtà univo le due cose, cioè cantavo e recitavo e da lì poi insomma, ho iniziato a studiare musical, poi ho conosciuto Casa Surace, ma in realtà ho conosciuto il regista di Casa Surace che era venuto a vedere uno di questi spettacoli che facevo con la mia scuola, quindi erano dei saggi, però veramente di ottima qualità, devo dire. E quindi lui è rimasto colpito e, amico del mio maestro recitazione, mi disse “Guarda, noi stiamo facendo dei video su Facebook” all'epoca erano delle cose nuovissime, non dico nasceva Facebook perché era già nato da qualche anno, però nasceva questo nuovo modo di comunicare che erano i video e nascevano, diciamo questi “artisti” che si esibivano anche poi sul web.

Quindi ho detto “Vabbè facciamo sta cosa, tanto è un'esperienza, non so assolutamente di che si parla”. E abbiamo cominciato con un gruppo di amici, semplicemente. Amici che venivano da vari ambiti artistici: dalla musica, dalla recitazione, chi era regista, insomma. Così ci siamo uniti ed è nata Casa Surace. Io sono arrivata qualche passo dopo, ma è stato, è stato da subito.

Marciani
Siete tutti una bella squadra.

Fernanda Pinto
No, è una bellissima squadra, devo dire io non mi aspettavo di arrivare poi a questo punto perché siamo partiti dai video che si giravano a Casa Surace che è davvero una casa. Tra l'altro si chiama Casa Surace, questo lo diciamo spesso anche nelle interviste, perché c'era una targhetta fuori la porta con su scritto “Surace”, all'epoca c'erano pochi soldi e non riuscivano a smontarla!

Quindi alla fine decisero di chiamarla Casa Surace, ma era una casa dove si facevano delle feste con tanti amici che poi è stata invasa da questa sorta di produzione. E quindi poi è nato quello che è adesso il gruppo e la società.

Marciani
Bene, in un'intervista tu hai detto che per te è importante sfruttare il web per mostrare anche qualcosa di concreto, nel senso che ci deve essere un contenuto. Un talento, appunto, ad esempio. In che modo il tuo successo sui social lo ha influenzato, se lo ha fatto, con la tua carriera?

Fernanda Pinto
Allora sì. L’ha influenzata? Sicuramente. Ho detto questa cosa principalmente perché io non mi sono mai avvicinata veramente al mondo degli influencer, nel senso che è una cosa che non so se so fare, nel senso che mi piace di più mostrare ai miei followers, insomma, alle persone che mi seguono quello che so fare, ma non con presunzione, nel senso qualsiasi cosa.

Infatti sono sempre stata molto chiara sui miei social ho sempre condiviso il teatro, ho condiviso la musica anche in maniera ridotta rispetto a quello che potrei fare, perché sono anche una pigra su questo, nonostante bazzichi il web a volte sono quella che sa meno, perché mi rifugio in altre cose.

Marciani
Però diciamo che lo usi per raccontare.

Fernanda Pinto
Per raccontare quello che sono le mie esperienze. Ho più difficoltà invece a raccontare quella che è la mia vita privata. E diciamo questo in realtà all'inizio è stato un po’ un'arma a doppio taglio per il mio lavoro, nel senso che volendo fare l'attrice all'inizio il web non era proprio una cosa vista benissimo, quindi ero anche un po’ combattuta perché dicevo “Okay, se però faccio contenuti web, il mio compromesso è il web,però devo limitarmi perché non posso fare troppo sul web, perché magari poi mi compromette altri aspetti. E invece adesso è cambiato un po’ il modo di pensare il web e quindi...

Marciani
Ti è venuta incontro.

Fernanda Pinto
E mi ritrovo che dovevo fare meglio prima! Non mi sono applicata abbastanza prima! No, la realtà è che è cambiato un po’ il modo di vedere, quindi il web viene visto anche molto meglio. Anzi forse vengono proprio ricercate queste figure. Però mi piace sempre mostrare, come mi hai giustamente ricordato, un talento, un qualcosa che so fare.

Mi piace che poi le persone quando mi incontrano, quando ci incontriamo, mi facciano presente questa cosa, cioè che apprezzino quello che faccio.

Marciani
Tu nel 2015, forse anche per valorizzare quella che era la tua passione per la musica, avevi vinto una borsa di studio per questa importante scuola di musica di Milano. Però hai fatto una scelta coraggiosa che è stata quella di restare qui a Napoli invece di andare a Milano. Ci vuoi raccontare, appunto, di questa scelta? E poi cosa ti lega, appunto, a questa città?

Fernanda Pinto
Allora è stata una scelta non facile, perché io dico sempre, ma è una cosa che forse diciamo un po’ tutti è difficile andarsene, però è ancora più difficile restare e io ho scelto di restare a Napoli per una serie di motivi. Quella scuola era una scuola a cui ambivo a Milano, dove poi vincere la borsa di studio non era una cosa difficile.

Però avrei fatto proprio tutto un altro percorso. Era un'accademia di musical. Quindi probabilmente tutto questo non l'avrei fatto. È un po’ sliding doors, cioè cosa sarebbe successo se...però ho scelto di restare a Napoli, innanzitutto perché Napoli per me è famiglia. Io sono molto legata alla mia famiglia, nonostante questo mestiere ti impone molti sacrifici, anche nei confronti dei tuoi familiari, dei tuoi affetti, perché spesso chiaramente ti porta fuori. Quindi devi sacrificare determinate cose.

Marciani
Sacrificando forse anche giorni di festa...

Fernanda Pinto
Tutto assolutamente, quindi. Però mi ha legato. Innanzitutto mi ha trattenuto molto la mia famiglia e poi in realtà questo andava un po’ in concomitanza con l'inizio di Casa Surace, quindi è stata una scelta un po’ istintiva. Io sono molto istintiva nella vita. Ci penso ma non troppo, quindi quello che mi sento in quel momento quello che faccio. Sarà sbagliato? Sarà giusto?

Poi ne vedo gli effetti dopo. Però sono istintiva, quindi mi è venuto di fare quello. Napoli perché per me è una città bellissima, è la mia città. Quindi diciamo oltre alla famiglia mi lega sicuramente proprio la struttura, il luogo, il territorio, il mare appunto. È pazzesco. Se non c'è il mare, la città non c'è, il sole sembra uno stereotipo.

Sembra una cosa, però in realtà per chi diciamo nasce e vive come noi in queste città è importante proprio a livello psicologico. E poi una città che ha tante contraddizioni, che un po’ mi rappresenta anche in questo senso. Quindi la odio e la amo, è il bello e cattivo tempo e questa cosa mi attira sempre. Però talvolta ho bisogno anche di andarmene.

Marciani
Noi facciamo una domanda in genere a tutti i nostri ospiti che come si immagina una Napoli del futuro. Tu come te la immagini? O cosa ti auguri, magari.

Fernanda Pinto
Si, forse mi auguro. Diciamo che secondo me adesso Napoli sta vivendo un bel momento di grande apertura anche rispetto a molte altre città. È sempre stata una città molto aperta, anche mentalmente e culturalmente. È la culla della cultura, molto inclusiva e quindi sicuramente mi auguro una collaborazione più fitta anche fra le istituzioni e i giovani, perché ci sono tantissimi giovani di grande talento, in questa città.

Ma anche i meno giovani, però c'è veramente una moltitudine di culture e di subculture che si intrecciano e veramente creano delle cose originalissime. Io citavo nella mia tesi, tra l'altro, un filosofo che era Walter Benjamin, che diceva che Napoli era porosa, cioè la definiva così, e mi piaceva un sacco questo aggettivo, infatti l’ho riportato nella mia tesi perché significava per Benjamin un fuori dagli schemi, non lineare.

E questa non linearità, appunto, incorpora tutte queste energie, si fonde, si confonde in tutte queste sottoculture e culture. E questa cosa la rende, diciamo bellissima, anche spinta da un'aria misteriosa che la fa camminare nonostante anche i problemi. Quindi mi auguro che questa spinta misteriosa, questa forza misteriosa che ha Napoli continui, anzi diventi visibile a tutti.

Marciani
È la sfida di cui tu parlava, quella di fare in modo che le istituzioni possano essere più accoglienti, diciamo così, rispetto alle nuove generazioni è proprio la nostra sfida. Noi siamo partiti da questo progetto proprio per fare in modo che i giovani in generale poi giovani come te, come gli artisti o altri protagonisti della nostra città, possano guidarci in questo percorso con una sfida importante che è appunto dare voce ai giovani.

Noi siamo partiti in una città come la nostra, che è anche anagraficamente la più giovane d'Italia, che non aveva tanti strumenti per ascoltarli. Quindi abbiamo realizzato un forum dei giovani che voleva essere proprio una modalità per ascoltare costantemente le opinioni dei giovani, capire quelle che sono le loro esigenze, come sempre Next Generation è un progetto non per i giovani, ma con i giovani.

E quindi vorremmo che l'approccio anche di tutte le istituzioni, non solo di tutta la nostra amministrazione, fosse proprio questo di lavorare con i giovani, non solamente per i giovani.
Perfetto quello che dici. Mi fa piacere che sia stato anche uno spunto della tua tesi, perché quello che vorremmo veramente realizzare insieme, appunto anche con questo progetto. Noi siamo sempre abituati a pensare, questo è anche un altro percorso che stiamo provando a raccontare con queste interviste, quando vediamo una storia di successo sembra che ci sia solo questo, senza sottolineare invece che magari il successo è la punta di un iceberg che costata fatica a duro lavoro. Ma ci sono anche delle difficoltà, dei problemi, ostacoli che ci sono che sono stati da superare. Secondo te, nella tua esperienza, quali sono state le difficoltà che hai incontrato nel tuo percorso professionale? Come le hai superate? Quali sono i consigli che magari ti senti di dare?

Fernanda Pinto
Quali sono le difficoltà che non ho incontrato! Come in tutti i lavori, ma come nella vita, non solo nel lavoro, ci sono sempre, ma anche questo è il bello della battaglia. No? Nel mio lavoro le difficoltà sono all'ordine del giorno, ma in realtà sono difficoltà più che altro che sono dentro di noi. C'è nel senso che fare questo lavoro io dico sempre è sì talento, bravura, costanza, impegno, però ci vuole proprio il carattere per farlo. Quindi, se non si ha il carattere per affrontare, diciamo anche la precarietà, perché questo è un lavoro precario se non fatto ad altissimi livelli, ma anche quando è fatto ad altissimi livelli può diventare precario.

Quindi ci vuole proprio lo stato d'animo per cui poter superare determinate cose, che succedono sempre. Un po’ ci si abitua a questo, un po’, altre volte, è più avvilente. Magari ti senti che non ha senso, che non ha senso continuare e che magari c'è chi va avanti e magari tu non trovi la giusta ragione rispetto a te.

Perché ti fai il problema, dov’è il problema? Il problema sono io? Sono gli altri? Le dinamiche che a volte non sono magari giuste. Non è tutto fatto di meritocrazia, è quindi, diciamo questa cosa, un po’ ti abbatte. Però in realtà, ti ripeto, secondo me diventa proprio un mood di vita. Cioè devi imparare e accettare che questo mestiere è anche questo e devi semplicemente viverlo con serenità e cercare di fare del suo meglio.

Io mi impegno. Di persone brave, ce ne sono tantissime, intelligenti tantissime, che sanno fare questo lavoro altrettanto. Quindi io mi preoccupo di diventare brava, poi mi affido al destino, io mi preoccupo di diventare brava e spero di esserlo!

Marciani
Noi siamo, invece, contenti del tuo successo. E proprio su questo, visto che adesso sei in una tournée per questo spettacolo bellissimo teatrale che ti porta in tutta Italia, ma hai già altri progetti, altre sfide che ci puoi raccontare? Obiettivi?

Fernanda Pinto
Ma in realtà adesso sono presissima dallo spettacolo di Vincenzo Salemme che per me è un maestro, questo è il mio terzo anno nella compagnia. E veramente credo di aver imparato più in questi tre anni che in tutta la mia vita su questo lavoro e ho ancora tanto da imparare perché non è sicuramente un approdo, ma è un inizio. Mi sta prendendo tantissimo lo spettacolo, è veramente importante.

Marciani
Anzi possiamo dire che se vedete una fede non si è sposata!

Fernanda Pinto
È no, no, no, no no. L'ho tolta. È la fede di scena, diciamo è un mix tra me e Ninuccia, non riesco più ad uscirne. In realtà no. Anzi, la cosa bella di lavorare con Vincenzo è proprio che portiamo anche molto di noi stessi in scena. Quindi abbiamo fatto proprio un lavoro di sfumature sui personaggi veramente interessante che quasi dà una freschezza a questa commedia che chiaramente ha fatto la storia del Novecento, quindi è una commedia che è più un fatto di cronaca che una commedia. Sembra veramente un fatto accaduto anche per le persone che vengono a teatro, che arrivano e la conoscono memoria “Natale in casa Cupiello”.

Marciani
Forse ancora più una sfida.

Fernanda Pinto
Questa è ancora più una sfida anche per noi che interpretiamo il personaggio di Ninuccia è interpretato magistralmente da Lina Sastri, è una bella responsabilità diciamo farlo. Però devo dire che queste esperienze ti formano tantissimo e ti danno veramente poi quella spinta positiva che ti fa credere che ce la puoi fare. Quindi adesso accumuli energia, siamo veramente siamo presi fino a fine marzo da questa avventura e ogni sera veramente emozionante emotivamente, fisicamente è stancante, però è bellissimo, quindi i miei progetti futuri per ora sono questi.

Poi sicuramente c'è il cinema come sogno, perché mi piacerebbe molto fare cinema, perché l'ho fatto sempre in piccolissime cose, quindi mi piacerebbe molto. E poi con Casa Surace, chiaramente, siamo sempre in attività. E poi io sono una tipa che si annoia spesso di fare sempre le stesse cose, quindi voglio fare sempre cose nuove, quindi spero di fare bene.

Marciani
Ce lo auguriamo per te ma anche per noi, per poterti vedere in contesti appunto sempre diversi. Abbiamo anche degli studenti delle studentesse e, come dicevo prima, c’è anche Sara, che hanno delle domande per te. Quindi magari iniziamo con la prima domanda.

Domanda studente
Ciao Fernanda, sono Benedetta e sono la ricercatrice dell’Università di Napoli Federico II. Nel 2022 ti sei laureata al Dipartimento di Scienze sociali della nostra università sviluppando un lavoro di tesi che indagava il ruolo dell'artista nella nostra società. Posso chiederti di raccontarci Il tuo punto di vista? Grazie.

Fernanda Pinto
Interrogazione questa! Mo mo devo ricordare la tesi.

Marciani
La mia l’ho rimossa, confesso!

Fernanda Pinto
Diciamo la mia tesi parlava del ruolo dell'artista fra creatività e impegno sociale, quindi ho parlato un po’ di questo, ma il mio punto di vista, quello di cui parlo è, appunto, il ruolo dell'artista nei vari contesti sociali e poi nelle varie epoche, fino ai giorni nostri. Ma pongo l'attenzione soprattutto sul fatto che l'artista, in un certo senso raccoglie le pulsioni esterne del suo pubblico, che sia reale o digitale, e un po’ le rielabora per gli altri.

Quindi diciamo che in questo modo agisce sulla società creando proprio quasi un modello educativo, soprattutto oggi, attraverso i mezzi di comunicazione, attraverso anche la figura degli influencer, come dicevi prima, cioè alla fine, positivi o negativi che siano, sono comunque dei modelli educativi tra virgolette, con cui poi diciamo le persone si identificano e che adottano, nella maggior parte dei casi. Quindi, il ruolo dell'artista è un ruolo fondamentale per la società di oggi, quindi anche un ruolo di grande responsabilità, per cui diciamo che fare questo lavoro oggi, soprattutto sui social, è una grande responsabilità.

Perciò prima dicevo anche la cosa del mostrare un talento, mostrare un qualcosa che si sa fare, ma non per ostentarlo, ma per dimostrare che saper fare delle cose e impegnarsi per farle bene è una cosa positiva che può anche ispirare le persone. Quindi in quello mi preoccupo di fare questo. E poi parlavo del ruolo sociale.

A proposito sempre di questo, poi ho citato e ho parlato di Bennato, di Maurizio Capone, che hanno lottato per il territorio, per i loro quartieri, soprattutto di Bagnoli, insomma anche nelle subculture di cui parlavamo prima. Quindi, diciamo l'artista anche come un riscatto sociale, come un insegnamento per i giovani che appunto vogliono portare un riscatto sociale.

Marciani
E poi legati alla loro città e alle loro tradizioni.

Fernanda Pinto
Legati alla loro città, alla loro e alla territorialità che spesso in realtà io credo sempre, comunque sia un elemento fondamentale nello sviluppo della carriera, perché la territorialità ha in un certo modo l'influenza ed è anche una cosa bellissima, nel senso deve essere un valore aggiunto. Prima, dietro le quinte, parlavamo della cadenza regionale sul parlare con la propria cadenza regionale.

Deve essere una cosa positiva perché mostra le nostre radici che ci fanno crescere e sono fondamentali.

Marciani
E a proposito di radici c’è una domanda o una provocazione da parte di Sara. Vediamo.

Sara Penelope Robin
Cara Fernanda, tu sei un'attrice, una bravissima attrice nel senso più classico del termine. Sei su un palco e fai emozionare e fai emozionare le persone. Ma in un'epoca in cui tutto è virtuale e siamo abituati a un immaginario diverso, dove i media diventiamo noi stessi. Che ruolo può avere il teatro? Ha ancora un senso?

Fernanda Pinto
Sara è sempre molto incisiva. Mi piace molto. Noi non ci conosciamo di persona, però ci siamo scritte ogni tanto poi so che anche lei fa teatro e mi ha fatto una bella domanda. Allora sicuramente la tecnologia ha influenzato anche il teatro, perché sarebbe falso dire il contrario. Ma credo proprio nella semplicità della meccanizzazione, dalla scenografia più sofisticata, dagli effetti sonori, agli effetti speciali che spesso negli spettacoli vediamo.

Quindi la tecnologia chiaramente è un elemento importante che ha anche, diciamo forse, favorito delle cose. Il teatro però secondo me ha sempre senso, perché al centro del teatro c'è ancora la componente umana, cioè il protagonista è sempre l'umanità e quindi nel momento in cui si va a teatro, comunque, tra il pubblico e chi è scena, si crea una sorta di tacito patto per cui quello che succede, anche se non è vero, io ci credo e quindi è uno scambio, una vera e propria collettività che si unisce e fa comunità che non è la comunità dei social, però è come se lo fosse, solo che appunto c'è il fattore umano, quindi c'è la presenza. E poi il pubblico in realtà è fondamentale, anche se non è il pubblico dei prosumer, cioè di quelli che vogliono creare, che creano il contenuto digitale collaborando. Ma in realtà il pubblico del teatro anche è fondamentale per gli attori.

Lo dico per esperienza. Ogni sera c'è un pubblico diverso, e ogni sera lo spettacolo è diverso. Perché interagisce in un modo o nell'altro, anche col respiro, con la risata.

Marciani
O con un applauso diverso dall'altro.

Fernanda Pinto
E quindi, diciamo, è come se fosse un pubblico digitale che contribuisce alla creazione del contenuto.

Marciani
Magari con meno haters!

Fernanda Pinto
Con meno haters, Sì! Perché di base, se vieni a teatro a vedere quello spettacolo dovrebbe piacerti! Oddio a Napoli siamo difficili. Quindi diciamo siamo anche esigenti perché ovviamente sempre per questo bacino culturale importante, quindi per gli attori è sempre il terrore a venire a teatro a Napoli. Soprattutto per gli attori che non sono napoletani, ma anche gli attori napoletani, perché si sentono responsabilizzati anche di essere napoletani.

Però quelli che vengono da fuori è sempre cosa diciamo che ti destabilizza, “Che cosa diranno? Cosa faranno?” Però quando lo spettacolo piace e quando il pubblico apprezza è perché è il pubblico più bello del mondo, secondo me.

Marciani
Noi con Next Generation, come dicevamo prima, abbiamo voluto anche, ne abbiamo parlato tanto in questa chiacchierata, dare un significato diverso al ruolo degli influencer, nel senso, appunto, come dicevo, un contenuto su tutta una serie di aspetti, in un'epoca in cui appunto diventa complicato questo ruolo, anche cercando di dare una visione positiva del mondo.

E noi, sfruttando una frase in altro contesto, abbiamo detto che da grande popolarità derivano anche grandi responsabilità. In base a quello che tu dicevi, la responsabilità che ti senti rispetto a questo ruolo. Tu già un po’ hai risposto, fino a quanto ti senti influencer? Come la consideri questa cosa?

Fernanda Pinto
Qualsiasi cosa pubblico o faccio, da quando sto sul web, da quando ho quel piccolo pubblico che mi segue, mi sento sempre responsabile anche di una frase che scrivo, di una foto che metto, perché non so chi mi guarda in quel momento e quindi non è più a cuor leggero. Se devo mettere una storia, un reel, è sempre pensata!

Ma non in maniera costruita, è pensato perché è giusto che sia pensato oggi mettere dei contenuti sui social, perché ti guardano tutti e puoi essere, e una frase o una parola che dici può cambiare la vita delle persone perché non sai dall'altro lato chi c'è. Come nel caso degli haters, come quando c'è il cyberbullismo.

Dall'altro lato, se non c'è una persona consapevole di se stessa che è forte, puoi anche uccidere le persone con una parola. Quindi io invito anche tutti quelli che fanno il mio lavoro come influencer a essere rispettosi di una serie di fattori per cui non sappiamo mai chi ci guarda e la persona che ci guarda, se ci sta guardando, vuol dire che forse ci prende ad esempio, e quindi dobbiamo essere responsabili di questo.

Marciani
Io ti ringrazio di questa nostra chiacchierata. Grazie per essere stata con noi a Next Generation e ti vogliamo ringraziare tutti quanti noi con un ricordo che non è solo un ricordo, ma è un nostro riconoscimento per poter essere di ispirazione per i nostri giovani, oltre appunto per il tuo talento che valorizza quelle che sono le nostre tradizioni, ma non solo.

Come stai facendo adesso lo porti in giro per l'Italia e non solo. Quindi un ringraziamento da parte nostra. E quindi questo è per un ricordo di Next Generation!

Fernanda Pinto
Bellissimo! Grazie a tutti! Grazie davvero!

Marciani
Grazie a te! Io ringrazio tutti voi che ci avete ascoltato, seguiteci sui nostri social. Buon pomeriggio ancora a tutti. A presto.

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