"Diventare medici oggi: criticità e proposte": se ne discute all'Unione Industriali di Napoli
Lunedì 10 dicembre, alle ore 17.00, nella sala D’Amato dell’Unione Industriali di Napoli si discuterà di criticità e prospettive dell’attuale sistema di accesso alla professione medica.
All’incontro, introdotto dalla Prof. Gabriella Fabbrocini Direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatovenereologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, prenderanno parte il rettore Gaetano Manfredi, il Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia Luigi Califano, il rettore del Campus Biomedico di Roma Raffaele Calabrò, il consigliere per la Sanità del Presidente della Regione Campania Enrico Coscioni, il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Campania Luisa Franzese, il rettore dell’Università degli Studi della Campania L. Vanvitelli Giuseppe Paolisso, Vito Grassi presidente dell’Unione Industriali di Napoli con Vincenzo Schiavone Presidente della Sezione Sanità, il Prof. Mario Delfino quale consigliere dell’Ordine dei Medici di Napoli.
“Le statistiche dicono che in 5 anni, per effetto dei pensionamenti, il nostro Paese perderà 45.000 tra medici di famiglia e medici del Servizio sanitario nazionale, numero che supererà gli 80mila entro il 2028. Il dato grave, come rilevato dalle organizzazioni sindacali, tuttavia è un altro: le uscite non saranno bilanciate dalle nuove assunzioni – spiega la Prof. Gabriella Fabbrocini - l'attuale sistema
delle scuole di specializzazione in medicina, infatti, impedisce la formazione di un numero sufficiente di specialisti per il prossimo futuro: i posti disponibili sono nettamente inferiori a quelli necessari. Circa quindicimila laureati in medicina sono infatti intrappolati nell’imbuto formativo. Così ogni anno almeno 1500 laureati in medicina decidono di trasferirsi all’estero per accedere alla specializzazione, aggiungendosi agli studenti che lasciano l’Italia per bypassare il sistema dei test e alimentando il già drammatico brain drain, la “fuga dei cervelli”. Ancora, se circa il 90 per cento dei candidati non supera il test d'ingresso, nell’ultima tornata gli idonei ai test hanno di gran lunga superato i posti disponibili. In un contesto caratterizzato dalla continua e inarrestabile contrazione dei fondi destinati all’istruzione e alla ricerca, è la dimostrazione evidente che mancano validi ed efficienti meccanismi di incrocio tra preparazione fornita dalla scuola superiore e accesso all’università, tra domanda di formazione universitaria e offerta, nella prospettiva di concreti sbocchi lavorativi e nell’ottica del mantenimento della didattica di eccellenza che consenta, come e più di adesso, l'acquisizione di elevate competenze e abilità professionali”.