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Cultura Via Toledo

Napoli, la storia di Via Toledo

Fu voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo nel 1536 su progetto degli architetti regi Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa

Via Toledo, una delle arterie principali di Napoli e tappa famosa per lo shopping, fu voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo nel 1536 su progetto degli architetti regi Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa.

La strada correva lungo la vecchia cinta muraria occidentale di epoca aragonese che per le ampliazioni difensive proprio di don Pedro fu resa obsoleta e quindi eliminata. Nei secoli la sua fama è stata accresciuta tramite i viaggi del Grand Tour e di alcune citazioni nelle canzoni napoletane. Il 15 maggio 1848 la via fu teatro della repressione messa in atto da Ferdinando II contro i liberali napoletani che difendevano la costituzione da poco ottenuta, vi furono innalzate barricate espugnate dai reparti di mercenari svizzeri dell'esercito con numerosi morti e il successivo saccheggio di Palazzo Cirella.

Tra gli anni trenta e la metà del XX secolo, una zona a oriente della via è stata devastata dagli sventramenti per il "risanamento" del Rione Carità (l'attuale zona dei Guantai Nuovi-via Cervantes) e la successiva costruzione di edifici di volumetria eccezionale rispetto alla struttura viaria, ben rappresentativi della speculazione edilizia avvenuta nel periodo dell'amministrazione laurina. Via Toledo (all'altezza di Piazza Carità) nel 1870, con ancora il monumento a Carlo Poerio.

Dal 18 ottobre del 1870 al 1980 la strada si è chiamata Via Roma in onore della neocapitale del Regno d’Italia. Fu il Sindaco Paolo Emilio Imbriani a deliberarlo, decisione impopolare che suscitò numerose reazioni contrarie come quella dello storico Bartolommeo Capasso.

La strada è stata citata anche da Stendhal: "Parto. non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo".

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