Le cose belle live
Il 12 novembre al Cinema Modernissimo di Napoli si esibiranno "Le cose belle". Dopo la valanga di premi nei festival internazionali e la calorosa accoglienza della critica e del pubblico non solo italiani, e dopo la permanenza “record” nelle sale per un film senza interpreti popolari e mezzi promozionali standard, resa possibile da un formidabile passaparola Le cose belle, diretto da Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, e prodotto dai registi insieme a Antonella Di Nocera (per la napoletana Parallelo 41 Produzioni), ritorna da mercoledì 5 novembre a Napoli nello stesso Cinema Modernissimo che lo lanciò a fine giugno.
Per festeggiare il traguardo del quinto mese di tenitura al termine della proiezione delle 20.30, il protagonista Enzo della Volpe, presentato dal critico musicale Federico Vacalebre, si esibirà in un inedita versione del repertorio napoletano, classico e non, con la presenza di ospiti di eccezione che si affiancheranno ai due musicisti di Ponticelli che ormai lo accompagnano assiduamente: Marco Vidino al mandolino, curatore anche gli arrangiamenti e Domenico De Luca alla chitarra a cui si aggiungerà, per l’occasione, il contrabbassista Emanuele Ammendola
Per l’occasione, al concerto parteciperanno il cantante e autore CANIO LOGUERCIO e il compositore ROCCO DE ROSA (che hanno collaborato alla colonna sonora) che, tra l’altro, eseguiranno alcuni brani del loro repertorio insieme all’organettista Alessandro D’Alessandro
“Guest star” Franco Ricciardi in compagnia di Ivan Granatino, creatori dell’Hit “ ’A storia e Maria” che grazie alla presenza nel film e nel ‘trailer de “Le cose belle” ha vissuto una seconda giovinezza, conquistando nuovi fans d’Italia e non solo e che potrà essere eseguita dagli autori insieme al protagonista del film, Enzo, che potrà così finalmente coronare un suo vecchio sogno..
Introducono l’evento Luciano Stella, fondatore di Stella Film e Patron del Modernissimo, e FEDERICO VACALEBRE che ha anche collaborato all’allestimento del “docu-recital” musicale.
Ma il principale protagonista del Cine-Concerto è uno dei quattro personaggi del film, Enzo Della Volpe, il bambino prodigio che da piccolo faceva la “posteggia” nei ristoranti, cantando accompagnato dal padre alla chitarra e che da adolescente fu costretto a rinunciare agli studi musicali per cercare lavoro. Enzo omaggerà, in chiave molto personale, questo genere tutto partenopeo, la posteggia, tramandata oralmente da cantori eredi di una tradizione che ebbe origine da menestrelli e trovatori arrivando a figure storiche della canzone italiana come Caruso a Pino Daniele, i quali hanno esordito, anche loro, con questo genere.
«Questo un piccolo “happy ending”, una cosa bella… che abbiamo cercato di regalare ad Enzo - spiega il regista Agostino Ferrente, che già aveva inventato “Il Cine-Concerto per il suo “L’Orchestra di Piazza Vittorio” - per risarcirlo in parte di quello che la vita gli ha tolto, cercando di salvare quel talento che il contesto sociale in cui è cresciuto non gli aveva consentito di valorizzare con i dovuti studi»
LE COSE BELLE narra la fatica e la bellezza di crescere al Sud in un film dal vero che narra tredici anni di vita. Quella di Adele, Enzo, Fabio e Silvana, raccontati in due momenti fondamentali delle loro esistenze: la prima giovinezza e l'inizio dell'età adulta, in un film che mescola il tempo della vita ed il tempo del cinema. La dignità dei giovani e le responsabilità degli adulti in una Napoli, immersa in quel suo tessuto magmatico, dove il bene e il male vivono in prossimità, dando un volto alla complessità dell’esperienza umana.
Quando nel 1999 Agostino Ferrente e Giovanni Piperno realizzarono Intervista a mia madre, un documentario per Rai Tre che voleva raccontare dei frammenti di adolescenza a Napoli, ai loro quattro protagonisti chiesero come immaginassero il proprio futuro: loro risposero con gli occhi pieni di quella luce speciale che solo a quell’età possiede chi ancora sogna “le cose belle” e con quell’autoironia tipica della cultura partenopea che li aiuta a sdrammatizzare, esorcizzare e talvolta rimuovere gli aspetti problematici della vita. Al tempo stesso da quegli occhi traspariva una traccia di scaramantico disincanto.
Dieci anni dopo, passando dalla Napoli del rinascimento culturale, che attirava artisti da tutto il mondo, a quella sommersa dall’immondizia, a quella di oggi piena di fermento e talenti, ma con il degrado sempre nascosto nelle pieghe della quotidianità, i registi sono tornati a filmare i loro quattro protagonisti per un arco di quattro anni: l’auto-ironia ha ceduto il posto al realismo. Alle “cose belle” Fabio, Enzo, Adele e Silvana non credono più. O forse hanno imparato a non cercarle nel futuro o nel passato, ma nell’incerto vivere della loro giornata, nella lotta per un’esistenza, o sarebbe meglio dire resistenza, difficile ma dignitosa: spesso nuotando controcorrente, talvolta lasciandosi trasportare. E dunque Le cose belle sono loro, nonostante tutto.