One man show al Cellar Theory con Cabeki
One man show al Cellar Theory con Cabeki, progetto solista del chitarrista e compositore veronese Andrea Faccioli, che quest'anno giunge alla pubblicazione del terzo album: Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge, (ottobre 2016, Brutture Moderne).
Un disco all'insegna della profondità compositiva e della ricchezza di suggestioni, interamente strumentale e capace di combinare diversi registri stilistici.
Sospeso fra strumenti convenzionali e non, in una sequenza di ambientazioni sonore, dal Mississippi al Marocco, dal kraut al blues, dalla musica da camera all'elettronica minimale, l'album è nato inizialmente per chitarra acustica, in un secondo momento è stato arricchito da cordofoni, elettronica e, grazie all'inedita partecipazione di musicisti di varia estrazione, da archi, fiati e percussioni.
I brani sono stati quindi ri-arrangiati per essere presentati live ed essere suonati in solo da Cabeki, il quale, grazie all'utilizzo di un'app della Moog per iPad attivata tramite un'apposita pedaliera e di una loop station collegata a chitarre acustiche e zither, li eseguirà dal vivo senza l'ausilio di basi pre-registrate o sequenze.
Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge conduce in una dimensione sospesa, irreale e inquieta, collocata ai margini di una società in cui vige un'armonia labile, costantemente messa alla prova da un'aggressività latente e spesso feroce.
L'unico riparo sicuro per l'artista è la sua stessa arte, figlia di istinti primordiali, ma posta in un mondo allo stesso tempo surreale ed autenticamente vero, il meta-luogo dove si svolge una buona parte della vita interiore e si animano i moti più profondi dell'universo personale di ciascun artista e di ciascun fruitore d'arte.
Il terzo album di Cabeki, in tutta la sua potenza immaginifica e creativa, è capace di trasportare l'ascoltatore in dimensioni remote, ma molto vicine: si tratta pur sempre del regno dell'immaginazione!
Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge
Daniela Savoldi: violoncello
Stefano Roveda: violini
Maddalena Fasoli: viola su "Disgelo"
Simone Copellini: tromba e flicorno su "Prima luce"
Nelide Bandello: batteria e percussioni su "Passaggi"
Julia Kent: violoncello su "Falia"
Sebastiano De Gennaro: vibrafono su "Ultima luce"
Registrato, mixato, arrangiato e prodotto da Cabeki
Masterizzato da Lorenzo Caperchi @ Red Carpet (BS)
Illustrazione di copertina: Icinori
Brutture Moderne - www.brutturemoderne.it
L'ultima luce, da Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge, 2016
Video:
Negazioni che si negano, da Una Macchina Celibe, Tannen Records, 2012
Polvere di carta, da Il Montaggio delle Attrazioni, Tannen Records, 2011
Facebook:
Pagina di Cabeki
Evento
Bio:
Polistrumentista, compositore, arrangiatore, ingegnoso costruttore dei suoi stessi strumenti e sensibile esploratore di mondi sonori, Faccioli ha al suo attivo numerose e importanti collaborazioni (che vanno da Vasco Brondi e Le Luci della Centrale Elettrica ai Julie's Haircut, da Stefano "Cisco" Bellotti ex Modena City Ramblers a Philip Corner, passando per Damo Suzuki dei Can). Nel 2017 sarà in tour con Baustelle.
Musicista precoce, comincia a studiare chitarra classica a nove anni e, dopo sette, ne continua autonomamente lo studio, avvicinandosi anche allo strumento elettrico e folk. Appassionato di macchinari ed effetti analogici e di strumenti meccanici, alla ricerca di timbriche e suoni originali, si circonda di strumenti tradizionali come il banjo, la chitarra lap steel, il cumbus (oud turco) e non convenzionali come l'ukelin, l'autoharp e la bell harp (strumenti americani dei primi del '900, derivati da zither e salterio).
Nel 2011 esce il suo album d'esordio Il montaggio delle attrazioni, seguito da Una macchina celibe nel 2012, entrambi per Tannen Records/Audioglobe. Il suo ultimo lavoro è Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge, uscito il 7 ottobre 2016 per l'etichetta Brutture Moderne, un album di pregevole fattura, che parla attraverso la combinazione dei diversi registri stilistici presenti.
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Nel 2013 ha cambiato location, ma ha conservato lo spirito originario, quello di posto dove essere se stessi e dove ascoltare una musica che non è scesa a compromessi: jazz, rock, elettronica, cantautorato - e tutto quello che in un genere non rientra - vi trovano lo stesso spazio di espressione, purché si tratti di progetti nuovi, di sperimentazione, di espressione di chi ha davvero qualcosa da dire in campo musicale.