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Whirlpool: “No alla riconversione o sarà sciopero di gruppo”

Incontro al Mise con il nuovo governo. Si rischia il blocco di tutti gli stabilimenti

'No alla riconversione del sito di Napoli o sarà sciopero di gruppo". Si profila un tavolo di confronto ad alta tensione, domani al Mise, tra Fim Fiom e Uilm e azienda per la vertenza del gruppo Whirlpool. Un incontro con cui riprendere il filo del discorso interrotto il 24 luglio al termine del quale il governo promise una norma per l'attivazione di circa 17 mln che permettesse a Whirlpool di rilanciare la produzione di lavatrici del sito di Napoli e scongiurare così l'annunciata chiusura dello stabilimento e il licenziamento di 430 lavoratori. Risorse queste, varate con Decreto poco prima della crisi di governo Lega-M5S ad agosto, giudicate però da Whirlpool, "non sufficienti " a garantire la profittabilità dello stabilimento di Napoli nel lungo periodo né tantomeno la competitività di Whirlpool nella Regione in Europa, Medio Oriente e Africa.

L'unica soluzione "percorribile" per la multinazionale americana è "una nuova missione produttiva del sito", spiegava in una nota nei giorni scorsi. E questo avrebbe annunciato e spiegato nell'incontro autoconvocato per oggi con Fim Fiom Uilm se i sindacati non fossero scesi immediatamente sul piede di guerra rivendicando e ottenendo, nel timore di annunci unilaterali, la convocazione di un confronto istituzionale al Mise che sarà scandito da un nuovo presidio di circa 200 lavoratori. Ma proprio alla vigilia dell'incontro a riscaldare il clima arriva l'sms della multinazionale americana con cui annuncia ai sindacati che da oggi fino al 20 settembre prossimo, per una "contrazione dei volumi produttivi", si rende necessario lo stop dell'attività produttiva per i circa 430 lavoratori dello stabilimento di Napoli. E' benzina sul fuoco del confronto ed i sindacati invocano la presenza del neo ministro Stefano Patuanelli per riportare nei ranghi la vertenza. Ma al momento dal Mise fanno sapere che si tratta solo di un incontro tecnico. Una decisione duramente criticata sia dalla Uilm che dalla Fim.

"La situazione sulla vertenza Whirlpool si va facendo via via più grave: per questo non solo è necessario che il neo ministro allo sviluppo Patuanelli prenda in mano la situazione e trasformi l'incontro tecnico previsto al Mise domani in un tavolo 'politico' ma anche che il governo sostenga con norme vere il rilancio del sito di Napoli. Il tempo sta per scadere", spiega il segretario nazionale Uilm, Gianluca Ficco. "Un tavolo tecnico al momento non ha un senso visto che abbiamo davanti a noi una azienda che non fa più mistero dlel'intenzione di voler vendere il sito di Napoli. Serve invece un tavolo istituzionale", prosegue Ficco, conversando con l'Adnkronos.

"La gravità della vertenza merita la partecipazione del neo ministro Patuanelli", chiede ancora puntando il dito contro il Dl imprese sulle crisi aziendali. "Il Dl è del tutto insufficiente. Non solo i fondi eventualmente erogabili sono al di sotto del necessario ma non vi è traccia della decontribuzione stile Electrolux che avevamo chiesto per sostenere l'occupazione", conclude Ficco. Stessa preoccupazione nelle parole della Fim. "Se domani l'azienda ci ribadirà la scelta della riconversione del sito di Napoli ed il governo deciderà di tenere solo un tavolo tecnico senza il ministro Patuanelli, dovremo cominciare ad esaminare l'opzione 'sciopero del Gruppo", annuncia Alessandra Damiani, segretario nazionale Fim.

"Un tavolo tecnico non serve a nulla, si convoca solo quando si tratta di trovare una soluzione su un percorso condiviso mentre le ultime dichiarazioni di Whirlpool vanno in una direzione opposto a quella che auspichiamo. Napoli deve continuare a fare lavatrici di alta gamma. E mi lascia perplessa l'incapacità del Mise di capire quale sia la posta in gioco", prosegue conversando con l'Adnkronos. E sollecita: "mi aspetto si esca dall'ambiguità in cui ci si sta avviando da troppi mesi: al Mise Whirlpool si rende disponibile a condividere le soluzioni con cui mantenere l'attuale business; in altre sedi invece dice che l'unica possibilità sia la riconversione industriale del sito", conclude.

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