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Economia

REPORTAGE – A Castellammare per la Fincantieri tra destini legati e impegni non mantenuti

Siamo andati a Castellamare dove la protesta degli operai si mescola a quella di una città che sui cantieri ha costruito la propria storia, il proprio orgoglio e la propria esperienza

fincantieri3Giovedì sera era stato Michele Santoro, nel corso della prima puntata di "Annozero"a dare voce alla loro protesta. In studio a Roma, si discuteva della contestata casa di Montecarlo del cognato del Presidente della Camera; in collegamento dall'esterno dai cancelli stabiesi montava la loro rabbia. Venerdì mattina un corteo di circa 3000 persone ha attraversato le vie della città. Non solo. Ha certificato la vicinanza di tutta la comunità nei loro confronti: le serrande dei negozi abbassate a conferma dello slogan scandito "se muore Fincantieri muore Castellammare". Due destini indissolubilmente legati.

Studenti ed operai, associazioni e autorità religiose; tutti uniti. Il grido unanime: "Fincantieri non si tocca." Anche il Sindaco Luigi Bobbio partecipa al corteo. "Sono al vostro fianco. Difendendo la vostra dignità, difendo quella di una città intera. Non esistono distinzioni di colore politico che tengano." Applausi anche per lui. Poi la metafora: "Castellammare non è un ramo secco da tagliare, bensì un germoglio da far rifiorire."

La vicenda Fincantieri è articolata, perché molteplici sono gli aspetti che destano preoccupazione.

fincantieri2_1I numeri. Circa 700 sono i lavoratori a Castellammare, 1200 quelli dell'indotto, a questi si aggiungono le famiglie. Imprese Quasi tutte le localizzate nell'hinterland stabiese. L'eventuale chiusura darebbe un colpo micidiale all'economia dell'intera area. Da scongiurare in tutti i modi.

Il primo nodo. Lo scalo del cantiere attualmente consente di costruire navi di 220 metri di lunghezza e 60 di larghezza massime. Escluse dunque le navi più grandi, le più richieste in questo momento di crisi. Il bacino di costruzione permetterebbe di ampliare tali grandezze. E le potenzialità del cantiere.

Una delibera della Giunta regionale all'epoca guidata da Antonio Bassolino, aveva predisposto uno studio di fattibilità per poter accedere ai fondi Fas, i fondi europei per le aree sottoutilizzate. Operazioni propedeutiche finalizzate all'ampliamento del cantiere ed alla costruzione del bacino stesso. Il cambio di inquilino a palazzo Santa Lucia ha cancellato le delibere degli ultimi sei mesi di attività della giunta precedente. Eliminando anche tale progetto dalla lista delle priorità.

"Venerdì scorso- raccontano gli operai- siamo andati a Napoli sotto la sede della Regione Campania, chiedevamo un incontro al Presidente Caldoro." La risposta è stata una carica della polizia. Gli altri cantieri del gruppo già sono stati ammodernati, il dubbio degli operai forse, è fondato: "C'è la volontà di annientare questo cantiere."

Fincantieri le proteste degli operai di Castellammare


L'orgoglio e la rabbia si evince anche dai tanti i cartelloni preparati dagli operai. Uno su tutti rende maggiormente l'idea dell'importanza storica del cantiere. Cinque date con le foto delle navi varate in quegli anni.

La prima nel 1786 fu la "Partenope", la più celebre "Amerigo Vespucci", datata 1931. Ancora oggi salpa gli oceani di tutto il mondo. A seguire, l'ultimo gioiello partorito dal cantiere: la "Cruise Olympia" traghetto del gruppo "Grimaldi", commissionato per potenziare i collegamenti marittimi nel Mediterraneo. Emblematica la foto in corrispondenza dell'anno in corso, il 2010: un punto interrogativo che pesa come un macigno.

Nel cantiere di Castellamare, al momento si sta costruendo un troncone di una nave da crociera. L'altra parte vedrà la luce a Genova. La costruzione però avviene mediante una cassa integrazione a giro, impiegando 200 operai. Ci svelano: "Un troncone lavorato con tutto il personale a pieno organico, richiederebbe 4 mesi di lavoro."

Un ex operaio ora in pensione non vuole far mancare la sua vicinanza al fianco dei lavoratori in lotta. Ricorda: "Questo cantiere ha sempre dovuto lottare per avere le commesse, a differenza dei cantieri del Nord Italia." Continua:" Nel corso degli anni questo cantiere già ha subìto tagli, ma nonostante i problemi è sempre stato un cantiere produttivo". Un'eccellenza.

La seconda problematica è nazionale. A raccontarla un sindacalista. "A dicembre 2009 ci fu in incontro con l'allora Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola. L'incontro riguardò i modi per fronteggiare la crisi."

In quell'occasione il governo prese degli impegni, tra questi: investimenti nei cantieri più a rischio, commesse pubbliche (2 pattugliatori e alcune navi militari), un protocollo per bacino di Castellammare e per l'ammodernamento di altri due cantieri. A marzo dovevano partire le commesse pubbliche pattugliatori. Avrebbero tamponato la crisi per un anno.

La politica regionale ligure è stata più forte di quella campana. "Una delle ultime navi in commessa si sarebbe potuta costruire qui -dicono con amarezza - ma è stata scelta Genova." Ha inciso il peso politico nazionale della Lega Nord. Un giornalista de "La Repubblica" la settimana scorsa è venuto a conoscenza di una bozza di piano industriale della Fincantieri: scomparivano 2 cantieri, Castellammare e Riva Trigoso, per un totale di 2500 tagli occupazionali. Accorpamento in Liguria e chiusura con riconversione in marina per Stabia. Tanto è bastato per allarmare i lavoratori. Esigono chiarezza.

Di Castellammare di Stabia è Andrea Di Martino, coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà. Afferma: "La crisi è grave. Ed è emblematica l'assenza del Governo sia su scala regionale che nazionale." La mancanza del Ministro dello Sviluppo Economico nel mirino: "C'è forte bisogno - incalza - di una politica industriale seria da parte del Governo." "Sicuramente l'assenza di un ministro dello Sviluppo Economico pesa su questa vicenda." Conclude Di Martino

INCONTRO INTERLOCUTORIO -
Un incontro lunedì 27 ha confermato l'incertezza del momento, dovuto alla crisi. L'amministratore delegato Giuseppe Bono e le parti si sono incontrate a Roma. La speranza che si potesse ritirare la bozza del piano industriale al momento pare sfumata. La preoccupazione rimane insomma. Le parti hanno però ribadito la necessità che il Governo e le istituzioni locali confermino gli impegni assunti nel documento sottoscritto il 18 dicembre 2009 presso il Ministero dello Sviluppo Economico. La settimana culminerà Venerdì 1° Ottobre, con una manifestazione nazionale a Roma che riguarderà tutto il comparto della cantieristica navale.

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