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Economia

A tu per tu con Raffaele Carlino, il patron di Carpisa

Venerdì 12 ottobre riceverà un'onorificenza a Palazzo San Giacomo come imprenditore napoletano di successo

Domani, venerdì 12 ottobre (ore 15), nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, Raffaele Carlino, presidente della Carpisa, riceverà un'onorificenza dal sindaco de Magistris per la sua attività di imprenditore napoletano a capo di una azienda napoletana conosciuta in tutto in mondo.

Lui si vede così: "Sono allegro, passionale, positivo". È un'autocertificazione caratteriale incompleta. Chi lo conosce bene aggiungerebbe i seguenti aggettivi: determinato, geniale, generoso, infaticabile, disponibile, umile. Ma Raffaele Carlino, per gli amici Lello, per tutti 'o presidente, è soprattutto un uomo buono e di sani principi. Gli abbiamo fatto strofinare idealmente la lampada di Aladino e lui ha espresso i seguenti desideri:
Per il mondo: "Salvarlo dal disastro ambientale".
Per Napoli, la sua città: "Liberarla dalla delinquenza".
Per i suoi figli: "Gli auguro di avere per il loro lavoro, non importa quale, la stessa passione che ho per il mio".
Per sé: "Affrontare la terza età in pace con me stesso, circondato dall'amore della famiglia e degli amici".
Gli amici bisogna accettarli per quelli che sono, sopportando i loro difetti. Prendiamone uno a caso, Alfredo Donadio: "E' un ottimo avvocato, un'ottima persona, un ottimo amico e un pessimo tifoso di calcio, della specie peggiore: quella a strisce bianconere".
A casa sua Raffaele Carlino mai e poi mai farebbe entrare una zebra in miniatura. Di tartarughe, invece, ne possiede oltre trecento. Sono dappertutto. "E in azienda ne ho due in carne ossa, le ho chiamate Va-lentino e Va-lentina". Il genio si vede anche in queste cose. 
Ma perché sulle borse Carpisa c'è proprio una tartaruga? "Perché mi ha sempre portato fortuna, sin quando ero bambino, perché ha la pelle dura come la mia, perché è longeva come la mia famiglia e, soprattutto, perché va piano e lontano".
Piano piano, infatti, la tartaruga Carpisa è partita da Nola e ha percorso tutto il mondo. "Il mio sogno? Un'insegna a Manhattan".
Carlino e il lavoro: ha cominciato a 15 anni con papà Gennaro nel dopo-scuola, in una piccola fabbrica artigianale di borse. Per la legge Fornero sarebbe potuto andare in pensione da un pezzo, ma l'idea non lo sfiora nemmeno. "Sarò per sempre un borsaiolo". È il termine che Raffaele Carlino ha coniato per definire il suo rapporto di dipendenza-amore con il lavoro.
Carlino e lo sport: "Il mio più grande desiderio è riportare il Napoli Calcio Femminile in serie A e sfidare la Juventus". 
Carlino e la famiglia: "Sono decisamente un mammone".
Carlino e il cibo: "I crocchè di patate che fa mia mamma sono imbattibili".
Carlino e un film che gli è rimasto nel cuore: "La ciociara, Sofia Loren semplicemente fantastica".
Carlino e la tv: "La televisione non assolve al suo compito principale: educare i giovani. Perciò la guardo raramente".
Carlino e il Napoli di Ancelotti: "E' meno spettacolare di quello di Sarri, ma in grado quest'anno di vincere qualcosa".
Carlino e Penelope Cruz: "E' bella, umile, è moglie, è mamma, è una napoletana travestita da spagnola".
Carlino e i viaggi: "Per lavoro o per diletto ho girato un po' dappertutto. Mi manca la Groenlandia, mi piacerebbe andarci al più presto. Con chi? Ovviamente con i miei figli".
Carlino e la Carpisa: "L'età media dei dipendenti è 31 anni. E' fatto apposta, così posso considerarli un po' tutti figli miei". 
E, a proposito di giovani, a breve l'azienda che fa capo alle famiglie Carlino e Cimmino aprirà nel PalaCarpisa di Nola una scuola di formazione per artigiani della pelletteria. "Sono in via di estinzione, far morire questo mestiere sarebbe un delitto".

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