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Economia

Pizza da Nord a Sud: la più cara a Milano, a Napoli costa meno

I dati sono dell'Osservatorio prezzi Fipe-Confcommercio danno uno spaccato del comparto pizza in Italia. Prezzi stabili, fatturato di 9 miliardi di euro annui, 240mila occupati. E il mercato del lavoro non offre sufficienti pizzaioli professionisti

Sono 25mila in Italia le pizzerie con servizio al tavolo, ed altrettante “take away”: un business imponente, che però registra differenze sostanziali da Nord a Sud del Paese, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista strettamente culinario.

I prezzi di una pizza con bibita al ristorante, infatti, varia notevolmente di città in città. La meno cara è proprio la regina indiscussa, quella napoletana: menù in media a 6,91 euro. Altrove si arriva intorno ai 10: Milano è la più cara con 10,09 euro, a Roma prezzo medio è di 9,17 euro, poi Torino con 9,08 euro. I dati sono dell'Osservatorio prezzi Fipe-Confcommercio.

I dati, nel dettaglio, sottolineano un mancato o comunque lievissimo aumento dei prezzi nell'ultimo periodo. In particolare nel 2014 è stato di 1,2%, più basso rispetto al +1,9 del 2013. Il fatturato aggregato delle pizzerie è piuttosto elevato: 9 miliardi di euro, con 240mila occupati nel comparto. Si mangiano 5 milioni di pizze al giorno (1,6 miliardi di pizze l'anno)

Incredibile a dirsi, uno dei punti critici del settore pizza è la mancanza di pizzaioli qualificati: ogni anno le imprese cercano in media 2mila pizzaioli qualificati non stagionali, e quasi 4mila stagionali. Senza riuscire a coprire mai del tutto le proprie esigenze.

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