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Bambini e futuro, profonda frattura a Napoli tra centro e periferie

"È assurdo – ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children – che due bambini che vivono a un solo isolato di distanza possano trovarsi a crescere in due universi paralleli". Il rapporto 'Le periferie dei bambini'

Preoccupano alcuni dati contenuti nel "IX Atlante dell'infanzia a rischio - Le periferie dei bambini" a cura di Save the Children e pubblicato da Treccani: Napoli emerge come una città difficile per i minori e fortemente divisa – per quanto riguarda le possibilità che offre loro – tra quartieri centrali e di periferia.

Diversi gli esempi ad avvalorare la tesi. Come il fatto che i 15-25enni senza diploma di scuola secondaria di primo grado sono il 2% al Vomero e quasi il 20% a Scampia. Oppure la situazione dei Neet (ragazzi tra 15 e 29 anni che non studiano né lavorano): al Vomero e all'Arenella sono il 9,1% e 10,1%, mentre a Ponticelli, Scampia o San Giovanni a Teduccio le percentuali sono 31,4%, 31,1% e 30,6%.

Anche i dati tratti dai test Invalsi testimoniano un forte divario nell'apprendimento scolastico. I quartieri più svantaggiati sono lontani 25 punti Invalsi (davvero molti), rispetto a quelli che abitano a Posillipo.

"È assurdo – ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children – che due bambini che vivono a un solo isolato di distanza possano trovarsi a crescere in due universi paralleli. Rimettere i bambini al centro significa andare a vedere realmente dove e come vivono e investire sulla ricchezza dei territori e sulle loro diversità, combattere gli squilibri sociali e le diseguaglianze, valorizzare le tante realtà positive che ogni giorno si impegnano per creare opportunità educative che suppliscono alla mancanza di servizi".

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