Mappa del reddito, per Napoli e Campania è profondo rosso
I capoluoghi della Regione si attestano sulla media nazionale: un risultato non positivo, dato che le grandi città dovrebbero innalzare i dati. Male anche la situazione relativa all'equa distribuzione delle ricchezze
Le dichiarazioni Irpef 2012, fornite dal Ministero dell'Economia, sono state trasformate dall'analista Franco Morelli in una mappa del reddito medio pro-capite in tutti i comuni del Paese. Napoli è in perfetta media, dai 20mila ai 22mila euro annui, una cifra comunque poco lusinghiera se si considera l'importanza strategica del capoluogo regionale.
I dati – che naturalmente non tengono conto dell'ingente ricchezza sommersa, cifre particolarmente cospicue dalle nostre parti – raccontano Milano come prima grande città italiana, con un reddito medio sui 31mila euro a testa seguita a ruota da Torino. Intorno ai 28mila Roma, così come le varie Genova, Firenze, Bologna, Parma.
Al Sud, ma non è una novità data l'endemica disoccupazione, il quadro è ben diverso. Ma se la forbice tra le grandi città del Nord e quelle meridionali è di una decina di migliaia di euro, la situazione si fa preoccupante se consideriamo i “picchi” di alcuni comuni settentrionali rispetto ai numeri delle piccole cittadine. Ad esempio mentre Basiglio (provincia di Milano) è al top della classifica con 48mila euro pro-capite annui, la “provincia” campana si attesta drammaticamente sotto la media nazionale, con redditi – è il caso di Qualiano – addirittura intorno ai 13mila euro.
In generale, la Campania emerge fra le aree economicamente più depresse dell'intero Paese. E non va meglio se si considera “l'indice di Gini”, che misura il grado di diseguaglianza nella distribuzione del reddito prodotto in un determinato territorio. Considerando che 0 vuol dire che la ricchezza è perfettamente distribuita gli abitanti, ed 1 l'esatto opposto, la mappa di Morelli dà la palma di Comune meno equo d'Italia proprio alla campana Calvizzano, con un indice di 0,37.