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Lavoro, in Campania non si assume più e i licenziamenti aumentano

Stop ai bonus, nei primi mesi 2016 assunzioni in calo del 30%. Nel bimestre gennaio-febbraio di quest'anno, i nuovi contrattualizzati sono stati circa 23mila

Stop ai bonus, nei primi mesi 2016 assunzioni in calo del 30%. Licenziamenti in crescita. Una situazione difficile che culmina con lo sciopero unitario delle tute blu oggi mentre Cgil, Cisl e Uil si dividono sull'accordo con la Regione Campania.

Dal primo gennaio scorso, ovvero da quando sono scaduti i termini introdotti dalla legge di stabiiità 2015 per ottenere l'esonero contributivo triennale sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato o sulla trasformazione in definitivi dei contratti a termine, appare sparito nel nulla quell'accenno di boom dell'occupazione che tanto aveva fatto sperare in Campania. Se il 2015 si era chiuso, in regione, con un 30% in più di assunzioni a tempo indeterminato — 213 mila contratti attivati contro 165 mila del 2014 — nei primi due mesi del 2016 l'Inps ha registrato un trend in calo del 31%.

Andiamo nel dettaglio: come si legge sul Corriere del Mezzogiono, nel bimestre gennaio-febbraio di quest'anno, i nuovi contrattualizzati (sempre a tempo indeterminato) sono stati circa 23mila, a fronte dei quasi 33 mila e 500 dello stesso periodo del 2015.1 licenziamenti, invece, sono stati 27.433 (+i,7%, contro una media nazionale del -3,3%). In calo anche il totale delle assunzioni, comprese, cioè, quelle a termine e in apprendistato: 67.534 nel 2015 (gennaio-febbraio), 56.012 nel primo bimestre 2016. La diminuzione complessiva, in questo caso, è pari al 17,1% (le media nazionale si ferma al 15,1).

Con la legge di stabiìità 2016, spiega l'Inps, è stata introdotta una nuova forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La misura dell'agevolazione prevedel'abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi Inail) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio. I dati relativi all'effetto "della predetta agevolazione saranno resi noti a partire dall'aggiornamento di giugno 2016 dell'Osservatorio sul precariato".

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