“Ecco quanto ciascun operaio di Pomigliano fa guadagnare alla Fiat”

Ogni operaio dello stabilimento Fiat di Pomigliano ha prodotto, nel 2013, 51 vetture, facendo incassare al Lingotto 592mila euro. Sono i calcoli fatti da un cassaintegrato dello stabilimento, Gerardo Giannone, che chiede un nuovo modello da produrre nella fabbrica.
Secondo Giannone, infatti, lo stabilimento automobilistico campano “ha costituito la cassaforte della Fiat in Italia ed Europa”, e garantirgli continuità – anche alla luce dell'acquisizione di Chrysler e l'introduzione della rotazione in tutte le aree di produzione – sarebbe molto utile alla stessa azienda torinese.

“La nuova Fiat Panda – spiega l'operaio – costituisce per la casa madre un valore enorme pari al 36 per cento del mercato italiano a marchio Fiat, e del 25,7 per cento sul mercato europeo. Ma ai dati vanno aggiunti il grado di efficienza conquistati nell'ultimo anno, l'assegnazione della medaglia Gold del Wcm, ed il Premio Europe Lear Production”. “Inoltre – prosegue Giannone – c'è il dato delle relazioni sindacali, con la volontà degli operai a sostenere l'azienda nel percorso di rinnovamento tecnologico e stabilizzazione del conflitto in fabbrica, e basti guardare alle pochissime adesioni all'assemblea in fabbrica della Fiom”.

Per Giannone “sono maturate le condizioni per due novità necessarie affinché l'azienda, i sindacati e gli operai ritrovino tutti insieme certezza dal futuro, con l'assegnazione di un nuovo modello d'auto e l'eliminazione delle aree interne alla fabbrica”. “Non dare una nuova vettura da produrre a Pomigliano – conclude – sarebbe un autentico suicidio economico ed industriale, e non eliminare la suddivisone in aree degli operai significherebbe solo ridare fiamma ad un fuoco ormai ridotto in cenere”.