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Dal San Carlo a Palazzo Maddaloni, così rinascono gli edifici storici

Giornata di studi organizzata dall'Ordine degli Ingegneri di Napoli in collaborazione con l'Università Telematica Pegaso e la Federico II

Recuperare la memoria di Napoli partendo dai suoi luoghi più antichi; progettare gli interventi di recupero guardando all’insieme e non solo al “particolare”; ristrutturare gli edifici storici con uno sguardo agli effetti sociali ed economici. Sono alcune delle strategie di intervento emerse nel corso della giornata di studio sul tema “Edilizia storica, conoscenza e recupero”, svoltasi oggi (giovedì 26 febbraio) a Napoli presso la Basilica di San Giovanni Maggiore, ed organizzata dall’Ordine degli Ingegneri di Napoli in collaborazione con l’Università Telematica Pegaso e la Federico II. Un seminario tecnico e professionalizzante che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone tra ingegneri, architetti e commercialisti.

“Napoli è la città della conoscenza con i suoi oltre 100mila studenti – ha esordito l’assessore ai Lavori pubblici della Regione Campania, Edoardo Cosenza – ha il patrimonio storico più bello d’Italia e di Europa. Noi ci muoviamo finanziando quello che possiamo finanziare, a partire dal grande progetto Unesco che ha stanziato 100 milioni di euro per il centro antico. Eppure molti degli edifici storici non possono essere ristrutturati con i fondi europei, perché sono palazzi privati e non pubblici. E considerando il fatto che quelli europei sono gli unici fondi veri, resta da trovare una formula adeguata e coerente per realizzare progetti di riqualificazione”.

Riqualificare, appunto, e non solo ristrutturare, è l’unica via per recuperare il valore antico delle città. Ne è convinto il neo rettore dell’Università Telematica Pegaso, Alessandro Bianchi, che da ex Ministro ai Trasporti del Governo Prodi ma soprattutto da ingegnere urbanista, sottolinea la necessità di ripensare le politiche del territorio: “E’ finito, per fortuna, il tempo in cui le città si espandevano. Napoli, per esempio, ha raggiunto ormai una sua dimensione oltre la quale non può più allargarsi”. “E allora – ha continuato Bianchi – va rimodulato l’approccio culturale e metodologico che sta alla base di ogni intervento di recupero: non solo riqualificare, ma se è necessario anche rigenerare la storia di una città, come è successo a Bilbao o a Barcellona”.

Da qui, il ruolo fondamentale della formazione di tutti i professionisti chiamati ad intervenire sul territorio, a partire dagli ingegneri. “Seminari come quello di oggi – ha detto il presidente di Pegaso, Danilo Iervolino – dimostrano l’attenzione che la Pegaso e la Federico II hanno verso il territorio, e contestualmente l’apertura verso un modello educativo nuovo che in America chiamano edu-info-tainment, ovvero educare attraverso l’intrattenimento, e non solo con la classica lezione frontale. La possiamo chiamare una One Day University, una giornata interamente dedicata alla formazione in una specifica materia, che consente a chi partecipa di acquisire nuove competenze e rafforzare quelle già possedute”.

Anche il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, ha sottolineato “l’importanza di giornate come questa ad alto contenuto scientifico, e che vede la partecipazione di studiosi eccellenti”. Gli fa eco il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli, Luigi Vinci: “Mi auguro che simili progetti vadano avanti con nuove iniziative. Ben venga la collaborazione delle Università, perché la formazione oggi è l’unica via per il rilancio del Paese”.

La giornata di studi è, poi, proseguita con le relazioni tecniche dei partecipanti. Da segnalare, il progetto di recupero del legno lamellare del Teatro San Carlo, illustrato da Alberto La Tegola, ricercatore di Architettura Tecnica nell’Università del Salento; l’analisi morfologica e strutturale delle scale del centro antico di Napoli, del professore Francesco Fabbrocino, ricercatore di Scienze delle Costruzioni nell’Università Telematica Pegaso; le nuove tecniche di intervento per il miglioramento sismico dell’edilizia storica, di Andrea Prota, associato di Tecnica delle Costruzioni alla Federico II. Tra i relatori, Renato Iovino, docente di Pegaso; Michele Rossetto, direttore tecnico di Leonardo Solution; Renata Morbiducci, docente dell’Università degli Studi di Genova; Roberto Castelluccio, ricercatore della Federico II; Enrico Dassori, docente dell’Università di Genova; Antonio Tufano, ricercatore di Pegaso; Agostino Catalano, docente dell’Università del Molise; Sergio Burattini, coordinatore della commissione Manutenzione e Recupero di edifici industriali; Flavia Fascia, docente della Federico II; Mario Losasso, direttore del Dipartimento di Architettura della Federico II.

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