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Cultura Avvocata / Via Salvator Rosa

Via Salvator Rosa: sapete perchè anticamente si chiamava “L’Infrascata”?

Originariamente la strada era un piccolo sentiero impervio che costeggiava zone invase da vegetazione e che veniva percorso da contadini e bestie da soma che trasportavano la merce dal centro città alle ville dei nobili sulla collina del Vomero

SALVATOR ROSA: VITA E OPERE

Salvator Rosa è stato un pittore, incisore e poeta italiano di epoca barocca, attivo a Napoli, Roma e Firenze. Nato nel 1615 all’Arenella (all’epoca un villaggio che solo successivamente venne inglobato nella città), era destinato, come molti dei fanciulli dell'epoca, ad intraprendere la carriera d'avvocato o di prete ma, quando iniziò a manifestare le sue inclinazioni artistiche, fu inviato ad  imparare i primi rudimenti della pittura dallo zio Paolo Greco. Dopo aver concluso il suo apprendistato, proseguì i suoi studi con Aniello Falcone e Jusepe de Ribera, dipingendo soprattutto battaglie, paesaggi e scene di genere. Proprio durante l'apprendistato con il Falcone, decise di partire per Roma per tentare la fortuna. Tornato successivamente a Napoli Rosa si dedicò all'esecuzione di paesaggi con scene che anticiparono per certi versi alcuni temi romantici, che diede in vendita per somme irrisorie restando anche per lungo tempo nell’ombra della scena artistica cittadina. 

Nel 1638 Rosa si stabilì definitivamente a Roma, protetto dall’influente cardinale Francesco Maria Brancazzio, appassionato di arte e teatro. Qui espose annualmente alle mostre di San Giovanni Decollato e al Pantheon, mostrandosi consapevole delle potenzialità di un rapporto diretto con il pubblico, non accettò infatti né richieste, né commissioni, né caparre, decidendo autonomamente i soggetti ed il prezzo. Salvator Rosa morì a Roma il 15 marzo 1673; venne sepolto nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, nel sepolcro costruitogli dal figlio Augusto. Le opere di Salvator Rosa sono attualmente esposte a Roma, Modena, Hartford, Napoli, Vienna, Virginia, Palazzo Pitti Firenze e, in numerosi altri musei del mondo.  Riguardo alla sua vita gli venne dedicato il lungometraggio “Un’avventura di Salvator Rosa” di Alessandro Blasetti (1939).

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