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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura Porto / Corso Umberto I, 40

Federico II, l’università statale più antica del mondo

La sede centrale in corso Umberto I è un edificio neobarocco sorto a ridosso del complesso originario collegato oggi dallo Scalone della Minerva

È la più antica università fondata attraverso un provvedimento statale: l’Ateneo Federico II, intitolato al suo fondatore, l’Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, risale addirittura al 1224. Il regno di Federico II di Svevia è ricordato soprattutto per la sua imponente attività legislativa e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli: il re stesso fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi e la sua corte fu luogo di incontro fra culture. La sede centrale dell'ateneo federiciano domina il corso Umberto I, all'angolo con via Mezzocannone, al civico 40. L'edificio è in stile neobarocco e fu costruito nell’epoca del cosiddetto Risanamento, il progetto di riqualificazione che interessò la città alla fine dell’Ottocento. Il progetto, realizzato tra il 1897 ed il 1908, porta la firma degli architetti Pierpaolo Quaglia e Guglielmo Melisurgo.

L’imponente struttura sorge nell’area un tempo denominata di San Pietro a Fusariello, a ridosso del complesso universitario originario, che dal 1777 aveva trovato la propria sede nella Casa del Salvatore che ben presto si rivelò inadeguata a ospitare la mole di iscritti sempre in crescita: la popolazione studentesca, infatti, in poco più di 10 anni - dal 1875 al 1886 - era raddoppiata. Aveva senso, però, che tra i due edifici restasse un collegamento: gli architetti si premurarono così di garantirlo attraverso lo Scalone della Minerva, che parte dal cortile del Palazzo dell'Università e termina nel cortile della sede originaria. La nuova sede centrale era pensata come unione tre edifici che avrebbero formato corpo unico: gli elaborati di massima furono presentati nell'aprile 1893 al ministro dell'Istruzione Pubblica Ferdinando Martini. All'apertura dell'anno accademico (1894-1895) i grafici furono esposti al pubblico nella sala della Biblioteca Universitaria, insieme con un modello in gesso.

La prima pietra dell'edificio fu posta il 18 ottobre 1896 dal principe di Napoli Vittorio Emanuele, futuro re d'Italia, ma la scelta della facciata arrivò soltanto nell'aprile del 1898, approvata da una commissione istituita dal Ministero dei Lavori Pubblici. I lavori terminarono nel 1908. Fino al 1943, il suo aspetto resterà del tutto invariato: nell’anno in cui gran parte della città fu danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, anche la sede centrale della Federico II condivise purtorppo la cattiva sorte di molti edifici, oltre a rimanere anche vittima di un incendio appiccato dai tedeschi in ritirata il 12 settembre 1943 Requisito e occupato dagli alleati, al termine della guerra fu oggetto di una corposa ristrutturazione e un secondo importante restauro fu effettuato negli anni Ottanta dopo il violento sisma che colpì la Campania.

Il Palazzo si sviluppa su un fronte di 120 metri su tre livelli e presenta due ordini. Il primo è il basamento, che si sviluppa per tutto il primo piano, ed è in bugnato con ampie vetrate arcuate ad intervalli regolari. Il secondo ordine coincide col secondo ed il terzo piano dell'edificio: lastre di travertino di Bari sono interrotte da lesene corinzie in piperno. Il frontone centrale presenta un altorilievo in bronzo, opera di Francesco Jerace, raffigurante l'imperatore Federico II di Svevia che istituisce la prima Università nel suo Regno con le principali figure del tempo (tra cui Pier della Vigna). Altorilievi in bronzo raffiguranti Giambattista Vico e Giordano Bruno sono invece presenti sui frontoni laterali di via Mezzocannone e via Tari. L'architrave della parte centrale reca il motto dell'ateneo: “Ad Scientiarum Haustum et Seminarium Doctrinarum”. All’ingresso, preceduto da una scalinata in marmo, si è accolti da due sfingi in piperno, opere di Alberto Ferrer e Domenico Pellegrino. Sul cancello centrale, inoltre, una targa ricorda la fucilazione, ad opera dei tedeschi, di un marinaio italiano, avvenuta durante le Quattro giornate di Napoli.

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