Tony Tammaro alla facoltà di Sociologia: "Osservo la città e la racconto"
Il cantante trash ottiene un altro riconoscimento dal mondo accademico: "Non so se sono borghese o popolano", ha spiegato Tony Tammaro agli studenti. "Mi trovo bene con tutti, le persone mi hanno sempre fatto ridere"
È stata una lezione molto coinvolgente quella cui hanno assistito gli studenti della Facoltà di Sociologia della Federico II, questa mattina, nell'aula T1. In cattedra il cantante trash/blues Tony Tammaro, che ha parlato della sua carriera e in generale del modo in cui le sue canzoni sanno raccontare - molto meglio di una certa retorica nazionale - persone e luoghi di Napoli. Accompagnato nel dibattito dal professore di "Culture Giovanili" Raffaele Savonardo, Tony Tammaro ha raccontato gli esordi, ha spiegato di "essere indeciso: sono popolano o borghese? Sono nato nel Rione Alto, dove non sei nè carne nè pesce. Infatti so avere a che fare e mi so spiegare sia quando parlo con il parcheggiatore abusivo sia quando parlo con un professore".
"Tony Tammaro sa osservare la città", ha spiegato il professore Savonardo - "e soprattutto sa raccontarlo estremizzando la narrazione, enfatizzando le sfumature di ogni singolo dialetto che tra Napoli e provincia esiste". Dal canto suo, Tony Tammaro ha trovato le radici profonde dell'ironia che lo contraddistingue: "Fin da piccolo le persone mi facevano ridere: non mi indignavo mai, non puntavo il dito: le persone sono goffe, lo sono anche io". Riguardo la ricerca della propria strada musicale, poi, Vincenzo Sarnelli in arte Tony Tammaro ha raccontato: "Mio padre Egisto, grande chitarrista e cantante, purista della canzone classica partenopea, era assolutamente contrario alle mie storpiature. Eppure i maestri bisogna superarli, ognuno deve trovare la propria strada per raccontare la realtà. Magari tra duecento anni un ricercatore vorrà capire come si viveva a Napoli a fine '900. Se troverà un mio disco penso che gli tornerei utile".