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Cultura

Subculture, 10 anni di live underground a Napoli

Abbiamo intervistato Agostino Giordano e Mario D'Aniello, le due persone cui si deve questa affascinante finestra con vista sulla scena alternative mondiale

Dieci anni di concerti dal vivo a Napoli e provincia, e sentirli tutti in esperienza e prestigio: Subculture è una realtà tra le più affermate ed importanti in fatto di organizzazione di live nella nostra regione. Abbiamo intervistato Agostino Giordano e Mario D'Aniello, le due persone cui si deve questa affascinante finestra con vista sulla scena underground mondiale degli ultimi 30 anni.

Anni e anni di concerti alternative, qual è l'obiettivo di Subculture, e come è nata questa vostra avventura?
Ago Giordano: "Sia io che Mario, circa 10 anni fa, eravamo alle prime armi nella produzione di eventi. Il primo concerto lo organizzai nel 2007, a Frattamaggiore, in un locale che, col senno di poi, definirei più unico che raro. L'organizzazione la chiamammo "La Scala Privata". Ricordo che alla prima serata comprammo 350 euro di alcolici da vendere al bar. Verso mezzanotte era finito tutto. Credevamo di aver svoltato, di aver guadagnato un bel po' di soldi. Controllammo, e in cassa c'erano esattamente 350 euro...capimmo che c'era qualcosa che non andava".

Come definireste il pubblico degli eventi Subculture, il target cui sono indirizzati i vostri concerti?
Mario D'Aniello: "Il pubblico di Subculture, se così può essere definito, non è un ristretto o di nicchia. Varia, ad ogni concerto prende una larga fetta di appassionati del genere proposto, per la maggiore sempre tutti molto caldi e preparati. Soprattutto, è un pubblico sempre molto attento alla musica live".

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