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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura

Così la scuola abbatte barriere e pregiudizi: gli studenti di Scampia insegnanti all'estero

Da Scampia a Madrid in veste di "professori" grazie al progetto "Eurofuture: changing places" del Liceo "Elsa Morante": il racconto a Napoli Today delle studentesse Nadia, Claudia e Maya

Quando le incontriamo, hanno già in viso un'espressione e una luce che dice tutto prima ancora che aprano bocca: la voglia di raccontare questa esperienza che ha cambiato loro prospettiva, che le ha riempite di stimoli e passione, che le ha aperte al mondo e ha fatto scoprire loro che il mondo le attende, anche se vengono da un quartiere che non sempre è noto per episodi positivi. Un'esperienza che rifarebbero anche domani.

Sono tre studentesse del Liceo "Elsa Morante" di Scampia. Nadia, Maya e Claudia, tutte tra i 16 e i 17 anni. Sono tre dei dieci ragazzi che hanno partecipato ad un innovativo progetto scolastico di interscambio culturale con l'estero: l'"Eurofuture: changing places" nell'ambito del programma europeo Erasmus +. Innovativo perché gli studenti non hanno solo trascorso del tempo in un paese straniero, in una scuola straniera a seguire lezioni in un'altra lingua, ma hanno vestito, per un giorno, anche i panni degli insegnanti, tenendo una lezione completamente in inglese ad una platea di loro coetanei. Ospitati, per tutto il periodo di permanenza, dalle famiglie di alcuni studenti del posto.

"Ogni anno - è spiegato sul sito istituzionale della scuola - un gruppo di alunni parteciperà all’attività di changing places, cioè per un giorno saranno loro a ricoprire i ruoli degli operatori della scuola: dirigenti, personale docente, personale ATA ecc. Lo stesso scambio di ruolo sarà ripetuto e vissuto dai nostri studenti nelle scuole dei paesi coinvolti nel progetto. Finalità del progetto è di far sperimentare ai giovani l’impegno e la responsabilità della vita lavorativa, in accordo con le linee guida ministeriali che richiedono alle scuole di secondo grado di iniziare dal terzo anno un percorso di alternanza scuola lavoro".

Il partenariato stretto dal Liceo di Scampia è con scuole del Regno Unito, Spagna, Germania, Polonia e Turchia.

A differenza dei normali stage, che richiedono il contributo per le spese dalle famiglie, questo progetto è completamente finanziato e a costo zero per gli studenti che devono guadagnarsi solo sul campo l'opportunità di partecipare. I criteri di selezione, tra quelli che presentano la domanda, riguardano esclusivamente il voto in inglese, la media generale e il voto in condotta.

A parlarci meglio del progetto e della scuola, è la Professoressa Marina Stravolo, tra le insegnanti promotrici, che preparano e accompagnano gli studenti all'estero. La sua passione per questo progetto, e in generale per l'insegnamento, trasuda in ogni gesto e in ogni parola. Lavora in questo istituto di Scampia da ben 17 anni e solo una volta ha fatto domanda per andare via, al solo scopo di avvicinarsi maggiormente al quartiere in cui vive. Una domanda che, però, ha ritirato subito: "Ci ho ripensato immediatamente, non importa la lontanaza da casa. Non me ne voglio andare. Voglio restare qui", ci dice, "In questa scuola che amo, tra questi ragazzi che sono spesso dei veri diamanti".

La preparazione dei ragazzi parte da lontano, molto prima della partenza. Una cosa che li stimola e li rende più consapevoli. Alcuni docenti della scuola si recano, inoltre, presso gli istituti partner per svolgere un’attività di "training e teaching-shadowing", cosa che consente loro di osservare altre strategie didattiche e confrontarsi con i docenti europei. Importantissimo, quindi, il ruolo del corpo docente della scuola (guidato dal dirigente Riccardo Güll).

Altrettanta importanza, nel progetto, lo riveste il ruolo delle famiglie che si rendono disponibili ad ospitare gli studenti in visita. Uno scambio culturale a 360°, che coinvolge quindi tutti: studenti, insegnanti, genitori.

La prossima settimana, ci racconta la professoressa Stravolo, il progetto va avanti con l'arrivo di studenti turchi e tedeschi. Per ragazzi e famiglie sarà una bella occasione di confronto e crescita, basti anche solo pensare alle diversità sulle abitudini alimentari con alcuni ragazzi, dettate magari dalla religione. Un'opportunità di conoscersi e scoprire, ancora una volta, che le diversità sono sempre ricchezza.

Ed è così che tornano a casa i ragazzi che partecipano a questo scambio: arricchiti, con meno pregiudizi, meno barriere culturali, più apertura verso il mondo.

Ce lo confermano Nadia, Maya (entrambe del linguistico) e Claudia (dello scientifico), che lo scorso 6 novembre sono partite per Madrid, dove sono rimaste per 5 giorni. All'inizio, ci dicono, è stata dura convincere le famiglie a farle partecipare. Preoccupazioni comprensibili per un genitore. Ma poi tutti si sono convinti della grande opportunità che poteva rappresentare questo progetto. E' bastato poco, il primo gruppo che è partito, a rendere tutto reale e ad entusiasmare non solo gli studenti, ma anche le famiglie. Felici dell'esperienza che stanno facendo i figli e felici anche di ospitare in casa giovani come i loro ragazzi.

"E' stato bello tutto" dicono le tre ragazze. "Ci siamo sentite subito a casa, non ci aspettavamo di integrarci così tanto e subito". Chiediamo loro se gli è parso di vedere qualche pregiudizio per il luogo dal quale provengono, ma non hanno dubbi: nessuno. Le famiglie che le hanno ospitate, ci raccontano, le hanno accolte e trattate con grande affetto e adesso loro non vedono l'ora di ricambiare con i ragazzi che presto arriveranno. Studenti turchi e tedeschi che già hanno avuto modo di conoscere, anche se solo virtualmente. Uno scambio in grado anche di creare forti legami di amicizia tra i ragazzi.

Esperienza più che positiva anche lo scambio di ruolo e la lezione in inglese: "Ci sentivamo preparate, ci abbiamo lavorato tanto ed è stato bello". La conferma arriva anche dalla professoressa Stravolo: "Hanno saputo tenere sempre alta l'attenzione, e non è certo una cosa facile". Un impegno preso e portato avanti con grande serietà e maturità.

Chiediamo alle ragazze anche di raccontarci, oltre alle attività didattiche, che cosa faranno fare agli studenti in visita. Anche qui, le idee sono chiare: far vivere loro a pieno la città, mostrargli quante più cose possibile.

E il progetto, anche per loro, non finisce qui: il prossimo gruppo di 10 ragazzi si sta preparando a partire per la Polonia e gli studenti che hanno partcipato ai precedenti scambi fanno loro da tutor durante il percorso preparatorio.

Salutiamo queste tre studentesse, tutte molto in gamba, chiedendo loro cosa vorrebbero fare "da grandi" e le risposte hanno, in qualche caso, molto a che fare con questa esperienza che la scuola ha dato loro modo di fare: Nadia è rimasta così piacevolmente colpita dallo scambio di ruolo, che vorrebbe diventare un'insegnate di italiano all'estero; Maya, invece, vorrebbe diventare una giornalista. Ad appassionarla, infatti, un progetto partito parallelamente al changing places, quello di un giornalino scolastico che segue e racconta tutto il percorso di questi gemellaggi. Claudia, invece, vorrebbe fare il medico. Sogni che auguriamo loro di avverare, con la passione e la caparbietà che già dimostrano di avere, così giovani.

Andiamo via con la rafforzata consapevolezza che ce ne vorebbero tante di scuole così, anzi, che ce ne vogliono tante di scuole. Che nella scuola e nella cultura si deve investire. Nei quartieri ritenuti "difficili", ma non solo. Perché le scuole, lo diciamo spesso, sono i primi e forse i più importanti presidi di legalità e cultura, fondamentali per abbattere i muri del pregiudizio.

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