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Cultura Porto / Piazza Municipio

Stazione Marittima, da qui è passata anche la Pietà di Michelangelo

Nel 1964 fu imbarcata sulla Cristoforo Colombo verso New York dove fu protagonista dell’Expo

Fin dall’Antichità luogo di scambi, potere e cultura, piazza Municipio è simbolo dell’apertura della città anche grazie alla presenza del porto. Entrambi – la piazza e il porto – hanno cambiato più volte aspetto nel corso dei secoli fino a quello attuale: la Stazione marittima, posta esattamente in corrispondenza di Palazzo San Giacomo, da cui la separa l’ampia piazza (e oggi il cantiere per la stazione della metropolitana), è stata costruita in epoca fascista tra il 1933 e il 1936 su progetto di Cesare Bazzani. Nel 1964, da qui partì la Pietà di Michelangelo alla volta di New York, dove si sarebbe svolta l’Esposizione. Papa Roncalli, che aveva personalmente seguito il progetto, morì un anno prima dell’inaugurazione dell’evento; ma l'idea fu portata avanti dal suo successore, Papa Paolo VI. Dopo le delicatissime operazioni di imballaggio, fu caricata prima su un camion poi sulla nave Cristoforo Colombo che dal porto di Napoli l’avrebbe portata a New York.

Terminal del molo Angioino (uno dei due moli turistici della città insieme al Beverello, mentre in totale la città ne conta 14) la Stazione Marittima di Napoli è oggi composta da due ali di circa 182 metri ciascuna. La decorazione dell'esterno riproduce dodici medaglioni in pietra di Trani: di questi, otto raffigurano vari luoghi geografici (l'Africa orientale, Roma, Atene, Il Cairo, Rio De Janeiro, Calcutta e, ovviamente, Napoli). Gli altri rappresentano la navigazione per mare e quella aerea, un piroscafo e una nave romana. Vi sono quattro metope in bronzo, che rappresentano Castore e Polluce e la ricchezza del commercio marittimo, oltre ai classici cavalli di bronzo.

L’attuale struttura nacque per sostituire l’edificio costruito tra il 1894 e il 1899 al molo Pisacane, che ben presto si rivelò inadeguato per grandezza a far transitare il traffico di merci e persone (una volta dismesso, quest'ultimo ha poi ospitato la Capitaneria di porto). Il regime fascista aveva in mente di rendere la città un centro commerciale primario nel Mediterraneo e così fu emesso un bando del Ministero dei Lavori pubblici per il nuovo porto. A vincere la gara fu la società Ferrobeton e i lavori iniziarono l'anno dopo. Per costruirla, fu distrutto l'antico molo grande e il suo braccio, il molo San Gennaro, e la famosa lanterna del molo. Tra le due "torri", all'altezza del primo piano, fu costruito un collegamento costituito da tre piani trasversali sotto i quali si apre un varco che un tempo ospitava i treni della ferrovia di collegamento tra la stazione e il porto.

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