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Cultura Avvocata / Piazza Bellini

Vincenzo Bellini: per raggiungere Napoli sfidò un naufragio

Il compositore catanese a cui è intitolata l'omonima piazza vinse una borsa di studio per frequentare il Conservatorio partenopeo

È posto al centro della piazza che da lui prende il nome: il monumento al compositore catanese Vincenzo Bellini, legato a doppio filo alla città di Napoli e al suo Conservatorio di San Pietro a Majella, è stato realizzato da Alfonso Balzico nel 1886 ed è alto 6 metri. In marmo con basamento in piperno, ai lati del quale sono ricavate delle nicchie che in passato ospitavano statuette delle principali eroine delle sue opere, è adiacente le mura greche protette da una ringhiera.

Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini è stato uno dei compositori più celebri dell'Ottocento. Autore di dieci opere in tutto, le più famose e rappresentate sono La sonnambula, Norma e I puritani. Figlio e nipote d’arte, mostra fin da bambino interesse verso la musica. Intorno al 1817 ottiene una borsa di studio per il perfezionamento da effettuarsi a Napoli, al Real Collegio di Musica di San Sebastiano: parte da Messina e giunge al porto di Napoli dopo cinque giorni di tempesta, scampando fortunosamente ad un naufragio.

Nel capoluogo campano diventa allievo prima di Giacomo Tritto, poi di Nicola Antonio Zingarelli che lo indirizza verso i dettami della scuola musicale napoletana. Tra i banchi del conservatorio ha come compagni Saverio Mercadante ed il musicista patriota Piero Maroncelli, ma soprattutto il calabrese Francesco Florimo, la cui fedele amicizia lo accompagnerà per tutta la vita e dopo la morte, quando quest’ultimo diventerà bibliotecario del conservatorio di Napoli e sarà tra i primi biografi dell'amico prematuramente scomparso. In questo periodo Bellini compone musica sacra, alcune sinfonie d'opera e alcune arie per voce e orchestra. Nel 1825 presenta al teatrino del conservatorio la sua prima opera, Adelson e Salvini, come lavoro finale del corso di composizione.

L'anno dopo raccoglie il primo grande successo con Bianca e Fernando, andata in scena al teatro San Carlo di Napoli col titolo ritoccato in Bianca e Gernando (per non mancare di rispetto al principe Ferdinando di Borbone). L'anno seguente parte da Napoli, lasciandosi alle spalle l’amore infelice per Maddalena Fumaroli, la ragazza che non aveva potuto sposare per l'opposizione del padre di lei, contrario al matrimonio con un musicista. Ingaggiato per comporre un’opera da rappresentare alla Scala di Milano, viene travolto dal successo e contrapposto, come caratteristiche, a Gioachino Rossini. Le più riuscite sono non a caso quelle scritte per il pubblico milanese (La sonnambula, e Norma, entrambe andate in scena nel 1831) e quello parigino (I puritani - 1835).

Il compositore lascia infatti l’Italia per la capitare francese, dove entra in contatto con alcuni dei più grandi compositori d'Europa, tra cui Fryderyk Chopin. Muore giovanissimo, a meno di 34 anni, stroncato da un'infezione intestinale. Sepolto inizialmente al cimitero parigino di Père Lachaise, dove è rimasto per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini, le sue spoglie sono state poi traslate nel Duomo di Catania.

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