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Cultura

La musica si spoglia: nudo in copertina per "Sotto il vestito... Napoli"

Il nuovo disco di Hengeller spiazza tutti: senza veli le tre voci femminili Fiorenza Calogero, Daniela Fiorentino e Lorena Tamaggio. Federico Vacalebre il produttore. "Non cerchiamo lo scandalo ma l'essenzialità"

Il cantante e pianista visionario Lorenzo Hengeller propone al pubblico una nuova opera che certamente lascia sbalorditi. Il disco, presentato ieri alla Fnac, s’intitola infatti “Sotto il vestito… Napoli”. E non si tratta di puro simbolismo.

Il gioco di parole in questo caso è ben utilizzato e messo in pratica. Le tre voci femminili dell’opera, le “cantattrici” Fiorenza Calogero e Daniela Fiorentino e la cantautrice Lorena Tamaggio, prestano al disco non solo le loro belle voci, ma anche il loro corpo nudo per la copertina del disco, affiancate da Pulcinella e molte altre icone della tradizione partenopea (gli scatti sono del fotoreporter Sergio Siano).Tre giovani voci che il grande pubblico ha già potuto apprezzare nel «Canto delle lavandaie del Vomero» all’interno del film «Passione» di John Turturro.

Una provocazione ironica e coraggiosa, spogliare la musica classica napoletana da orpelli e retorica, per conservare la tradizione, ma renderla al contempo nuova. E nuove sono infatti le sonorità proposte, jazz, forti, in cui coesistono perfettamente come in un mondo parallelo la poesia di Di Giacomo e le musiche di Gershwin, brani classici come ‘Rundinella’ e testi moderni, scritti anche dalla stessa Tamaggio, come ‘Annura’, dove si affiancano con disinvoltura gli Alunni del Sole a Riccardo Cocciante, “ canzoni d’amore, morte, sesso e destino”. Mondo antico e futuro al loro punto “nudo” punto d’incontro.

"Sotto il vestito... Napoli": nudo in copertina



Spiega Federico Vacalabre, produttore artistico: "''Sotto il vestito… Napoli'' non cerca lo scandalo, ma l'essenzialità, dietro l'immagine c'è l'anima della città canora per eccellenza, una tradizione sfrondata dall'oleografia e riletta con sensualità jazzistica, con sonorità nude e scabrose, con vocalità carnali, un disco che riporta sul palco le melodie napoletane e sveste le cantanti perché siano protagoniste solo le curve melodiche, che scommette sulla canzone napoletana classica, ma scarnificata da ogni incrostazione oleografica e da ogni retorica, quella kitsch del passato come quella oggi dilagante della contaminazione a ogni costo”.

Si tratta insomma di una nudità sonora che è uno spogliarsi dell’anima napoletana, per esporsi, in modo spiazzante, vulnerabile e vera al pubblico, che con lo stesso spirito deve accoglierla per comprenderla a fondo, tenendo presente che la tradizione resta solo il solido punto di partenza mentre la scoperta del futuro diventa l’auspicabile meta.

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