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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Sapete perchè si dice “Ha fatto o scrupolo d’’o ricuttaro”?

L’espressione viene utilizzata Napoli per bollare il comportamento chiaramente falso di chi, abitualmente incline a delinquere, mostra di scandalizzarsi davanti a piccoli reati compiuti da altre persone

Perchè si dice “Ha fatto o scrupolo d’’o ricuttaro”? A spiegarcelo è il libro "Come se penza a NNapule. 2500 modi di dire napoletani", commentati da Raffaele Bracale e a cura di Amedeo Colella. Letteralmente significa “ha fatto lo scrupolo del ricottalo”.

Cioè “scandalizzarsi grandemente al cospetto di altrui veniali mancanze, alla stregua di un lenone (sfruttatore di prostitute, ruffiano, magnaccia) che abituato a compiere gravi mancanze si scandalizzasse di piccoli reati compiuti da altre persone”. La locuzione è usata a Napoli, appunto, per bollare il comportamento chiaramente falso di chi, abitualmente incline a delinquere, mostra di scandalizzarsi davanti a piccole mancanze.

LA FIGURA DEL “RICUTTARO”

A fine ‘800 i piccoli furfanti e i camorristi venivano arrestati e finivano sotto processo durante il quale dovevano esser difesi da avvocati che, qualora, non fossero affiliati alla camorra, volevano esser pagati. A mettere insieme i fondi necessari provvedevano i compagni dei detenuti che procedevano a una questua più o meno vessatoria tra piccoli commercianti e bottegai sia adiacenti al Tribunale, sia operanti nel rione d’origine del/dei furfante/i sotto processo. Tale questua finalizzata era detta a’recoveta (la raccolta), da recoveta a ricotta il passo è breve, e da recotta a recuttaro è ancora più breve. Successivamente con il termine “ricuttare” si indicarono non solo i questuanti suddetti, ma più segnatamente i lenoni, i ruffiani, i protettori, ecc. che spesso traevano origine dalle schiere dei quei camorristi questuanti.

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