rotate-mobile
Cultura Avvocata / Via Nilo

Sant'Angelo a Nilo, il genio di Donatello nel cuore di Napoli

Lo scultore fiorentino ha realizzato, insieme a Michelozzo, il monumento funebre del cardinale Brancaccio nella Chiesa di piazzetta Nilo

Una scritta sul portale laterale della Chiesa di Sant’Angelo a Nilo invita i visitatori a entrare per vedere “il Donatello”. L’opera in questione è il sepolcro del cardinale Rainaldo Brancaccio che lo scultore fiorentino del 1400 realizzò insieme a Michelozzo nella chiesa monumentale di Sant’Angelo a Nilo, ulteriore segno del legame tra la Napoli greco-romana e l’antico Egitto testimoniato anche, pochi metri più in là verso via San Biagio dei Librai, dal Corpo di Napoli. La cappella viene fatta erigere nel 1385 dal cardinale Rainaldo Brancaccio che la dedicò ai Santi Angelo e Marco: non molto distante, il palazzo nobiliare di famiglia.

La chiesa, geniale commistione di stili ed epoche come molti dei monumenti napoletani, è a navata unica, di forma rettangolare, senza transetto e con due sole cappelle e una sacrestia, tutte sul lato destro. L’intera struttura ospita opere di rilievo, oltre a numerosi sepolcri di esponenti della famiglia Brancaccio: tra questi, spicca senza dubbio quello del cardinale Rainaldo Brancaccio, considerata una delle prime e maggiori testimonianze del passaggio dalle forme tardo-gotiche a quelle rinascimentali che di lì a breve travolgeranno l'arte. La cappella lo custodisce a destra dell’altare nella parete frontale: monumento estramamente moderno per l’epoca malgrado il tradizionale impianto a baldacchino, fu eseguito a Pisa tra il 1426 e il 1428 da Donatello ed altri maestri toscani come Michelozzo e Pagno di Lapo Portigiani, in marmo dorato e policromato, con un’altezza di 11,60 metri e una profondità di 4,60.

L’opera fu completata nel 1427, quando il cardinale era ancora vivo, e inviata a Napoli via mare l’anno successivo. Due colonne sorreggono un arco a tutto sesto: in alto, la cuspide, in stile gotico, su cui è raffigurato il Redentore e, ai lati, due statue raffiguranti due putti con delle trombe. Il sarcofago, sorretto da tre cariatidi, presenta un rilievo stiacciato raffigurante l’Assunzione della Vergine, opera di Donatello che con quest’opera lanciò una nuova tecnica scultorea (lo stiacciato, appunto) che consiste in un lieve rilievo delle figure rispetto al fondo. Ai lati due stemmi, mentre al di sopra è posta la statua del defunto.

La massiccia facciata grigia e rossa della Chiesa, incorniciata da finte colonne squadrate sormontate da capitelli corinzi e che si è eleva su due livelli, conserva ancora il portale originale dell’ingresso principale su via Mezzocannone, risalente al XV secolo, con un architrave con figure in mezzorilievo di angeli e santi e un affresco del XV secolo che presenta il cardinale Brancaccio. Per un periodo, l’affresco fu staccato e conservato in sacrestia per poi tornare alla collocazione originale. L’edificio che vediamo oggi è però frutto di un rifacimento del 1709.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sant'Angelo a Nilo, il genio di Donatello nel cuore di Napoli

NapoliToday è in caricamento