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“S’arricorda ‘o cippo a Furcella”: sapete perchè si usa questa espressione?

Il modo di dire, utilizzato per indicare qualcosa di vecchio, si riferisce al gruppo di pietre (il cosiddetto "cippo") delimitate dal cancello circolare che si erge in piazza Vincenzo Calenda, facenti parte delle cinta murarie dell’antica Neapolis

Tra i quartieri Pendino e San Lorenzo, a ridosso di via Duomo e tra Spaccanapoli e il Corso Umberto I, è situata una piccola ma importante arteria del centro storico di Napoli: via Forcella. Secondo alcuni il nome (che si riferisce sia alla storica strada che al quartiere circostante) deriverebbe dalla forma che la via assume: via Forcella si dirama, infatti, formando un bivio ad ipsilon (Y) che ricorda le fattezze di una forcella, ossia lo strumento utilizzato nel lavoro di uncinetto. Secondo altri è legato, invece, allo stemma del seggio (o sedile), la tipologia di istituzione amministrativa, prima dei Municipi, in vigore dal XIII al XIX secolo, che per Forcella aveva la forma di Y, simbolo che richiamava l’emblema della scuola di Pitagora, al tempo presente nella zona. Nonostante il quartiere sia accompagnato da una cattiva fama per i numerosi eventi di criminalità che si sono verificati negli ultimi anni, è un sito antichissimo, ricco di storia e cultura, tappa obbligatoria per i turisti che vogliono conoscere a fondo la città. La fama di questa via è anche legata alla storia centenaria del famoso Teatro Trianon inaugurato nel 1911 dagli Scarpetta con la famosa commedia “Miseria e Nobiltà”, e che ha visto, nel corso degli anni, avvicendarsi sul palcoscenico i più importanti attori teatrali napoletani (De Filippo, Viviani, Taranto, il grande Totò e tanti altri). Nel quartiere si trova anche l’omonima pizzeria, fondata nel 1923, dai coniugi Leone, famosa perchè era frequentata da Totò, Macario e Taranto, i quali non resistevano all’invitante aroma della pizza (detta ‘a rota ‘e carretta’ per le sue dimensioni simili alla ruota di un carretto) che, ancora oggi, rimane una delle più buone di Napoli.

Ma perchè i napoletani, quando vogliono indicare qualcosa di vecchio, utilizzano l’espressione “S’arricorda ‘o cippo a Furcella”? Sembrerebbe che il famigerato "cippo" indichi proprio qualcosa di vecchio quanto l’antica Neapolis! Si riferisce infatti al gruppo di pietre (il cosiddetto "cippo") delimitate dall’alto cancello circolare che si erge di fronte al teatro, in piazza Vincenzo Calenda, risalenti molto probabilmente al III secolo a.C e facenti parte delle cinta murarie dell’antica Neapolis. Il "cippo" sarebbe costituito dai resti di una porta difensiva della cinta muraria, la porta Herculanensis (in seguito detta porta Furcilla o Furcillensis per la particolare forma del bivio stradale che conduceva alla porta). I resti furono ritrovati durante i lavori del Risanamento, in occasione delle opere di sventramento della parte bassa di Forcella che avrebbero portato all'apertura di via Pietro Colletta e di una piazza tra il nuovo asse stradale e l'antica via Egiziaca a Forcella. Piazza che per il ritrovamento fu detta inizialmente piazza delle mura greche, poiché è la zona archeologica più antica di Napoli.

Quindi, proprio perché molto antiche, queste pietre, hanno spinto i napoletani ad associarle a qualsiasi cosa che sia antiquata, vecchia e obsoleta.

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