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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura

Incidente in auto contromano, Livia Barbato ricordata nel "Viaggio al centro della notte"

La presentazione al Circolo Rari Nantes

Presentato al Circolo Rari Nantes il libro di Luca Maurelli “Viaggio al centro della notte”: un racconto avvincente che parte dalla storia della 21enne napoletana Livia Barbato, rimasta vittima del suo fidanzato Nello Mormile. Era la notte del 25 luglio 2015, Livia e Nello (alla guida della sua Clio) stanno tornando da una serata durante la quale lui aveva decisamente alzato il gomito, decidendo di compiere poi un’assurda manovra: entrare controsenso in Tangenziale, a fari spenti per ben 6 km prima dello schianto fatale. A morire, oltre alla giovane fotografa, anche il conducente dell’auto proveniente dal senso giusto di marcia, Aniello Miranda, 48 anni, padre di due adolescenti che si recava al lavoro.

Il Mormile venne subito sottoposto all’alcoltest e nel suo sangue risultò una concentrazione di alcool di gran lunga superiore a quanto consentito dalla norma: una percentuale del 2,15 che, secondo gli inquirenti, lo ha collocato tra il “frastornamento” e lo “stato confusionale”. In primo grado Mormile venne condannato a 20 anni per omicidio doloso, ma in Appello la pena è stata quasi dimezzata, passando a 10 anni e due mesi per omicidio colposo. Per i giudici, infatti, quello che ha spinto il dj ad imboccare contromano la Tangenziale ad Agnano (anziché dirigersi verso Fuorigrotta, andò verso Pozzuoli) non fù un istinto omicida (o suicida), ma solo i fumi dell’alcol.

Maurelli ha illustrato, in sede di presentazione, le fasi di quella maledetta manovra che ha portato ad una tragedia che ha ancora troppi nodi da sciogliere: "Il dato comune denominatore tra questa storia e le altre, che leggiamo anche sui giornali, è che l'assunzione di sostanze alcoliche o droghe determinano spesso tragedie imaspettate Questo è un tema sul quale tutti ci interroghiamo ed io cerco di farlo anche con il libro".

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"Per rispondere ai ragazzi, ma anche agli adulti, bisogna creare delle strutture che non siano lontane dai giovani stessi", ha detto invece l'assessore comunale alle Politiche Sociali Roberta Gaeta. "Non bisogna - ha continuato - creare degli spazi per loro, ma dargli spazio. Gli eccessi sono frutto di un vuoto anche di relazioni e forse sono proprio questi i luoghi che vanno rafforzati. Le istituzioni possono rispondere moltiplicando quei luoghi, adeguandosi anche alle richieste dei ragazzi. Noi abbiamo messo in campo una serie di attività: 26 educative territoriali, 35 centri diurni, progetti adolescenti, poli territoriali per le famiglie. Cioè servizi, reti, che non devono essere progetti spot, ma delle risposte solide".

Anche i genitori sono chianati ad una maggiore responsabilità, a detta dell'avvocato Federica Mariottino dell'associazione #31salvatutti che da tempo promuove eventi di sensibilizzazione contro gli eccessi, da parte dei giovani: "Dobbiamo far comprendere ai ragazzi che anche la sciocchezza fatta una sola volta può costare la vita. In questo evento vogliamo sensibilizzare gli adulti, perché ascoltino le esigenze dei propri figli e soprattutto li monitorino e qualche volta dicono quel 'no' giusto che potrebbe salvare, poi, una vita".

Convinto che la sua parte la possa fare anche lo spettacolo, l'attore e direttore artistico del Rari Nantes Massimo Carrino ha spiegato: "Anche lo spettacolo può essere uno strumento attraverso il quale si diffondono le prevenzioni. Tanti colleghi propongono attività sociali e culturali. Sulla prevenzione, soprattutto per i giovani, non ci si deve stancare. Quando si parla di movida si dovrebbe parlare di divertimento, ma purtroppo spesso ci ritroviamo a
raccontare tragedie".

Tragedie delle quali bisogna parlare perché possono toccare tutti, secondo il Presidente del circolo Giorgio Improta che si è detto soddisfatto per aver ospitato l'evento: "Parliamo di un argomento drammatico che molti genitori sperano di non vivere mai. È giusto che se ne parli perché ognuno di noi può essere colpito da queste tragedie. Nulla, ovviamente, possiamo fare se non della giusta prevenzione, facendo sì che i nostri figli sappiano i pericoli ai quali vanno incontro".

Al dibattito ha preso parte anche la mamma di Livia, Angela Buanne. Quest'ultima, ad una platea commossa, ha letto alcuni messagi ricevuti dai ragazzi che hanno partecipato agli incontri che lei ha promosso nelle scuole, nel ricordo della dolce Livia.

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