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Cultura

Arte dei pizzaiuoli patrimonio Unesco, Noiconsumatori e Confesercenti gustano la vittoria

Per l'avvocato Angelo Pisani di Noiconsumatori "la pizza è la nostra migliore ambasciatrice e le pizzerie sono consolati nel mondo. Per il presidente Confesercenti della Campania, Vincenzo Schiavo, "Con questo riconoscimento si aprono nuove  e ulteriori opportunità per la pizza e per i pizzaioli partenopei"

L’avvocato Angelo Pisani, leader dell'associazione Noiconsumatori saluta il riconoscimento di patrimonio dell’umanità come una gustosa vittoria dei napoletani e della tradizione della pizza napoletana nel mondo, la migliore risposta al marketing delle multinazionali e ai cibi spazzatura.

 "C'è una grande storia e tradizione, oltre che amore e arte, dietro ogni pizza. Più un complesso di segni e abilità: identità, capacità artigianali e storie familiari , colore, gusto e salute nella semplicità di un piatto che nasce a Napoli ma che ha conquistato il mondo”, commenta Pisani. "La pizza è la nostra migliore ambasciatrice e le pizzerie sono dei consolati nel mondo. Dietro ogni vera pizza napoletana, in qualsiasi parte del mondo si prepari, c'è una parte di Napoli che noi riconosciamo dal profumo al gusto”, afferma l'avvocato che daanni è impegnato nella tutela della vera pizza napoletana e fondatore dell'associazione pizzaioli artigiani napoletani con cui vuole impegnare il Governo a riconoscere i pizzaioli a livello giuridico, da non confondersi con i commercianti.

 Sono molte le battaglie legali promosse da Noi consumatori e dall associazione pizzaioli artigiani napoletani a tutela della tradizione e valori della pizza: da quella contro l’ attacco mosso, via spot, da una notissima multinazionale del panino a quella intrapresa all’indomani della decisione, cavalcata da Regione e sindacati, di realizzare uno stabilimento in Campania per la produzione di pizze surgelate, ad altre contro la concorrenza sleale fatta a un’antica arte unica al mondo.

Oggi Angelo Pisani, dopo aver promosso, anche al Napoli Pizza Village oltre che tramite le sedi dell’associazione Noiconsumatori, la raccolta di firme per il riconoscimento Unesco, esprime soddisfazione per il risultato. “Se non è napoletana invece di pizza bisognerebbe definirla puzza”, connclude ironizzando, in riferimento a tutte le fallite imitazioni e brutte copie del tipico piatto partenopeo. "La tutela Unesco è invece legittima: da oggi la pizza deve diventare uno dei fattori di occupazione a Napoli: chiedo una normativa idonea alla categoria e un corso di laurea, una nuova kermesse che la rappresenti alla platea internazionale, più il riconoscimento del lavoro dei pizzaioli che da commercianti devono essere considerati, per legge, artigiani".

Anche Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Napoli e Campania, membro della giunta nazionale esulta per l’assegnazione della dicitura “patrimonio immateriale dell’Unesco” all’arte del pizzaiolo napoletano. Confesercenti ha partecipato alla battaglia, affiancando Fondazione Univerde e Pecorario Scanio sin dal 2015 con iniziative, raccolta di firme e incontri stampa. Per il presidente di Confesercenti, questo risultato " è il successo del fare impresa in modo sano a Napoli e in Campania. Con questo riconoscimento si aprono nuove  e ulteriori opportunità per la pizza e per i pizzaioli partenopei. Non dimentichiamo, infatti, che la pizza produce un volume d’affari di oltre 12 miliardi di euro con circa 200 mila addetti e oltre 50.000 esercizi tra pizzerie, ristoranti e pizzerie a taglio o da asporto". Si tratta dunque di "un motivo di orgoglio per un’eccellenza napoletana e italiana, la vera differenza è che è riconosciuta l’arte del realizzare la pizza con la nostra ricetta tradizionale. Confesercenti ha lavorato per oltre 3 anni insieme ad Alfonso Pecoraro Scanio per questa vittoria ed esultiamo con lui. Il secondo passo", conclude Schiavo, " sarà quello di creare un marchio napoletano, per creare una scuola e una formazione mondiali di pizza”.

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