rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura San Ferdinando / Via Chiaia

Palazzo Cellamare: dove vissero (tra gli altri) Casanova, Goethe e Caravaggio

L'edificio cinquecentesco servì anche da lazzaretto durante un'epidemia di peste. Il portale d'ingresso al cortile è di Ferdinando Fuga

È un edificio monumentale non soltanto per la sua importanza storica ma anche, più impropriamente, per la sua imponenza. Svetta su via Filangieri e via Chiaia con due facciate differenti e con il portale di ingresso progettato nel 1726 da Ferdinando Fuga. Palazzo Cellamare, chiamato anche palazzo Francavilla, è un antico palazzo nobiliare nel quartiere San Ferdinando. Da via Chiaia appare come un palazzo fortificato con il mezzanino a scarpata in bugnato liscio, mentre la facciata su via Filangieri è concepita come un prospetto di un palazzo nobiliare del Settecento.

Tanti gli ospiti illustri ospitati nel palazzo fin dalla sua costruzione: tra questi, Giacomo Casanova, Goethe e Torquato Tasso, oltre a essere stato l’ultima dimora napoletana di Caravaggio, prima della sua partenza per Porto Ercole, dove morì. Nel Novecento, infine, viveva qui il grande matematico Renato Caccioppoli, che morì suicida nel 1959. Fu costruito all’inizio del XVI secolo per volere dell'abate di Sant'Angelo di Atella Giovanni Francesco Carafa; suo nipote, che lo ereditò, lo fece restaurare secondo il gusto cinquecentesco. Assalito dal popolo durante la rivolta di Masaniello, fu anche un lazzaretto durante l’epidemia di peste del 1656.

Nel 1689, morto l'ultimo principe di Stigliano, l'edificio divenne di proprietà dello Stato ma pochi anni dopo fu acquistato dal duca genovese Antonio Giudice, principe di Cellamare e duca di Giovinazzo. Fu poi dimora del principe di Francavilla Michele Imperiali, il quale era solito organizzare grandi ricevimenti nel palazzo e nel casino di caccia al Chiatamone (di queste grandiose feste ha parlato anche Benedetto Croce). Tra i tanti lavori di restauro effettuati nel XVIII secolo, furono anche realizzati tre giardini: quello principale ha subito prima un ampliamento e poi un ridimensionamento, per far spazio a nuove strade e palazzi nell’Ottocento.

Di Ferdinando Sanfelice – l’architetto che progettò lo splendido Palazzo dello Spagnuolo alla Sanità (e molti altri edifici della città) - è il portale a linee spezzate interno all'edificio (che conduce allo scalone). I saloni interni, infine, sono affrescati da pittori locali come Giacomo del Po, Pietro Bardellino, Giacinto Diano e Fedele Fischetti. Sotto il Palazzo, le cave di tufo scavate per costruire l’edificio hanno ospitato dalla fine degli anni Quaranta l’enorme “cine-teatro Metropolitan” (quello attivo oggi è invece stato riaperto negli anni Duemila dopo molti anni di chiusura).

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Palazzo Cellamare: dove vissero (tra gli altri) Casanova, Goethe e Caravaggio

NapoliToday è in caricamento