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Nino D'Angelo: "Napoli è la mia vita, sono fiero di essere napoletano"

"Un tempo davanti alla mia musica la gente storceva il naso, oggi no. Molti dicono che io abbia talento"

Nino D’Angelo è pronto a festeggiare i suoi 60 anni allo stadio San Paolo con uno show, “Concerto 6.0”, in programma sabato 24 giugno. "Napoli è “a vita mia”, è la mia città. Sono un vero napoletano e sono fiero di esserlo", ha spiegato l'artista a Sorrisi.com. "Ho casa a Roma dove vive la mia famiglia e dove i miei figli hanno studiato ma la maggior parte del tempo abito a Casoria. Se vieni a casa mia, a Roma, respiri e vedi Napoli".

Ricordando gli inizi: "Un mio amico, oltre a vendere cestini da viaggio sui treni, organizzava matrimoni. Dopo avermi sentito cantare, mi chiese se volevo esibirmi nelle feste private e così accettai. Arrivò il periodo delle feste di piazza ma il grande salto lo devo alle radio libere degli anni Ottanta dove c’è stata la riscoperta della piccola canzone napoletana. Diventai uno dei più ascoltati e più popolari".

Come ha vissuto il successo immediato? "Come una favola. Ho vissuto la povertà come un dono e ho fatto una gavetta piacevole perché cantavo. Era tutto un gioco. Ebbi successo con il mio primo disco “A parturente”, canzone della sceneggiata napoletana.... Il neomelodico lo inventai io, ma lo hanno chiamato così dopo trent’anni… Mario Merola era il re della sceneggiata. Ho frequentato per tanto tempo la casa di Merola, per me una persona di famiglia. Penso di essere stato un nuovo cantante napoletano, erede della canzone napoletana".

Sui tanti film girati in passato: "Provo tenerezza. Mi vedo giovane, semplice e così vero. Erano film realizzati con pochi soldi ma con tanta passione", mentre oggi "il fenomeno Nino D’Angelo è stato riconsiderato perché probabilmente mi sono evoluto. Un tempo davanti alla mia musica la gente storceva il naso, oggi no. Molti dicono che io abbia talento. Forse. Sono stato felice di avere vinto un David di Donatello come miglior musicista e un Nastro d’argento per la migliore musica per il film “Tano da morire”. Queste sono soddisfazioni".

Infine, una confessione: "Ho cercato sempre di rimanere con i piedi a terra. Nel mio periodo di massimo successo ero corteggiassimo e mi sono sempre piaciute le donne ma per me Annamaria (la moglie, ndr) è stata sempre il mio punto fermo. Io sto bene solo quando sto con i miei figli, i miei tre nipotini, con zia Carmela e i miei fratelli. Non ho mai pensato di frequentare persone che hanno case a Montecarlo o barche immense. Ho bisogno dei miei affetti. Vivo bene nella mia normalità e semplicità".

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