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Cultura

"Napolitaners" al cinema, il docufilm sui napoletani nel mondo

"A NY come a Berlino, a Milano come a Tokyo, chi come me vive lontano da casa finisce per ricercare Napoli attraverso la propria quotidianità, attraverso quei piccoli rituali tipici di ogni napoletano", le parole del regista Gianluca Vitiello

Lasciare la propria città non è mai facile. Ma se questa città è Napoli, a volte può risultare quasi impossibile. E allora come si cura questo sentimento di nostalgia quando si è lontani? Come si fa a placare questo desiderio irrefrenabile di tornare a Napoli? Ce lo racconta “Napolitaners”, il docufilm di Gianluca Vitiello presentato venerdì 24 novembre al cinema Hart. E’ un racconto inedito su Napoli attraverso lo sguardo di chi, per necessità, si è dovuto trasferire altrove abbandonando la propria città, senza pero' dimenticare le proprie radici. E chi meglio di un napoletano emigrato può comprendere i sentimenti di un altro napoletano emigrato?

L’idea del documentario - spiega il regista e autore Gianluca Vitiello - nasce dalla mia storia personale. Io sono un napoletano emigrato a Milano 11 anni fa. Qui faccio il lavoro più bello del mondo: sono uno speaker di Radio Deejay. Ma nonostante questa città mi abbia dato tanto, non c’è giorno in cui io non pensi a Napoli, in cui Napoli non mi manca. E se è difficile per me starle lontano - in fondo con un’ora di aereo sono a casa - figuriamoci per chi vive a Tokyo o a New York. Il primo motivo che mi ha spinto a realizzare il documentario era capire come, chi vive lontano da Napoli, affronta questo sentimento di malinconia. Il secondo era capire se quelli che se ne sono andati, in qualche modo, si sono pentiti o se vorrebbero ritornare”. Molti - prosegue Gianluca - vorrebbero ritornare, qualcuno lo farà da pensionato, probabilmente quando avrà concluso il ciclo professionale. Altri si stanno organizzando per trasferire la propria attività lavorativa a Napoli. Il documentario nasce proprio dalla mia voglia di tornare. Un giorno lo farò, non so quando, ma lo farò. Milano mi ha dato tante cose belle, a cominciare dal lavoro, ma è una parentesi, quando questa si chiuderà, spero tardi, tornerò a Napoli magari a fare altro. E’ bello pensare che l’esperienza che hai accumulato in un posto, in qualche modo, la puoi trasferire altrove, divenendo così una risorsa che ti porti ovunque, anche dove ritorni”.

Il racconto, diviso in 16 capitoli, parte da Milano per snodarsi a Berlino, New York, Ibiza e Tokyo. Nella capitale lombarda Gianluca Vitello ha conosciuto Morris Re, fondatore di N.A.M. (“Napoletani a Milano”): un gruppo di 4mila persone che organizzano serate insieme per combattere la nostalgia da Napoli. C’è poi il musicista Emiliano Pepe, che per inseguire il sogno della musica, da Napoli si è spostato a Milano divenendo un ambassador della napoletanità. Tony Arca, nato a Milano da genitori napoletani, canta serenate neomelodiche nella capitale lombarda e gestisce “Mergellina Bakery” che sforna cornetti e sfogliatelle di notte, un vero e proprio ritrovo del sabato sera per i napoletani a Milano. Ma le storie non finiscono qui. C’è Alberto “Polo” Creata che nel quartiere China Town di New York ha fondato Radio Nuova New York. A Berlino Gigiotto del Vecchio e Stefania Palumbo hanno portato la loro galleria d’arte “Supportico Lopez” dal rione Sanità. A Ibiza Alessio Matrone, C.E.O. di Optima Italia, è oggi proprietario del ristorante “It”. A Tokyo Peppe Errichiello, da 11 anni in Giappone, è proprietario della pizzeria “Napoli sta’ ca” e fondatore del Club Napoli Tokyo. Ritratti diversi, storie differenti, ma tutti accomunati dall’appartenenza ad unica una città: Napoli. Dal caffè con la moka portata da casa alla pizza mangiata in una delle tante pizzerie napoletane sparse nel mondo, dalla partita del Napoli vista in compagnia di altri tifosi napoletani alla preparazione del ragù la domenica, l’unico modo per contenere la malinconia e sentirsi un pò a casa è ricreare una piccola Napoli nella propria quotidianità anche altrove. “Da questi ritratti non si evidenzia solo la necessità di un riscatto – chiarisce il regista - quanto piuttosto il desiderio di poter abbracciare quanto più possibile il luogo delle radici”.

A fare da sfondo a questo viaggio intorno al mondo ci sono le musiche di Liberato (“Tu te scurdato e me”), Franco Ricciardi (“Femmena bugiarda”), Gnut (“Passione”), Valerio Jovine feat O'Zulu (“Napulitan”), Emiliano Pepe (“Napoletano”), Tarall & Wine alias Gnut e Dario Sansone (“L'importante è ca staje buono”), Gransta MSV (“O' Pallone”).

Napolitaners” sarà proiettato al cinema Modernissimo sabato 25 e domenica 26 novembre (alle 16,30 e alle 18,30). Sabato 25 novembre alle ore 17 il regista sarà all’aeroporto di Capodichino per inaugurare un spazio dedicato a “Napolitaners”, dove sarà possibile vedere contenuti speciale del film e incontrare il regista. Quella di Napoli sarà solo la prima tappa di un tour di promozione del documentario nelle città che hanno ospitato gli shooting. 

 Ecco il trailer:

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