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Sabato, 27 Aprile 2024

Eduardo celebrato nella mostra dello scenografo Garofalo: “De Filippo aveva l’umanità del poeta napoletano”|VIDEO e FOTO

Da oggi alla Fondazione Eduardo De Filippo ‘I miei colori per Eduardo’ dove il suo storico collaboratore rende omaggio al grande Maestro del teatro in occasione dei 40 anni dalla sua morte. In esposizione oggetti scena e costumi di spettacoli come Napoli milionaria e Questi fantasmi

‘Vorrei, caro Pasquale, che con la comprensione tua solita e il tuo innato amore per il teatro, tu considerassi il mio scenografo, Bruno Garofalo come me stesso. Oltre a essere un ragazzo che conosce bene il suo mestiere, ha ricevuto da me precise istruzioni per tutto quanto riguarda la parte tecnica dello spettacolo (…)’ queste parole scritte nel 1970 da Eduardo De Filippo in una lettera indirizzata al sovrintendente di allora del Teatro di San Carlo sono la testimonianza dell’enorme stima e fiducia che uno dei più grandi drammaturghi nutriva per Bruno Garofalo, uno dei più importanti scenografi e costumisti del nostro teatro che dal ’67 entra nella sua compagnia prima come aiuto scenografo per poi firmare la scenografia di Non ti pago prima delle 14 scenografie che realizzerà per Eduardo come Napoli Milionaria sia in prosa che in versione lirica.

Da lì Bruno Garofalo ha allestito spettacoli di notissimi autori tra cui ci sono anche quelli diretti da Luca De Filippo, ma l’ammirazione per il suo maestro resta sconfinata. Con lui si è davvero formato comprendendo le origini e l’essenza dell’arte scenica. Tra loro c’è stata una vera sintonia espressa in ogni messa in scena. Gli è grato per quegli anni in cui hanno lavorato fianco a fianco e anche per l’amicizia ed è anche per questo che ha deciso di esprimerlo ancora una volta con “I miei colori per Eduardo” la mostra con cui lo scenografo e regista rende omaggio al grande Maestro nell’anno in cui se ne celebra il 40 anniversario della morte (il 31 ottobre del 1984), ma anche i 70 anni della riapertura del suo teatro, il San Ferdinando di Napoli, avvenuta il 22 gennaio 1954. Promossa dalla Fondazione Eduardo De Filippo, presieduta da Tommaso De Filippo e diretta da Francesco Somma, la mostra è allestita nelle sale della sua sede al primo piano dello storico Palazzo Scarpetta e sarà vistabile gratuitamente da oggi fino all’8 marzo 2024.

Le famiglie De Filippo e Garofalo hanno lavorato insieme per condividere con il pubblico oggetti di scena, costumi, bozzetti di capolavori che fanno la storia del teatro contemporaneo ma che soprattutto sono pezzi di vita e di ricordi che fortificano non solo il legame che c’è tra queste due grandi famiglie ma l’affetto tra i due artisti.

Un’esposizione voluta da Tommaso De Filippo, nipote di Eduardo e figlio di Luca, che potrebbe appassionare anche le generazioni che hanno conosciuto il genio di Eduardo De Filippo solo attraverso la pubblicazione dei suoi testi o la messa in onda televisiva delle sue commedie. Aggirandosi tra gli spazi della Fondazione De Filippo è impossibile non restare incantati nel vedere da vicino quei reperti toccati da De Filippo, riconoscendo i costumi indossati dagli attori della sua compagnia anche in alcune di quelle registrazioni fatte per la Rai.

Ma è anche il modo di comprendere l’abnegazione per il teatro che il Maestro De Filippo ha insegnato a Garofalo e a tanti allora giovani e oggi diventati grandi artisti.

“Bruno e Eduardo si conoscono in momenti diversi delle loro carriere: l’uno alle sue prime armi poco più che ventenne, l’altro quasi settantenne, autore e attore già riconosciuto e al picco della sua carriera. Sono due persone differenti, ognuno con il proprio temperamento forte ed orgoglioso” dichiara Tommaso De Filippo “Sulla carta non si sarebbero scelti tranne che per quel dettaglio fondamentale che li accomuna; la vocazione di dedicare la loro vita al teatro. Eduardo mette alla prova Bruno affidandogli il restauro di due presepi utilizzati per la sua commedia natalizia. Da lì a poco, gli vengono affidate le scene di Non ti Pago e a seguire di innumerevoli altre commedie. Il lavoro li unisce. Trovano nel rispetto ed il rigore verso il teatro quelle qualità che li avrebbe legati per sempre”.

La mostra

Apre I miei colori per Eduardo mostra omaggio di Garofalo. Foto di A. Fiorenzano

I miei colori per Eduardo è un’iniziativa che riconosce la dedizione di Bruno Garofalo nei confronti di Eduardo e il lavoro svolto con lui nel corso degli anni con zelo e passione messe nelle scenografie di alcuni dei titoli più noti come Le Voci di Dentro e la versione di Sabato, Domenica e Lunedì portata sul palcoscenico dell’Old Vic Theatre di Londra.

Bruno Garofalo è diventato un punto di riferimento per il mondo dello spettacolo, essendo un artista attento e sensibile alle nuove generazioni, le quali oggi, a loro volta, riconoscono in lui un maestro.

Con questo percorso Garofalo non solo racconta a suo modo l’arte di De Filippo ma decide di condividere i suoi ricordi di quegli anni di duro lavoro in cui ha lavorato accanto a Eduardo cambiando la sua idea di fare teatro e, probabilmente anche la sua vita.

“Questa mostra per me rappresenta un enorme riconoscimento non tanto delle mie performance artistiche, quanto della devozione con la quale ho affiancato il Maestro di Teatro e ancor più di vita” spiega Bruno Garofalo durante la nostra intervista “Sia pure in minima parte, sono felice di restituire tutto quello che ho vissuto in un tempo senza tempo e che amerei definire un sogno, nella speranza di riuscire a condividere ogni emozione con chi ha amato e ama l’ Arte immortale di Eduardo De Filippo”.

Infatti, al pubblico è offerta la possibilità di entrare nel Teatro di Eduardo accolto all’ingresso dalla ricostruzione del botteghino del Teatro San Ferdinando, tra locandine e manifesti dell’epoca.

Dal botteghino si passa alla sala centrale che, oltre alle due installazioni video in cui si riproducono in loop frammenti di interviste e di alcuni spettacoli teatrali, accoglie uno spaccato di palcoscenico. Praticabile per entrambi i lati mostra, sul davanti, la scena di “Napoli Milionaria” nonché alcuni costumi originali di varie commedie mentre sul lato opposto apre un possibile “retropalco”, tra bozzetti, un baule di sartoria, corde, cantinelle, teli e colori introducendo i visitatori ‘dietro le quinte’.

“Entrando infine nell’ ultima sala” spiega Garofalo “i visitatori troveranno al centro della stanza una piccola isola trafitta centralmente dall’ albero maestro di un relitto di nave, circondata dal mare in tempesta. Questa è una parte della scena, mai realizzata, che avrei voluto proporre a Eduardo per l’allestimento de “La tempesta” di Shakespeare che aveva tradotto alla fine della sua parabola di vita e di teatro”.

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