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Sabato, 27 Aprile 2024
Cultura

Troisi anziano e mai morto, il film che tocca il cuore

In occasione dei 70 anni della nascita di Troisi un affettuoso omaggio diretto dal nipote Stefano Veneruso tratto dall’omonimo romanzo di Anna Pavignano, storica sceneggiatrice del compianto attore e regista. Ad accompagnare l’uscita del film la mostra al MANN ‘Il Postino dietro le quinte. I mille volti di Massimo Troisi’

“Tutto parte dal mio libro Da domani mi alzo tardi che racconta Massimo Troisi in età matura. Il mio libro è stato scritto nel 2006 immaginandolo attorno ai 50 anni. Più passa il tempo, più si immagina Massimo in anni diversi, aumentandogli l’età. Per i suoi 70 anni arriva il film tratto da queste pagine che io e suo nipote Stefano Veneruso abbiamo adattato, rendendo la storia più essenziale. Stefano, l’ha anche diretto ed è stato bravissimo. Lui è stato ostinato e ha realizzato questo film con grande amore. Il risultato è una pellicola molto intensa. E’ emozionante vedere per la prima volta Da domani mia alzo tardi insieme al pubblico qui al MANN. Capiremo che impatto avrà nell’immaginario delle persone la figura di Troisi. Sono certa che la comunicazione sarà magica” commenta Anna Pavignano durante la premier al MANN di Da domani mi alzo tardi, uscito al cinema il giorno di San Valentino.

Immaginando Troisi

Con Massimo Troisi, Anna Pavignano ha sceneggiato i cult più premiati da Ricomincio da tre a Il Postino che ha regalato sia a lei che al compianto attore e regista la nomination agli Oscar come miglior sceneggiatura. Lei ha conosciuto un sodalizio professionale e sentimentale con Troisi e anche dopo la fine della loro storia, sono rimasti buoni amici.

Anna Pavignano e Stefano Veneruso, figlio della prima sorella di Massimo, per ricordarlo non scelgono di realizzare un documentario ma lo fanno con un film ispirato alla sua personalità con il suo umorismo, le sue manie e quella sua famigerata pigrizia, immaginando che fosse ancora vivo, pronto a ritornare sul set dopo alcuni anni di assenza.

Anna Pavignano Stefano Veneruso

Si fantastica un Troisi maturo, che rivive anche i momenti più preziosi vissuti con la Pavignano. Per interpretare Anna e Massimo, Veneruso sceglie Gabriella Pession e l’attore di origini irlandesi John Lynch, volto che abbiamo visto nel ruolo del fidanzato traditore in Sliding doors e Nel nome del padre,voluto perché secondo Veneruso condivide la malinconia e la timidezza dello zio Massimo.

Il merito del cinema è sognare, rendendo possibile ciò che non è reale e per chi ha amato e ammirato il genio di Troisi sarebbe bella questa fantasia anche se struggente. Un’operazione come questa non poteva che è essere portata avanti se non da Veneruso che è cresciuto sui set dello zio che gli ha trasmesso la passione per il cinema e la voglia di farlo.

Gli eventi per celebrare i 70 anni di Massimo Troisi

Si potrebbe pensare a Da domani mi alzo tardi a una fiaba, che ha avuto le sue complicazioni, infatti, determinante è il contributo della Regione Campania, che fin dall’inizio ha supportato anche la realizzazione del film tributo a uno dei più grandi ed amati artisti italiani nell’anniversario della nascita dell’attore, per celebrare i 70 anni di Troisi, che ricorrono il 19 febbraio, assegnando un finanziamento all’interno di Piano Cinema.

Preziosa la collaborazione della Film Commission Regione Campania partner di un altro evento che coincide con il lancio del film l’apertura, proprio al MANN della mostra Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi, che dopo il successo dell’esposizione procidana “Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi”, finanziata dalla Regione Campania, è accolta dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 13 marzo 2023 con opere pittoriche, gigantografie e stampe; in mostra anche la bicicletta del film Il Postino e la scultura “Pulcinella” di Lello Esposito. A completare la visita, la musica diffusa di Luis Bacalov, colonna sonora de Il Postino, e il video backstage dell’ultimo film interpretato da Troisi.

Due tappe di queste settimane che preparano Napoli e il cinema italiano a celebrare i 70 anni della nascita di Massimo Troisi.

Intervista a Stefano Veneruso

Venruso, in tanti avrebbero voluto vedere suo zio Massimo Troisi in età matura. Lei e Anna Pavignano in Da Domani mi alzo tardi vi affidate a questo immaginario per omaggiarlo alla vigilia dei suoi 70 anni

“Per me sono giornate meravigliose perché realizzarlo è stato un processo lungo. E’ una storia immaginaria ma realissima perché prima il romanzo e adesso il film racconta una parte della personalità di Massimo che non poteva essere vista altrove se non con lo sguardo di Anna. Da domani mi alzo tardi racchiude la loro bellissima storia d’amore, dove al tempo stesso c’è stata anche una straordinaria storia lavorativa fatta di rivoluzione”.

Quando è scatta l’esigenza di trasformare il romanzo in film?

“Leggendo il romanzo ho pensato che potesse essere un bel film, una bellissima storia d’amore da raccontare, a prescindere dal personaggio in questione. A me ha colpito molto la dinamica della loro storia, che conoscevo vagamente. Scoprire il dolore vissuto da loro due è una cosa veramente interessante, anche perché Massimo aveva una particolarissima “gestione del dolore”: era capace di manipolare e ribaltare qualsiasi situazione. Lo spettatore si deve aspettare un approfondimento del suo pensiero, che neanche io che l’ho vissuto come fosse un fratello maggiore, conoscevo. Nel film abbiamo immaginato questo nuovo capitolo della loro storia d’amore costruita con flashback divertenti e dolorosi della vita che hanno condiviso, delle loro personalità, del modo di pensare e anche di far ridere di Massimo.”

LYNCH PESSION VENERUSO-napolitoday

Anche dal punto di vista emotivo cosa significa aver girato questo film?

“Moltissimo perché ci sono state delle scelte da fare. Ci sono tanti momenti toccanti. Al centro di questa storia c’è il cuore e si immagina che Massimo abbia superato brillantemente il trapianto, cosa che purtroppo non è avvenuta”.

Un insegnamento di suo zio sia professionale che personale?

 “Lui diceva sempre ‘si impara inconsciamente’. Massimo non mi ha mai detto questo si fa così piuttosto che così. Però, lui per me era un esempio con il suo modo di porsi e di essere. Era da seguire e basta. Tra me e lui passavano 15 anni di differenza. Ho avuto la fortuna di viverlo in famiglia e sul lavoro. E’ stato un forte legame affettivo. Massimo mi ha incoraggiato a fare cinema e quando nacque il progetto del Postino mi volle con sé. Massimo ha trascorso con me la sua ultima sera: un giro lungo e lento dentro a Cinecittà.”

Ad accompagnare l’uscita di Da domani mi alzo tardi,c’è Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi e il libro da lei scritto Massimo Troisi. Il mio verbo preferito è evitare che sarà nelle librerie lo stesso giorno in cui esce il film. Tre momenti che si incastrano per celebrare i 70 anni dalla nascita di Massimo.

“E’ stata una coincidenza. Non so se definirla celebrazione, per me è uno dei tanti modi per raccontarlo. E’ un libro affettuoso con immagini molte delle quali inedite e provenienti dall’archivio privato della famiglia. Mia madre Annamaria è la più grande di sei figli di cui Massimo era il quinto. Siamo cresciuti in una famiglia sanissima dove nessuno era artista. Nel libro ci sono riflessioni, ricordi, parlo del tempo che ho trascorso con lui, anche di quello che ho fatto dopo dove scrivo anche del film e come nasce questa bellissima mostra fatta di opere che lo raffigurano realizzate da vari artisti. Presentare Da domani mi alzo tardi insieme all’apertura della mostra al MANN, un posto così incredibile di importanza mondiale, sembra qualcosa di miracoloso”.


 

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