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Massimiliano Gallo: “Mi piace scomparire dietro ai personaggi che interpreto”

Intervista all’attore napoletano al cinema con Villetta con Ospiti film tra noir e commedia che potrebbe piacere anche all’Estero e a breve sul set napoletano de I Bastardi di Pizzofalcone 3

Un’ottima annata per Massimiliano Gallo, fatta di tante soddisfazioni e di bei personaggi. Il 2020 si apre per lui con Villetta con Ospiti di Ivano De Matteo con cui divide la scena con Marco Giallini nelle sale dal 23 gennaio, una storia per certi versi è surreale ma allo stesso tempo universale che racconta le contrarietà e le fragilità della famiglia borghese italiana immersa in una ricca cittadina del Nord Italia dove si incrociano sette persone che alla luce del sole sembrano essere degli onesti e virtuosi cittadini, mentre di notte, invece, mostrano il loro lato oscuro, meschino e violento. Virtù e vizio si contrappongono nei sette personaggi che incarnano le sette inclinazioni dei vizi capitali. In questa vicenda che inizia come una commedia per poi scivolare nel noir Gallo interpreta il controverso Commissario Panti completamente opposto al suo Palma ne I Bastardi di Pizzofalcone che ritornerà a breve a interpretare tornando sul set della terza stagione che attualmente è allestito per le strade di Napoli appena finirà la prima tournée de Il Silenzio Grande scritto da Maurizio de Giovanni e diretto da Alessandro Gassmann, spettacolo che sta facendo Sold Out ovunque, infatti, non è escluso un adattamento per il cinema.
Tra teatro che è la sua vera casa dove all’età di 5 anni ha iniziato a muovere i primi passi, la tv con cui proprio nel 2019 ha fatto il boom con la serie outsider Imma Tataranni, Massimiliano è diventato un volto di punta per il cinema italiano partecipando negli ultimi 10 anni in oltre 30 produzioni come ha dimostrato l’ultimo anno la sua presenza in Il Sindaco del Rione Sanità, Pinocchio di Matteo Garrone, Villetta con Ospiti primo dei tre film che usciranno durante il 2020. Un anno, dunque, dove il nome di Massimiliano Gallo potrebbe apparire nei prossimi mesi appena inizierà la stagione dei più importanti premi. 

Massimiliano, pare che tu abbia amato dal primo giorno di lavorazione Villetta con Ospiti. Cosa ti ha affascinato? 
“Sicuramente il fatto di essere un fan del lavoro di Ivano De Matteo, penso che sia un grande regista.  Quindi quando mi ha coinvolto dal primo giorno mi sono sentito totalmente immerso in questo progetto anche perché Ivan è una persona che coinvolge attivamente, con lui non ci si limita a fare il compitino. Noi avevamo chiara la bellezza della vicenda con un cast straordinario. Abbiamo condiviso la voglia di metterci in gioco. E’ un vero cast di attori e quando ti capita di lavorare con professionisti di alto livello come Marco Giallini, Michela Cescon, Erika Blanc e Vinicio Marchioni non può che essere una gioia. Poi Ivano è uno di quei registi che non mira a fare film comodi che possano risultare rassicuranti per cui è ancora di più stimolante”. 

Sette personaggi per i sette vizi capitali dove il tuo personaggio, il Commissario Panti è nevralgico. Chi è quest’uomo? 
“Panti è un borderline. Il fatto di essere un poliziotto del Sud che vive nel nord Italia acuisce questa condizione facendolo sentire spesso fuori posto. Allo stesso tempo è anche lo specchio degli altri personaggi e per il lavoro che fa è l’unico che li conosce realmente. Inizialmente muove le fila dell’ingranaggio tragico che si sviluppa. Paradossalmente potrebbe anche essere il meno peggio tra loro considerando che all’inizio del film tutti si presentano come figure rassicuranti. Tutte le vicende raccontate rappresentano lo spaccato del nostro paese e questo è l’aspetto più interessante di Villetta con ospiti. In pratica non si scommette su nessuno”.

Per come è stato realizzato Villetta con Ospiti potrebbe piacere molto all’estero.
“Lo penso anch’io. E’ un film che esplora sull’animo umano. Fa riflettere perché resta attaccato addosso per la sua universalità perché ci si chiede come ci potremmo comportare vivendo una situazione simile che poi sia ambientato nel Nord Italia o in Francia è secondario. Anche se racconta uno spaccato dell’Italia, lo spettatore di qualsiasi nazionalità si può riconoscere in qualsiasi personaggio. Questo qualche volta manca nelle nostre storie che tendono a essere circoscritte alla territorialità. Penso anche che sia un film che possa avere una presa immediata sui giovani. I ragazzi hanno più voglia di capire la nostra società.”

Il Sindaco del Rione Sanità di Martone viene dal teatro ma nella sua struttura anche in Villetta con ospiti potrebbero esserci delle suggestioni teatrali.
“Assolutamente sì! Quando si raccontano storie che coinvolgono l’etica e i sentimenti si toccano corde universali. Per esempio parlando de Il Sindaco del rione Sanità e di come i ragazzi siano ricettivi, una dimostrazione l’abbiamo dal fatto che il film ha vinto a Venezia il Leoncino d’Oro, un premio dato da ragazzi che hanno più o meno 15 anni. Questo per dire anche che la forza di un testo, che possa essere Eduardo o Shakespeare, se affronta argomenti universali resteranno sempre contemporanei. Villetta con Ospiti ha la stessa forza narrativa. In altri paesi, come l’Inghilterra, è di norma adattare spettacoli teatrali per il cinema anche se non ci sono nomi di registi famosi. Dietro al Sindaco del Rione Sanità c’era Mario Martone, una garanzia per i produttori. Sarebbe interessante se i nostri produttori dessero più voce anche ai giovani registi che propongono l’adattamento di bei testi teatrali per il grande schermo”. 

Matteo Garrone e De Matteo sono due degli autori con cui hai lavorato per la prima volta. Sono due mondi totalmente diversi. Quale impatto hai avuto con loro e come li descriveresti?
“Sono entrambi autori con i quali non si andrà mai a fare un film ‘tanto per…’. Tutti e due chiedono una prestazione particolare, di fare qualcosa in più. Hanno la stessa passione nel lavoro che non è nemmeno più lavoro ma un vero modo di vivere. Questo lo si avverte. Sono due registi molto onesti che non vogliono mai scimmiottare nessuno. Sono due artisti che si sono davvero sudati la pagnotta”.

Non si può non parlare de il successo de Il silenzio grande che completamente costruito su di te…
“Anche qui parliamo di un testo universale. Sta avendo un successo ovunque stiamo andando. E’ una storia dove si parla delle dinamiche familiari e del rapporto tra padri e figli. E’ uno spettacolo nazional popolare e questo è stupendo perché parla davvero a tutti. Fa ridere ma allo stesso tempo fa anche piangere. Si ritorna al discorso di poco fa: quando un testo è scritto talmente bene resterà sempre moderno. Ci sta dando delle soddisfazioni incredibili e molti direttori dei teatri in cui siamo andati lo reputano uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni”.

Stai lavorando con i registi e autori più disparati. Molti di loro desiderano lavorare con te come Gassmann che ti ha diretto ne Il Silenzio Grande e Valeria Golino che vorrebbe dirigerti. Chi manca ancora all’appello?
“Valeria è carinissima. Noi abbiamo lavorato insieme nel film Per Amor Vostro dove lei ha vinto la Coppa Volpi a Venezia. All’appello ne mancano davvero tantissimi con cui mi piacerebbe lavorare, tra questi c’è anche Gianni Amelio. Guarda, in generale penso che sia importante fare questo lavoro avendo anche la libertà di poter scegliere. In questi 10 anni ho fatto anche film indipendenti a bassissimo budget che mi hanno dato grandissime soddisfazioni proprio come Per Amor Vostro di Gaudino. Ora ho un’età e di conseguenza non potrò mai lavorare con tutti, ma sarebbe davvero bello se un regista mi desse l’opportunità di realizzare un film da reggere interamente dall’inizio alla fine, non per avere più pose sullo schermo ma per la semplice voglia di raccontare”.

In 10 anni 15 fiction e più di 30 film interpretando svariati ruoli dal cialtrone al mammo in Imma Tataranni. C’è una caratteristica che contraddistingue ogni personaggio che ti porti dietro oppure che ti ha colpito in senso negativo?
“Il complimento più bello è quando mi dicono che ci mettono qualche scena per capire che sono io. Mi piace scomparire dietro al personaggio. In questo ha molto contribuito anche il teatro che per me è una cura e poi rende una formazione attoriale completa. Da attore è preferibile non giudicare i personaggi che si interpretano anche quando sono negativi come Panti o il camorrista Valentino Gionta di Fortapàsc (ndr il film sul giornalista Giancarlo Siani). Faccio semplicemente un lavoro in cui nell’economia drammaturgica della storia le azioni del personaggio siano giustificabili dandogli tutte le sfumature possibili per renderlo tridimensionali creando nella mia testa una sua storia per far sì che sia anche per me credibile altrimenti fallirei”.

Massimiliano, qual è la sorpresa arrivata quest’anno?
“Vincere il Premio Pasinetti a Venezia per Il Sindaco del Rione Sanità. E’ stato del tutto inaspettato perché Santaniello è un ruolo da non protagonista e appare durante il secondo tempo. Sono stato e sono contento perché è il riconoscimento di un percorso e anche delle scelte professionali che sto facendo”. 

Oltre a Villetta con Ospiti prossimamente usciranno altri due film: 7 ore di farti innamorare e il remake del francese Gli Infedeli.
“Sì il primo è la commedia di esordio alla regia di Giampaolo Morelli tutta girata a Napoli. Gli Infedeli è un film a episodi di Stefano Mordini con Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea e Laura Chiatti. Io sono sia nel primo episodio che nell’ultimo. Sono cinque episodi divertenti sull'amore. Poi a settembre dovremmo girare la seconda stagione di Imma Tataranni”. 
 

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