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Sabato, 27 Aprile 2024
Cultura

I fantasmi di Castel Sant'Elmo: rumori continui e urla strazianti

Un leggenda narra che le guardie reali uccidevano i nemici e gettavano i loro corpi nei sotterranei per farli divorare dai topi

Sulla collina del Vomero, nella zona di San Martino, sorge uno dei più famosi castelli medievali di Napoli. Uno dei posti più belli e panoramici della città. Si tratta di Castel Sant’Elmo. Si racconta che di notte le sue stanze si popolino di fantasmi che un tempo hanno trovato la morte proprio in questo luogo. Chiamato anticamente Paturcium, il castello sorge dove un tempo (nel X secolo) vi era una chiesa dedicata a Sant'Erasmo di Formia (da cui Eramo, Ermo e poi Elmo). Questo possente edificio (il primo castello per estensione della città), in parte ricavato dalla viva roccia (tufo giallo napoletano), trae origine da una torre d'osservazione normanna chiamata Belforte. La sua posizione è strategica: dall’alto di Castel Sant’Elmo si può controllare, infatti, la città, il golfo, e le strade che conducono alla città. Deriva da qui il modo di dire “‘A copp Sant’Elmo vò piglià o purpo a mmare” (“Da Castel Sant’Elmo vuole pescare un polpo a mare”). Il detto si utilizza per dire che quella cosa è impossibile: voler pescare da una collina è, infatti, un'impresa impossibile.

La fortezza fu voluta da Roberto il Saggio che, nel 1329, ordinò al reggente della Vicaria, Giovanni de Haya, la costruzione di un castello sulla collina di Sant’ Erasmo: il Palatium castrum. I lavori furono ultimati nel 1343 sotto il regno della regina Giovanna I d’Angiò. Nel 1416 la regina Giovanna II lo vendette per la somma di diecimilacinquecento ducati ad Alfonso d’ Aragona. Il Castello, in quegli anni, subì diversi assedi. Divenne un ambito obiettivo militare quando francesi e spagnoli si contesero il Regno di Napoli. Fu ricostruito, poi, nel 1537 per volontà dell'imperatore Carlo V. I lavori furono curati dall'architetto Pedro Luis Escrivà, il quale effettuò una fortificazione dell'intera altura di San Martino: un'epigrafe marmorea lo commemora. Nel 1587 durante un violento temporale, un fulmine cadde nella polveriera facendo saltare buona parte del castello e uccidendo 150 uomini. Divenne poi un carcere. Nel 1707 fu assediato dagli austriaci; nel 1734 dai Borbone. Durante i moti del 1799 fu preso dal popolo e poi occupato dai repubblicani, i quali durante l'assedio delle forze francesi, da qui bombardarono alle spalle i lazzari napoletani che erano insorti per opporsi all'occupazione della città. Spazzata via l'ultima resistenza, il 23 gennaio vi innalzarono la bandiera della Repubblica Napoletana. Fino all'inizio degli anni settanta del XX secolo fu adibito a carcere militare. Dopo anni di lavoro per restaurarlo fu aperto al pubblico il 15 maggio 1988. Oggi appartiene al Demanio Civile ed è adibito a museo.

Castel Sant’Elmo presenta un particolarità che forse non tutti conoscono: è l’unico castello al mondo ad essere stato costruito su una pianta a sei punte. Secondo alcuni studiosi questa forma consentiva alle guardie di poter sparare da tutte le direzioni. Secondo altri, è da attribuire all’alchimia: questo simbolo rappresenta l’unione tra l’elemento dell’acqua e quello del fuoco, cioè l’equilibrio cosmico. Come tutti i palazzi e castelli di Napoli, anche Castel Sant’Elmo è avvolto da un’aura di mistero. Una leggenda narra che nelle sue stanze vaghi un fantasma vestito di bianco, allegro e giocherellone, che ama spaventare i passanti. Un’altra storia racconta di un vecchio cancello a sud della fortezza sulla soglia del quale le guardie reali, un tempo, uccidevano tutti quelli che volevano assalire la fortezza. I loro corpi venivano poi gettati nei sotterranei per farli divorare dai topi. Dai quei sotterranei sembra provengano, ancora oggi, rumori continui e urla strazianti. Secondo alcuni questi rumori non sono altro che il sibilo del vento prodotto nelle grotte sottostanti. Secondo altri, invece, i sotterranei sono infestati dai fantasmi. A confermare questa ultima tesi ci sarebbero i custodi che, terrorizzati, preferiscono andare a fare il consueto giro d’ispezione dopo l’orario di chiusura solamente in coppia.

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