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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Largo Pignasecca, sapete perchè si chiama così?

Un tempo si chiamava "Biancomangiare", ma cambiò nome per colpa di una gazza dispettosa che sorprese un uomo di chiesa mentre era in intimità con la sua perpetua. Ecco la bizzarra storia dello storico rione napoletano

ll Largo Pignasecca, zona a ridosso dell’odierna piazza Salvo D’Acquisto (un tempo largo Carità), ospita uno dei più antichi mercati all’aperto di Napoli. Il rione è animato quotidianamente da napoletani e turisti che passeggiano tra le numerose bancarelle o si fermano a mangiare nelle osterie e pizzerie cibo tipico napoletano. Ma questa zona non è sempre stata così. Un tempo si trovava fuori le mura della città, ed era occupata da edifici religiosi e palazzi dove abitavano nobili napoletani. Una vasta area che faceva parte della tenuta della famiglia Pignatelli di Monteleone e che aveva un altro nome che derivava dal dolce tipico di queste parti: "Biancomangiare". Come è diventato Pignasecca? A spiegarlo è una storia molto bizzarra che ha due versioni differenti.

La prima è ambientata nel 1536, al tempo della costruzione di via Toledo, che portò alla cementificazione di tutte le aree verdi che sorgevano in questa zona, comprese quelle presenti nella Pignasecca. A tale operazione sopravvisse solo un pino - in napoletano “pigna” - divenuta la casa di diverse gazze ladre, che lì nascondevano tutta la loro refurtiva. I residenti, ormai esasperati dai continui furti provarono a scacciarle provocando la morte “misteriosa” del pino che iniziò a seccare. Da qui, il nome di “Pignasecca”.

L'altra versione ha come scenario una Napoli d'inizio '500 in preda ai piaceri e alla lussuria. Il bosco di “Biancomangiare”, parte della tenuta dei nobili di Pignatelli di Monteleone, era a quel tempo teatro di relazioni clandestine. La privacy di questi incontri amorosi, a cui presero parte anche numerosi ecclesiastici, fu però turbata dall'intervento delle gazze che si intrufolavano negli appartamenti, rubavano gioielli, oggetti di valore e cose bizzarre come capi di abbigliamento intimi, e li nascondevano nel fantomatico pino. Pare che uno dei derubati fu proprio un uomo di chiesa, sorpreso da una gazza mentre era in intimità con la sua perpetua. In poco tempo, il pino fu ricoperto di cose di ogni tipo, alcune riconoscibilissime, che portarono allo scoperto le numerose tresche amorose, provocando le chiacchiere degli abitanti della zona. Derisi e umiliati, i religiosi coinvolti nello scandalo corsero ai ripari con una bolla di scomunica emanata contro le gazze ladre, l’unico mezzo a loro disposizione per poter lavare via l'umiliazione subita. La bolla venne affissa al pino più alto di Biancomangiare. Tre giorni dopo l'affissione della bolla il pino si seccò misteriosamente, insieme a tutto il resto del bosco, provocando la scomparsa delle gazze. Quella che un tempo era una zona verde e rigogliosa prese così il nome di Pignasecca dove qualcuno giura che di prima mattina, quando il mercato è ancora chiuso e il rione desolato, sia ancora possibile udire il verso delle gazze.

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